Una trentina di personalità ticinesi tra i primi aderenti a 'Sanità forte per tutti'
Nella querelle del previsto accorpamento del Cardiocentro nell’Ente ospedaliero cantonale, e delle relative opposizioni al progetto (compresa una iniziativa popolare) si affaccia un nuovo soggetto: una associazione che invece sostiene l’inserimento dell’istituto luganese nell’Eoc, come del resto previsto fin dalla fondazione del Cardiocentro, e si pone praticamente in contrapposizione alla ‘Associazione amici del Cardiocentro’ che chiede di mantenere l’istituto gestionalmente autonomo.
l’Associazione si chiama ‘Sanità forte per tutti’ ed è composta da numerose personalità ticinesi: una trentina quelle che hanno firmato il comunicato stampa diffuso ieri, primo della lista è il granconsigliere Plr Matteo Quadranti.
Scopo dell’associazione è quello di “Favorire il rafforzamento della sanità pubblica nell’interesse dei diversi settori della medicina e di tutti i pazienti in Ticino, contribuire a evitare la privatizzazione dei profitti di settori specifici della sanità pubblica, informare correttamente e con trasparenza i cittadini-pazienti in merito alla sanità ticinese e alle eccellenze degli Istituti di ricerca finanziati con soldi pubblici”. In particolare, l’associazione “ritiene di dover lanciare, quale sua prima missione, e con spirito democratico, una operazione denominata: ‘Per un Cardiocentro più forte in Eoc, con l’obiettivo di valorizzare e rafforzare insieme il Cardiocentro (Ctt) in seno all’Eoc a beneficio di tutti i pazienti in Ticino. Le offerte specialistiche come quella rappresentata dal Cardiocentro devono godere di autonomia clinica e gestionale ma non possono essere autonome dal punto di vista finanziario in quanto utilizzano fondi pubblici o provenienti da assicurazioni malattia obbligatorie o da donazioni e/o successioni benefiche che vanno rispettate. Anche queste offerte specialistiche così critiche devono essere gestite in modo trasparente, corretto ed essere di tutti i cittadini, integrate con il principio della solidarietà con le specialità più povere, in un contesto solidale pubblico”.
Intanto si apprende che il Cardiocentro non abbia ancora versato i 5 milioni di sua quota parte per l’acquisto e la ristrutturazione del Mizar di Molino Nuovo, dove è prevista la creazione di un centro di ricerca scientifica. Lo riferisce ‘Il caffé’: il Municipio cittadino ha chiesto spiegazioni ai vertici del Ctt. Il presidente della Fondazione, Giorgio Giudici ribatte che il Cardiocentro prima di pagare aspetta garanzie sul suo futuro.