Ticino

Quali controlli sulle residenze dei globalisti e dei manager?

Caso Kering/Luxury/Gucci e imposte evase: da Pronzini una serie di interrogativi sulle verifiche che competono al Cantone

Matteo Pronzini
27 gennaio 2019
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Una sfilza di interrogativi dopo le ultime novità emerse nell'inchiesta sull'evasione fiscale scoperta dal fisco italiano ad opera del gruppo del lusso Kering/Luxury/Gucci fra il 2011 e il 2017 attraverso operazioni contabili organizzate da consulenti di una società con sede a Lugano. Li sottopone al Consiglio di Stato ticinese il granconsigliere Mps Matteo Pronzini. Le autorità – attaca il deputato – effettuano verifiche nel caso in cui il manager di una società chiede il domicilio fiscale in Ticino? Se sì, com'è potuto sfuggire il fatto che una ventina di manager della Kering avessero false residenze? Effettuano controlli sul luogo di lavoro e al domicilio dei manager? Li hanno effettuati nel caso dei manager della Kering? Effettuano verifiche nel caso in cui una persona facoltosa chieda la tassazione in base al dispendio? Se sì come è potuto sfuggire il fatto che l’ex Ceo di Gucci esercitava un’attività lucrativa in Svizzera? Nel fissare la tassazione in base al dispendio si tiene conto anche dello standing del domicilio del richiedente? Quali altri criteri vengono presi in considerazione? Com'è possibile che una persona che abita in un appartamento di standing normale ottenga la tassazione a forfait? E più in generale: la situazione lavorativa dei globalisti viene riesaminata regolarmente? Come valuta il CdS la “pubblicità” scatenata da questa vicenda per il Ticino in generale e per la piazza finanziaria ed economica ticinese? Intende effettuare una valutazione credibile delle ripercussioni degli standard Beps sull’utile imposto in Ticino e sul conseguente introito fiscale delle aziende attualmente a beneficio di uno statuo fiscale speciale, in particolar modo del settore Moda e Commercio di materie prime?

Evasione per 1,4 miliardi di euro

L'atto parlamentare prende spunto dalla notizia pubblicata nei giorni scorsi secondo la quale ammonta a 1,4 miliardi di euro, con ricavi non dichiarati per circa 14,5 miliardi, la cifra evasa al fisco italiano dal gruppo del lusso francese Kering che possiede fra gli altri anche il marchio Gucci nonché lasociertà Luxury Goods che dal Ticino gestisce la movimentazione della merce nel mondo. “Grazie alle inchieste giornalistiche realizzate sul tema – annota Pronzini – ormai conosciamo molto bene il meccanismo grazie al quale il gruppo faceva figurare il 70% degli utili nel nostro cantone. Ora con il nuovo Piano di azione internazionale contro l’erosione della base fiscale e il trasferimento degli utili (Base Erosion and Profit Shifting, BepsS), al quale ha aderito anche la Svizzera, queste pratiche di ottimizzazione fiscale non saranno più tollerate e le autorità fiscali estere saranno sempre più determinate a recuperare le somme stratosferiche evase”. I primi effetti – aggiunge il granconsigliere – sono stati più che evidenti: “È bastato trasferire in Italia 150 dipendenti addetti alla fatturazione del gruppo per causare un crollo del gettito fiscale in più Comuni ticinesi”.

In Svizzera – prosegue Pronzini – però finora queste pratiche erano legali: “Non così invece per le false residenze in Ticino di manager e globalisti, rivelate da un’inchiesta del consorzio giornalistico European Investigative Collaborations (Eic). La posizione della autorità cantonali in questo caso è ben più problematica. L’inchiesta realizzata dalla Rts dimostra infatti che l’ex Ceo di Gucci, Patrizio Di Marco, ha beneficiato di una tassazione a forfait a Paradiso fra il 2010 e il 2014 quando in realtà risiedeva in Italia. Patrizio di Marco e la moglie possedevano in realtà un appartamento e un ufficio a Milano e il loro figlio è nato nel 2013 a Milano”. Secondo l’inchiesta giornalistica “il gruppo Kering non solo avrebbe aiutato Di Marco a eludere il fisco italiano, ma anche ad ottenere il domicilio e la tassazione da globalista in Ticino. L’operazione sarebbe stata orchestrata da Adelio Lardi, fiscalista e fiduciario di Lugano, segretario del Plr di Cadempino e membro dei Cda di diverse società del gruppo”.