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Due vite spezzate, una tragica curva

L'incidente di venerdì e la strada cantonale a Capolago saranno al centro della prossima riunione della Commissione di Quartiere

Ciò che è rimasto delle due auto
(Rescue Media)
11 novembre 2024
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Alla luce del giorno, nelle ore successive allo schianto che, venerdì sera, attorno alle 21, sulla strada cantonale in zona Segoma, a Capolago, in un attimo ha spezzato due vite, restano i fiori posati dall’affetto di alcune persone, lì sul luogo dell’incidente, e rimane l’incredulità per quanto è capitato. Sulla dinamica dello scontro frontale che ha reso irriconoscibili le due vetture coinvolte, solo l’inchiesta di Polizia potrà ora fare chiarezza.

Un impatto violento

Certo è che delle due auto sull’asfalto è rimasto ben poco. Ciò che lascia solo immaginare la violenza dell’impatto che si è portato via la vita di un 30enne di Rovio, muratore di formazione, padre di una bambina piccola, e un 48enne frontaliere di Saltrio, in provincia di Varese. Sino a sabato mattina si è temuto, del resto, anche per la vita della 42enne del Luganese – rimasta ferita in modo grave ma poi dichiarata fuori pericolo dai sanitari – che procedeva in senso inverso con la sua auto lungo via Carlo Maderno e che si è vista venire addosso il veicolo dei due uomini, diretto verso Melano. Veicolo alla cui guida vi era il 30enne, il quale all’improvviso ha perso il controllo; le verifiche tecniche, come detto, diranno se all’origine vi è stata la velocità eccessiva, la guida spericolata o un altro problema.

Stessa strada, altri incidenti

Non è la prima volta, d’altro canto, che lungo quella tratta dalla cantonale, fra Mendrisio e Melano, si verificano degli incidenti stradali, anche con gravi conseguenze. Nel corso degli anni le cronache ne hanno raccontati diversi. L’ultimo ad affiorare alla memoria, però, è recente e rimanda a una sera del maggio scorso. Stessa zona, stesso orario, in quel caso una vettura che procedeva in direzione di Capolago, sbandava e si capottava, terminando la sua corsa sul tetto. Il bilancio? Tre feriti, di cui uno in modo grave.

Se ne parlerà in Commissione di Quartiere

Difficile, insomma, non porsi qualche interrogativo, anche sulla eventuale pericolosità della strada. La statistica degli incidenti, anche negli ultimi mesi, non è sfuggita, d’altra parte, neppure alla Commissione di Quartiere di Capolago. In occasione della sua prossima riunione, attorno al tavolo del gremio locale, ci conferma il vice presidente Raffaele Bortolotto, si affronterà l’argomento.

Quella semicurva in zona Segoma (provenendo da Mendrisio) potrebbe invitare a spingere sull’acceleratore. «Poi – rimarca Bortolotto – come sempre sta al buon senso delle persone. Occorre sensibilizzare gli automobilisti. Come lo è la velocità, un altro nemico di chi è alla guida è la distrazione. Io da ciclista me ne rendo conto: mi capita di vederne con il telefonino in mano. Soffermandosi sul tratto stradale in zona Segoma, non pone dei problemi particolari. È proprio la conformazione di quel pezzo di cantonale. Non so se una maggiore segnaletica, quindi, potrebbe servire a richiamare l’attenzione di chi transita».

Alla lente c’è finito un altro tratto

In passato i riflettori dell’autorità comunale si erano già accesi, ma sul tratto precedente a quello teatro dello scontro di venerdì sera, e che racchiude la parte tra l’attuale rotonda all’altezza del supermercato e il bar Buck. «Su quella tratta abbiamo scritto più lettere – ci ricorda Samuel Maffi, capodicastero Sicurezza e prossimità –, concentrandoci però in particolare sulla sicurezza dei pedoni, in riferimento ad esempio alle strisce pedonali. Temi sui quali peraltro ci sollecitava la popolazione e che, essendo una strada cantonale, vanno comunque portati avanti con l’autorità superiore. Sull’incidente di venerdì? Bisogna lasciare fare all’inchiesta. Va detto che se si rispettano le norme quella strada non si può dire che non sia sicura».

‘Il secondo caso, malgrado i controlli’

Partecipe di quanto avviene nel suo Quartiere, anche sui banchi del Consiglio comunale, Giovanni Poloni è rimasto colpito come molti da quello schianto fatale. «Il mio pensiero – ci dice – va dapprima alla conducente che si è trovata coinvolta nell’incidente, rimasta ferita in modo grave. Fa male anche leggere della morte di due persone. Qualsiasi tratto stradale è pericoloso – annota –, soprattutto se non si ha la padronanza del veicolo o non si è in condizioni di condurre, indipendentemente dal limite di velocità e conformazione della strada. Anche abbassando ulteriormente i limiti il rischio zero non esiste. Purtroppo, è il secondo incidente grave in poco tempo su questa tratta fuori dall’abitato, tra Mendrisio e Capolago, malgrado la presenza di pattuglie, controlli di velocità e un traffico intenso in gran parte delle ore della giornata. Sta ora alle autorità competenti stabilire la dinamica e le cause dell’incidente».

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