Il dietrofront del governo sulla legge artigiani, dopo la sentenza del Tram. Altre modifiche la renderebbero 'poco efficace' e 'troppo onerosa'
Il Consiglio di Stato ticinese ha deciso di principio che la Lia, la Legge sulle imprese artigianali (vittima di numerose contestazioni) e il relativo albo vanno abrogati. Come anticipato dalla Rsi, il dietrofront del governo arriva a poca distanza dalle due recenti sentenze del Tribunale amministrativo cantonale (Tram) sui ricorsi della Commissione della concorrenza (Comco), che l'ha considerata non conforme al diritto superiore poiché in contrasto con la Legge sul mercato interno, oltre che lesiva del principio di proporzionalità. A novembre una prima sentenza dello stesso Tribunale su un ricorso inoltrato da una ditta sopracenerina aveva già ritenuto illegale l'obbligo di iscrizione all'albo.
La decisione di principio del governo è stata confermata con un comunicato stampa nel pomeriggio, in cui si indica come il Dipartimento del territorio “è stato incaricato di intraprendere i passi necessari all'abrogazione della normativa”, considerate sia le sentenze del Tram che “l'esito delle perizie giuridiche già in possesso del governo”.
“Il Consiglio di Stato – prosegue il comunicato –, discutendo i passi da intraprendere alla luce di questi sviluppi, ha convenuto che le modifiche da apportare alla Legge nel tentativo di renderla compatibile al diritto superiore renderebbero il sistema di controllo poco efficace, sproporzionato rispetto ai risultati conseguibili e troppo oneroso per l’ente pubblico“. Tra le ipotesi avanzate in questi mesi di incertezza giuridica vi era anche quella dell'Unione delle associazioni dell'edilizia (Uae) di rendere l'iscrizione all'albo opzionale. Ipotesi che, come detto, l'Esecutivo non ritiene percorribile.
“Le varie implicazioni pratiche di questa decisione di principio (vi è una Commissione di vigilanza che si occupa anche della parte amministrativa della tenuta dell'albo, ndr) saranno esaminate nella fase di allestimento del messaggio all’indirizzo al Gran Consiglio. È pertanto prematuro sollecitare in questo momento risposte dettagliate su temi puntuali, la cui disamina avverrà unicamente nel corso delle prossime settimane. In parallelo, il Consiglio di Stato ha riaffermato la propria determinazione nel proteggere il mercato del lavoro ticinese da ogni forma di concorrenza sleale. A questo scopo, il Dipartimento delle finanze e dell’economia effettuerà un’ulteriore campagna di sensibilizzazione delle Commissioni paritetiche, con l’obiettivo di potenziare ulteriormente gli organi di controllo oggi già attivi. In secondo luogo, il DFE valuterà la possibilità di proseguire anche oltre il 2020 nell’applicazione del controprogetto all’iniziativa popolare 'Basta con il dumping salariale in Ticino'”.