Ticino

Spese telefoniche dei ministri, lettera al procuratore generale

Il deputato Mps Matteo Pronzini chiede di verificare l'eventuale presenza di reati, tra i quali l'abuso d'autorità, sui rimborsi ai Consiglieri di Stato

28 agosto 2018
|

Quel rimborso sulle spese telefoniche merita di essere nuovamente analizzato dal Ministero Pubblico. A sostenerlo è il deputato Mps Matteo Pronzini, il quale torna alla carica – dopo due decreti d'abbandono fimrati dall'ex procuratore generale John Noseda – sul rimborso forfettario percepito dai Consiglieri di Stato. Lo fa scrivendo al nuovo Pg, Andrea Pagani.

“Tra i mesi di febbraio e marzo 2018, il Suo predecessore ha emesso due decreti d’abbandono in relazione ai rimborsi spese e diritti di carica dei Consiglieri di Stato – scrive il granconsigliere nella missiva –. Tra questi 'rimborsi' vi è anche un importo forfettario per supposte spese telefoniche. Nello specifico, questo rimborso forfettario, come ben evidenziato nei due decreti d’abbandono, risulta privo di base legale, dal momento che non è mai stato approvato dall’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio. Per di più – annota –, esso non è minimamente in correlazione plausibile con spese realmente sostenute dagli interessati. Nel frattempo, come segnalato dagli organi di stampa, una proposta di revisione del regime forfettario sottoposta dall’Esecutivo all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio è stata rinviata al mittente, ragione per la quale l’assetto giuridico risultante dall’approvazione data dall’Ufficio presidenziale, nel 2011, a un rimborso forfettario limitato a 15'000 franchi è rimasto, ad oggi, del tutto immutato”.

Pronzini, in seguito, ricorda la motivazione sulla scorta della quale Noseda non aveva ritenuto, a suo tempo,di dover emettere dei decreti d’accusa: “consisteva essenzialmente nell’assenza dell’elemento soggettivo, anche solo nella forma del dolo eventuale, in capo agli interessati; conclusione alla quale l'ex Pg era giunto dopo aver esaminato gli atti e dopo aver interrogato al riguardo le persone coinvolte, con riferimento agli sviluppi fattuali intervenuti sino ad allora”.

“Nel frattempo, i Consiglieri di Stato – con l’eccezione di Manuele Bertoli-, noncuranti degli avvertimenti contenuti nei decreti d’abbandono circa i gravi problemi giuridici che inficiano determinate prestazioni, nonché del fatto che l’Ufficio presidenziale ha in seguito bocciato una loro proposta tendente a sanare in parte il rimborso forfettario delle spese telefoniche, continuano a versarsi tale rimborso spese illegale; non solo non ne hanno deciso la soppressione, ma non risulta neppure che abbiano ritenuto opportuno procedere a una sospensione dello stesso a titolo cautelativo”.

Da qui, la richiesta formale fatta al Procuratore generale: “Poiché la conoscenza di questa situazione d’illegalità non ha provocato alcun ravvedimento da parte dei diretti interessati (con l’eccezione di Manuele Bertoli), le chiedo formalmente di verificare, intraprendendo gli atti procedurali che riterrà necessari, se i rilievi e le conclusioni concernenti l’elemento soggettivo contenuti in particolare nel secondo decreto d’abbandono adottato dal Suo predecessore rimangono validi a far tempo dallo scorso mese di marzo, o se deve invece essere promossa, contro i Consiglieri di Stato attualmente in carica, l’accusa per reato di abuso d’autorità o altri eventuali reati”.