La socialista di Lumino candidata in pectore alla Camera dei Cantoni. Afferma di ‘credere molto’ in un’area rosso-verde compatta alle ‘federali‘ di ottobre.
Ha ottenuto la deroga che le permette di ricandidarsi per la quarta volta alle elezioni federali. E se in ottobre verrà riconfermata al Consiglio nazionale – non v’è ragione di dubitarne – la prossima sarà in ogni caso la sua ultima legislatura alla Camera del popolo. Ma per Marina Carobbio Guscetti la prossima potrebbe anche essere la prima legislatura al Consiglio degli Stati. La sua doppia candidatura – Nazionale e Stati – è stata suggellata in occasione di un incontro con la Commissione ‘cerca’ del Partito socialista ieri a Bellinzona, all’indomani dell’annuncio del presidente Igor Righini di voler “concretizzare una collaborazione costruttiva sia coi Verdi, sia con l’insieme delle forze di sinistra del cantone” in vista delle elezioni ‘federali’. Se sbaraglierà una concorrenza che si prospetta agguerrita (Filippo Lombardi per il Ppd? Giovanni Merlini per il Plr?), la 52enne di Lumino diventerebbe la prima donna (e il primo esponente socialista) ticinese alla Camera dei Cantoni.
«Alcuni mesi fa – spiega alla ‘Regione’ Marina Carobbio Guscetti – la Commissione ‘cerca’ mi aveva chiesto se fossi interessata. Allora avevo dato la mia disponibilità di massima. Poi il mio nome era uscito all’ultimo Congresso del 18 novembre. Adesso ho confermato la mia disponibilità a candidarmi anche per gli Stati». Per l’ex consigliere nazionale Fabio Pedrina, membro della ‘Cerca’, «Marina Carobbio, anche grazie alla sua lunga esperienza e alla presidenza del Consiglio nazionale, ha la caratura per candidarsi al Consiglio degli Stati. La sua è l’unica candidatura possibile che non sia solo di ‘bandiera’, cioè con reali chances di essere condivisa all’interno dell’area rosso-verde e di potercela fare» il 20 ottobre, racimolando voti anche al di fuori del bacino elettorale di riferimento. Spetterà ora alle istanze del partito (al comitato cantonale, il 15 maggio; quindi al Congresso, il 16 giugno) ufficializzare la doppia candidatura. Una formalità.
Marina Carobbio Guscetti, perché ha annunciato la sua candidatura proprio ora, a due settimane dalle elezioni cantonali?
Alla ‘Commissione cerca’ lo scorso anno era stato affidato il mandato di allestire sia le liste per le ‘cantonali’, sia quelle per le ‘federali’. Oggi i tempi sono molto stretti: non possiamo più aspettare fino a dopo l’estate, come avveniva in passato, per portare avanti candidature credibili per il Nazionale e gli Stati, che devono passare dal comitato cantonale e dal congresso. L’esito delle ‘cantonali’ del 7 aprile sarà certamente un elemento importante che confluirà nelle valutazioni del Ps e degli altri partiti con cui si potrebbero congiungere le liste. Ma il fatto è che dopo le elezioni cantonali sarò assente: tra l’altro in aprile andrò in Africa con una delegazione della Presidenza del Consiglio nazionale.
A sinistra ci si guarda spesso in cagnesco o si litiga. Anche in Ticino. Cosa le fa dire che l’area rosso-verde si presenterà compatta in ottobre, conditio sine qua non per una candidatura di successo agli Stati?
Io ci credo molto, anche perché nel frattempo sia nei Verdi che nel Ps in Ticino ci sono stati cambiamenti: il dialogo è stato ripristinato. E poi a Berna lavoro molto con i Verdi e mi sono sempre impegnata sui temi ambientali [Marina Carobbio è tra l’altro vicepresidente dell’Iniziativa delle Alpi, ndr]. Ma, al di là della mia persona, credo sia davvero necessario costruire un’alleanza rosso-verde: abbiamo delle differenze, ma anche tanti obiettivi comuni. In questo contesto storico non capisco che senso abbia andare avanti ognuno per conto suo, precludendoci la possibilità reale di conquistare un secondo seggio al Nazionale [quello perso nel 2015 a favore della destra a seguito di una mancata congiunzione delle liste, ndr] e uno agli Stati. Si tratta di rafforzare la componente rosso-verde della Deputazione ticinese alle Camere, adesso sbilanciata verso destra. La mia candidatura, tra l’altro, è in linea con la volontà del Pss di portare candidate donne al Consiglio degli Stati.
Lei è profilata a sinistra. Cosa la rende eleggibile anche agli elettori non di ‘area’, indispensabili per raggiungere quel 50% dei voti più uno che servono per essere eletta agli Stati?
Ho una lunga esperienza politica e ho portato avanti temi, come la politica sanitaria, la parità di genere e la difesa delle minoranze linguistiche e culturali, che stanno a cuore ai ticinesi, dimostrando anche di essere capace di trovare delle soluzioni al di là dei confini politici.