In vista del 2025, il comitato direttivo ha in serbo delle novità di rilievo. Tra queste spicca la creazione di un nuovo logo
Il loro è un logo ben conosciuto nel Mendrisiotto. Ma dopo 25 anni sarà destinato ad andare in pensione. Stiamo parlando dell’immagine dei due ragazzi che, in modo giocoso, tengono in mano un’amaca con la scritta ‘Amac’, acronimo dell’Associazione monitori e animatori colonie di Mendrisio. Questa sarà la novità più rilevante in occasione dei festeggiamenti del quarto di secolo previsti nel 2025. L’anno prossimo sarà anche un momento per ripercorrere il passato, che va da una bella scommessa vinta al rischio di fallimento evitato grazie alla solidarietà.
L’inizio delle attività, proposte dai quattro fondatori, inizia già nel 1999. Con il ‘Pelüscha Club’ si era pensato di organizzare dei fine settimana con manifestazioni che andassero al di là dei soliti eventi fini a sé stessi; l’obiettivo era quello di rafforzare i legami anche al di fuori della stagione calda e cercare di mantenerli pure durante i mesi a venire. Lo scopo fu raggiunto. A Sonogno, in quell’inverno, al ‘Pelüscha Weekend’ parteciparono oltre 70 persone: proprio in quella festa si gettarono le basi dell’attuale associazione creata l’anno successivo.
Come ci spiega Michele Aramini, uno dei fondatori e il direttore di Amac, «siamo nati con uno spirito goliardico e quasi per gioco. Non avremmo mai creduto di arrivare fino a qui e, soprattutto, nel 2002 ritenevamo impossibile creare una nostra colonia. Ora siamo arrivati a 23 anni da quel primo campo estivo (tenutosi a Rodi-Fiesso, ndr). In questi anni abbiamo ricevuto l’appoggio da parte dei Comuni e del Cantone e siamo diventati un interlocutore autorevole per le questioni legate alle colonie. Tutto questo sta a significare che la scommessa iniziale è stata vinta».
Il periodo pandemico ha chiuso quasi tutte le attività di socializzazione, specialmente quelle nelle quali si riunivano un gran numero di persone. E proprio in quel periodo Amac ha rischiato di chiudere i battenti: «Tutto quello che proponiamo viene finanziato da attività collaterali che svolgiamo, come recentemente fatto alla Sagra dell’Uva di Mendrisio – prosegue Aramini –. Nel 2020, quando hanno chiuso tutto, le nostre entrate erano nulle. Arrivati a quel punto, a disposizione avevamo solo i soldi per pagare le spese fisse fino a giugno e poi saremmo stati costretti a chiudere l’associazione a causa dell’esaurimento dei fondi». Ma proprio in quel momento, il forte legame con il territorio ha avuto il suo effetto. «Quando l’informazione riguardante le nostre difficoltà è iniziata a circolare, abbiamo ricevuto un supporto da parte della popolazione, delle autorità e delle aziende, dimostrandoci grande affetto. Chi in maniera pratica, come il Comune che ci ha messo a disposizione degli spazi gratuiti nei quali depositare tutto il nostro materiale, e chi con un sostegno economico, con donazioni da 20 franchi fino anche a qualche migliaio, siamo riusciti a superare la pandemia». L’aiuto, per di più, non veniva solo dagli affezionati, ma, «anche da gente a noi sconosciuta – continua –. Tutto questo è stato commovente perché non ci aspettavamo una vicinanza simile».
Superato il momento no, l’Amac è ritornata ai ritmi prepandemici e ora si concentra sul futuro. «Sicuramente ci sarà un momento di festa ufficiale anche legato alle colonie di Rodi-Fiesso, ma i dettagli ancora non sono definiti. La novità più significativa sarà il nuovo logo». Nell’ambito dei festeggiamenti del quarto di secolo dalla fondazione dell’associazione, tra le varie novità previste per il futuro, intende appunto rinnovare la sua immagine. L’obiettivo è farlo già entro la fine del 2024, così da iniziare l’anno del giubileo con un logo rinnovato. Lo si evince anche da un recente comunicato di Amac: “Siamo molto affezionati al logo originale e crediamo che sia un elemento importante per la comunicazione della nostra associazione. Tuttavia, siamo anche convinti che questo importante anniversario sia l’occasione giusta per darci un’immagine al passo con i tempi”. Come ci ricorda Aramini, «il primo logo era stato creato a mano da uno dei primi membri dell’associazione ed era nato per l’assonanza tra ‘Amac’ e amaca, dunque senza un legame con quanto offriamo; era semplicemente come un gioco. Oltretutto, il logo attuale, a livello grafico, non è proprio semplice da utilizzare, date le sue caratteristiche stilistiche».
Tutte le persone con un’idea propositiva sono dunque invitate da Amac a partecipare al concorso che prevede la realizzazione della nuova immagine. Per incentivare la popolazione a partecipare, l’associazione ha previsto un buono acquisto di 500 franchi per la persona che presenterà il logo vincitore. Tra le direttive ci sono dei formati immagine specifici; una versione nella quale dovrà comparire il nome completo dell’associazione e con la sola parte grafica con l’acronimo ‘Amac’; l’invio di una descrizione del concetto utilizzato per la realizzazione e, come conclude Michele Aramini, «vorremmo che la nuova immagine che ci accompagnerà nelle nostre attività, sia inerente con ciò che proponiamo». Per maggiori informazioni riguardo al concorso, è possibile consultare il sito web amacolonia.ch.