Ticino

C'è una mummia che cerca casa

Proprietario il Municipio di Brissago, che vuole esporla al pubblico. La vicesindaca Dell'Ora: 'Abbiamo interpellato l'Ufficio dei beni culturali'

Ti-Press
24 ottobre 2018
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Da anni giace all’ultimo piano dell’edificio dove ha sede il municipio. In un piccolo locale, fra quadri e altro materiale del passato appartenente al Comune. È in un sarcofago, o meglio in una teca di vetro. A Brissago c’è una mummia egizia. «L’unica in Ticino, una delle sette presenti oggi in Svizzera», ricorda alla ‘Regione’ la vicesindaco Eugenia Dell’Ora, titolare del Dicastero cultura e turismo. La mummia – verosimilmente dell’età tolemaica (v. sotto) e della quale hanno parlato in tempi recenti, la scorsa primavera, i portali liberatv.ch e ticinolibero.ch – cerca ora casa. «Come municipio – riprende Dell’Ora – stiamo valutando la possibilità di spostarla nel Palazzo Branca-Baccalà, che ospita già la mostra dedicata alla figura e all’opera di Ruggero Leoncavallo, per esporla finalmente al pubblico e anche per consentire gli allievi delle nostra scuola elementare di visionare un pezzo di archeologia». Il trasloco potrebbe però rivelarsi un’operazione piuttosto delicata. Proprio per questo, aggiunge, «qualche settimana fa abbiamo deciso di interpellare l’Ufficio dei beni culturali, per sapere quali accorgimenti adottare per trasferire la mummia, senza che subisca danni, e per sapere come esporla per darle il giusto risalto».

La volontà del locale Esecutivo è chiara. «La mummia è di proprietà di Brissago – sottolinea Dell’Ora con orgoglio – ed è nostra ferma intenzione valorizzare questo nostro patrimonio storico». Ricorda la vicesindaco: «Qui, nel palazzo del Municipio, ho frequentato le scuole. Nello stesso edificio c’era anche un piccolo museo, poi smantellato. La teca con la mummia è stata così sballottata di qua e di là, sempre all’interno di questo edificio». È però «arrivato il momento di mostrarla al pubblico». E di farne, perché no, anche «un’attrazione turistica». Storia e turismo. Un binomio che può funzionare. «L’intenzione del municipio di dare alla mummia una degna collocazione è più che lodevole e del tutto condivisibile – annota Simonetta Biaggio-Simona, capo dell’Ufficio dei beni culturali –. Non va peraltro dimenticato che, in ultima analisi, stiamo parlando di un defunto. Questo aspetto antropologico è importante: non si tratta di un oggetto qualsiasi, bensì di un reperto che merita assoluto rispetto». Questo caso però non ricade sotto la competenza dell’Ufficio perché il reperto non proviene dal territorio cantonale. «Ho fornito al municipio una serie di contatti con istituti specializzati d’Oltralpe, a cui indirizzarsi per avere la giusta consulenza su come trattare, conservare e restaurare la mummia. Dare un consiglio in tal senso mi sembra doveroso, perché la cultura non ha confini, tantomeno l’archeologia. Evidentemente l’Esecutivo potrà decidere in piena autonomia come muoversi».

Donna della dinastia tolemaica, morta tra il 323 e il 30 a.C.

“Il piccolo Museo di Brissago, sorto per donazione del brissaghese Zanoli che ebbe occasione di girare mezzo mondo, possiede, tra altre stranissime cose, anche una autentica mummia egiziana, l’unica esistente nel Ticino”. Così attacca l’approfondimento che nel 1943 la ‘Rivista storica ticinese’ dedicava all’originalissimo reperto conservato sulle rive del lago Verbano. Era stato trasportato tramite il dottor Zanoli (che in quel periodo aveva soggiornato in Egitto) dal Cairo a Brissago verso il 1887, nel periodo in cui venivano fatte a Akmim delle grandi scoperte archeologiche. Secondo le ipotesi formulate nel lavoro di licenza in Egittologia presentato all’Università di Ginevra, a firma di Lada Carazzetti, a cui fa riferimento il Municipio brissaghese, la zona di provenienza della mummia è quella di Akmim e il reperto risale all’età tolemaica, collocabile dunque tra il 323 e il 30 avanti Cristo.

Secondo quanto raccolto e pubblicato dalla già citata Rivista, il nome della defunta sarebbe ‘Ta Sherit En Jmen’, cioè figlia d’Amon. Un nome molto comune all’epoca della dinastia tolemaica, precisava alla Rivista l’egittologo Henri Wild a metà degli anni Quaranta. Già nel 1904 – fa sapere ancora il Municipio di Brissago – il Museo del Louvre, tramite la Direction des Musées nationaux, si interessò alla mummia. Nel 1912 per contro, per soddisfare la curiosità di un giornalista francese, è invece stato tagliato il cartonaggio che avvolge il corpo, senza tuttavia (e fortunatamente) toccarne la sua fasciatura.