Candidato in campagna elettorale, ma formalmente ancora direttore per via dei sei mesi di disdetta: il consiglio d'amministrazione si pronuncerà giovedì
La posizione di Elia Frapolli all’interno di TicinoTurismo sarà discussa giovedì dal Consiglio d’amministrazione dell’Agenzia. Riunione straordinaria e delicatissima, perché si tratterà di capire quali compiti affidare o precludere a Frapolli nei prossimi mesi, ovvero quando il periodo di disdetta del contratto di lavoro (6 mesi con scadenza il 31 maggio) si sovrapporrà alla campagna elettorale cui Frapolli parteciperà quale candidato Ppd per il Consiglio di Stato.
Se appare scontato che gli sarà chiesto di non rappresentare in pubblico TicinoTurismo, rimangono altre decisioni da prendere. Di certo, precisa il presidente dell’Agenzia turistica ticinese (Att) Aldo Rampazzi, «i contratti vanno rispettati», alludendo al periodo di disdetta. Ora, aggiunge, «si tratterà di trovare il modo per tenere TicinoTurismo fuori dalla campagna». Non sarà facile. Ieri il ‘Mattino’ ha dedicato mezza pagina proprio alla vicenda, chiedendosi se Frapolli sarà pagato per fare il candidato: «Più che dare le dimissioni, non so cosa si possa fare: non vedo decisione più drastica, chiara e trasparente», rileva il diretto interessato contattato da ‘laRegione’, puntualizzando che il ‘Mattino’ sbaglia parlando di lui in vacanza da qui a fine anno e dell’ammontare del suo stipendio: «Lunedì sarò al lavoro; le vacanze le farò più in là, forse una settimana a dicembre. E non guadagno come un consigliere di Stato». Detto ciò, aggiunge: «Per contratto devo rispettare il termine di sei mesi di disdetta. Questo perché l’Att deve poter contare su una buona transizione tra me e il nuovo direttore». A decidere se ciò sarà necessario «dovrà comunque essere il CdA. Quello che per me è chiaro è che durante quel periodo sarò pienamente a disposizione dell’Agenzia». Agenzia che potrebbe chiedergli di rimanere a casa... «A quel punto sarà però una sorta di ‘buonuscita’ e non ritengo sarebbe l’ideale. Ma ripeto: non tocca a me decidere». Non sarà pagato per fare campagna?, chiediamo. «No, sarò pagato per il lavoro all’Att». Ad aprile mancheranno due mesi alla fine del periodo di disdetta, facciamo notare. Che fare quindi in caso di elezione? «Bisognerà trovare un accordo diverso con l’Att, come hanno fatto gli altri consiglieri di Stato con i rispettivi datori di lavoro».