Da qualche mese nel Comune è nata un’associazione che si è posta l’obiettivo di promuovere il patrimonio locale attraverso dei filmati
Galeotta fu quella chiesa vuota. A causa della pandemia, era ormai da qualche mese che molte persone mettevano raramente piede nella chiesa di Sant’Antonio a Balerna. E proprio per i giorni di festa dal 12 al 14 giugno 2020, in occasione delle celebrazioni del santo deceduto a Padova nel 1231, la folla prevista per la ricorrenza era superiore a quella ammessa in quel momento, secondo le restrizioni dettate dalla Confederazione. Ecco dunque che un gruppo di amici, su commissione della Pro Sant’Antonio, ha deciso di trasmettere in streaming le messe e di rendere quei giorni di festa più accessibili. Da questa volontà di diffondere dei messaggi e le immagini storiche e artistiche presenti all’interno dell’edificio religioso, è nata, la scorsa primavera, ‘L’associazione valorizzazione beni culturali della Svizzera italiana’ con sede a Balerna.
Come ci spiega Silvio Pellegrini, presidente dell’associazione, il loro intento è valorizzare i beni culturali in una forma multimediale: «La nostra peculiarità è quella di creare dei contenuti con il supporto di video e immagini, ai quali aggiungiamo dei commenti. Vogliamo lasciare delle testimonianze anche per chi verrà dopo di noi». Con questa forma di documentario, l’associazione ha già realizzato due opere: la prima dedicata al Santuario di Sant’Antonio di Cereda, presentata anche al concorso del 40esimo anno dell’Associazione Video Autori Mendrisiotto, e la seconda sulla poesia dialettale di Maurizio Rusca, già plurivincitore del concorso ‘vegn sciá cünta sü’. «A fine maggio – precisa Roberto Regazzoni, regista e membro dell’associazione –, abbiamo ripreso una serata in suo onore, durante la quale sono state lette alcune poesie raccolte nella sua ultima opera ‘Vess l’istéss’».
Quest’ultima occasione è servita per farsi conoscere al pubblico. «Il Comune, in particolare i rappresentanti del dicastero Cultura – prosegue Regazzoni –, ci ha accolto con entusiasmo, uno stimolo per noi, dato che gli spunti su cui lavorare in loco non mancano. Infatti, a Balerna abbiamo un’ampia varietà di beni culturali (14 sono tutelati a livello cantonale o locale, stando all’Inventario dei beni culturali del Dipartimento del territorio, ndr). Tuttavia, non vogliamo limitarci ai soli beni materiali; la cultura è anche altro, come appunto la poesia o le storie di personaggi dimenticati». Ed è proprio su questa riflessione che è nato il loro ultimo progetto, che presenteranno il 22 febbraio 2025 nel salone della Nunziatura di Balerna e che «riguarda la vita di Antonio Cattaneo, un balernitano legato alla storia italiana e a quella americana». L’allora 26enne Cattaneo nel 1859 prese parte come volontario alla Seconda guerra d’indipendenza italiana al seguito di Giuseppe Garibaldi e così fece altre tre volte fino al 1867. Sempre con l’eroe dei due mondi, nel 1860 partecipò allo sbarco a Marsala e, non domo, partì per l’America – grazie a una lettera di raccomandazione scritta da Garibaldi stesso –, per partecipare alla guerra di secessione. Inoltre, nonostante sia stato scomunicato dal papa, nei pressi della chiesa di Sant’Antonio è presente una lapide nella quale questo eroe nostrano viene descritto come “capitano nelle armate svizzera e americana, soldato, tenente, capitano nelle file Garibaldi. Valoroso e prode sempre”.
Nel comune, gli edifici storici legati alla Chiesa rivestono un’importanza notevole. Tra questi spiccano il Battistero di San Giovanni e della Vergine e la chiesa Collegiata di San Vittore Martire. Quest’ultima, da circa due anni, è in fase di restauro e i lavori si concluderanno entro la fine del mese. E proprio l’ultima domenica d’ottobre si terrà la messa per celebrare la riapertura della chiesa, il rinnovo anche degli affreschi e degli stucchi e la solenne dedicazione dell’altare. Per l’occasione ci sarà anche la presenza dell’amministratore apostolico della diocesi di Lugano, Monsignor Alain de Raemy.
Data la sua importanza storica – è una delle chiese più antiche del distretto, attestata già in un documento del 789 –, l’edificio di culto non poteva non attirare l’attenzione della giovane associazione: «Ancora non ci siamo fatti avanti – afferma Pellegrini –, ma vorremmo proporre al Consiglio parrocchiale di realizzare un filmato proprio sul nuovo aspetto della Collegiata». I progetti dell’associazione, come si evince, sono solo all’inizio e, come conclude Roberto Regazzoni, i loro orizzonti sono più ampi: «Non vogliamo limitarci geograficamente al nostro comune o al Mendrisiotto. Infatti, nel nome dell’associazione è inclusa la dicitura ‘della Svizzera italiana’».