Lo sostiene il rapporto giuridico inviato alla sottocommissione parlamentare che sta lavorando sui rimborsi al governo
Il Gran Consiglio può dare avvio a una procedura civile, per una pretesa di risarcimento, contro il Consiglio di Stato e contro gli ex ‘ministri’ per i rimborsi spesa incassati senza il rispetto delle legalità, ovvero il nullaosta dell’Ufficio presidenziale del parlamento. La scelta sulla procedura civile, se decisa, dovrebbe poter contare sulla maggioranza assoluta dei membri del parlamento. È quanto sostengono Gionata Buzzini, segretario generale e Tiziano Veronelli, consulente giuridico, entrambi a disposizione del Gran Consiglio, a cui la sottocommissione della Gestione ha chiesto un parere per meglio comprendere l’intera vicenda. Il rapporto è giunto sul tavolo dei deputati-commissari con un più nutrito dossier spedito dal Controllo cantonale delle finanze (Ccf) che quantifica finanziariamente i rimborsi con verifiche di dettaglio, riassume la revisione specifica a partire dal 2005 e presenta una cronologia (dal 1999) degli aspetti significativi presi in esame dal Ccf. Una lunga serie di cifre e riferimenti necessari per capire la complessa vicenda. Il tutto per fare chiarezza – come chiesto dalla sottocommissione coordinata da Fabio Bacchetta-Cattori – sugli aspetti giuridico-amministrativi. Ma torniamo al rapporto del segretario generale e del giurista, decisamente più descrittivo e “diretto”. Intanto si conferma la procedura negligente del governo messa in atto dal maggio 2005 al dicembre 2011, “avendo il Consiglio di Stato omesso di sottoporre all’Up, per approvazione, il regime di rimborso forfettario introdotto nel 1999”. Stesso discorso per le due note a protocollo 44/2011 e 103/2016. I due consulenti prendono anche in esame l’ipotesi secondo la quale la Gestione era stata comunque informata regolarmente dal Ccf; ipotesi importante perché potrebbe spostare indietro nel tempo i termini di prescrizione della pretesa di rimborso. Orbene, “benché non escludibile a priori, tale ipotesi [la conoscenza dei fatti, ndr] appare tuttavia meno probabile, considerato il tenore sintetico dei rilievi del Ccf”. Non ultimo, il trattamento a fine carriera goduto anche dal cancelliere (due mensilità): la decisione spettava al governo, si osserva, ma si è violata la legge relativa agli stipendi dei dipendenti dello Stato.