A Chiasso si rinnova per il quinto anno l'appuntamento con l'esposizione gratuita di un'opera appartenente a una collezione privata
È «un omaggio nel mondo dell'arte» quello che il m.a.x museo di Chiasso offre anche quest'anno alla popolazione e agli appassionati. Per il quinto anno viene infatti riproposta l'esposizione dell'avvento che ha come protagonista la ‘Madonna con il Bambino e angeli’ di Filippino Lippi (Prato 1457 - Firenze 1504) e bottega con Vincenzo Frediani. Appartenente a una collezione privata, l'opera d'arte potrà essere ammirata gratuitamente fino al 6 gennaio 2025 nell'atrio del museo. Il quadro è stato temporaneamente trasferito dal caveau d'arte dell'Olg International di Chiasso, dove viene abitualmente custodito. «Un museo nascosto – così lo ha definito Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice di m.a.x museo e Spazio Officina –. Possiamo esporre questa chicca al pubblico grazie all'accordo sancito con il sostegno del Comune di Chiasso e alla collaborazione degli sponsor tecnici Assicurazione Helvetia e Age Sa». L'allestimento segue infatti «tutti i criteri museali, quindi anche un'illuminazione particolarmente pregiata che garantisce la conservazione dei massimi livelli dell'opera». Questa esposizione gratuita vuole essere anche «un simbolo – ha spiegato il sindaco di Chiasso, nonché capodicastero Attività culturali, Bruno Arrigoni –. Abbiamo iniziato nel 2020, in piena pandemia, andando quindi controcorrente con un'iniziativa che non sapevamo dove ci avrebbe portato. Per una realtà come la nostra, oggi Chiasso ha un deficit notevole, ma la cultura resta un dogma che fa parte del nostro comune e nel nostro piccolo cerchiamo di proporre iniziative mirate».
È toccato alla direttrice e allo storico dell'arte Filippo Timo spiegare i dettagli dell'opera d'arte. Fra il 1482 e il 1483 Filippino Lippi si trovò a dover affrontare l’arduo compito di creare una variazione neoplatonica sul tradizionale tema della Madonna con il Bambino. Egli raffigurò sulla tavola un angelo che con un’estrema delicatezza porge un piatto dorato con dei fiori di garofani rossi al Bambino Gesù, e questi ne compone con l’altra mano un mazzolino da offrire alla Madonna. Il mazzolino è il punto di vista centrale della composizione prospettica dettata dalle linee di fuga delle pianelle del pavimento come anche dai lacunari di composizione brunelleschiana della volta a botte sottolineata dalle cornici in pietra serena grigia degli archi a tutto sesto e i due oculi soprastanti. Al centro la Madonna sostiene il Bambino con una posa molto naturale del braccio destro che passa sotto e sopra le gambine del Bambino Gesù, il quale ha l’aureola intorno alla testa ripartita regolarmente da coralli simbolo del sacrificio che lo attende. Tutti i particolari degli ornamenti delle vesti e le decorazioni architettoniche sono dipinti dal Lippi con grande dovizia e nel dettaglio accurato dei motivi ornamentali. Nella composizione complessiva la Madonna è posta al centro e sta solennemente a guardare, mentre tre angeli sulla destra stanno cantando ai suoi piedi. Uno guarda il Bambino e ha l’indice teso, come per tenere il ritmo, e si appoggia alla mano del compagno per comunicare con lui senza parlare. Il secondo angelo ha in mano un rotolo su cui è fedelmente riportata una partitura, andata rovinata nella bozza preparatoria, ma nel tondo finale si leggono le chiavi musicali, le note e i segni di ripetizione, che furono trascritte dallo studioso Scherliess e più dettagliatamente da McGee vent’anni fa.
Gli studiosi concordano che il pezzo musicale nel dipinto di Filippino Lippi sia scritto in uno stile compositivo in uso in Italia negli anni Settanta e Ottanta del Quattrocento, riscontrabile anche nelle opere italiane di H. Isaac che all’inizio del 1484 lavorava a Firenze. È stato così individuato dallo studioso Blackburn il fatto che le prime tre battute delle due voci ricalchino la famosa composizione intitolata ‘Fortuna desperata’, composta prima del 1478, e diffusa al museo nella versione di Alexander Agricola. «Una delle caratteristiche di questa esposizione – ha aggiunto Ossanna Cavadini – è che chiunque può avvicinarsi, sedersi davanti, ammirare il lavoro, leggere la descrizione dell'opera e la presentazione dell'autore con il sottofondo musicale».
Grazie all'esposizione chiassese, l'eredità artistica di Filippino Lippi potrà arricchirsi. «L'occasione è ghiotta – ha concluso Nicoletta Ossanna Cavadini –. In sinergia con consulenti e storici dell’arte abbiamo potuto avviare ricerche e restituito alla committenza un bel dossier confrontato con le nostre esperienze scientifiche». Una mostra, ha aggiunto Filippo Timo, «permette di portare alla visione del pubblico qualcosa che normalmente non è accessibile. I piccoli tasselli dell'opera permettono di scoprire un mondo di dettagli e significati». La ‘Madonna con il Bambino e angeli’ ha già vissuto tre fasi. È infatti entrata a far parte della Collezione della New York Historical Society nel tardo XIX secolo ed è stata esposta a New York dopo il 1908. Insieme a una serie di altre opere, è tornata sul mercato nel 1980. Anno in cui è entrata a far parte dell'attuale collezione privata. «Oggi possiamo scrivere una nuova pagina storico-critica di questo dipinto, che ci permette di dire ancora qualcosa di nuovo», ha concluso il critico d'arte.