Studio Supsi: gran parte dei beneficiari non ha un diploma di studio dopo la scuola dell'obbligo e proviene da contesti familiari difficili. Critico il Sisa.

I giovani che attualmente beneficiano di aiuto sociale nella maggior parte dei casi non hanno un diploma di studio di livello post-obbligatorio. Gran parte di loro proviene da contesti familiari economicamente, e a volte anche socialmente, molto svantaggiati. Questo il quadro che emerge da uno studio commissionato dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS), condotto dal Centro innovazione e ricerca sui sistemi educativi della SUPSI (CIRSE). Dei suoi risultati il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) prende atto “con rammarico, ma senza particolare stupore".
La ricerca – commissionata dal DECS con il supporto del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) – hanno evidenziato alcuni aspetti critici, sia rispetto ai percorsi scolastici, che nei percorsi di vita, sociale e familiare, indica una nota diramata oggi dal Decs.
I risultati principali in pillole:
Lo studio, sottolinea il Decs, evidenzia la necessità di "interventi mirati e precoci, con un maggior coordinamento tra gli enti e gli uffici che, in diversi momenti e con misure diversificate, accompagnano questi giovani nella transizione tra la scuola e il lavoro".
Il Sisa, in una nota odierna, afferma di trovare nello studio della Supsi una conferma di quanto va denunciando da anni: e cioè che l’origine sociale costituisce ancora un fattore di grave e intollerabile discriminazione per quanto concerne le opportunità scolastiche e professionali dei giovani ticinesi. Il Sisa fa una lista di rivendicazioni: