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Caduti (in via definitiva) i divieti nel nucleo di Ligornetto

Dopo un decennio di contenzioso fra Mendrisio e Stabio la seconda sentenza del Tribunale federale scrive la parola fine. ‘Il traffico? Problema di tutti’

Liberi tutti
(Ti-Press/Archivio)
6 settembre 2024
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Ci si è confrontati, anche in modo vigoroso. Ci si è accapigliati. E (forse) qualcuno ci ha perso pure il sonno. Tutto per un divieto di transito a fasce orarie, calato ormai undici anni orsono (e in via sperimentale) sul nucleo storico di Ligornetto. A memoria mai prescrizioni locali sul traffico sono state tanto litigiose. E di rado per una segnaletica ci si è ritrovati in un contenzioso decennale, passato da un grado di giudizio all’altro e approdato per ben due volte davanti all’Alta Corte di Losanna. E proprio il Tribunale federale (Tf), a fine luglio, ha scritto la parola fine sulla vertenza che ha visto, “l’un contro l’altro armato”, i Comuni di Mendrisio e Stabio. Sì, perché la morale (giuridica) della storia è che il centro del Quartiere resterà aperto al via vai motorizzato. Nessuna limitazione, insomma, neppure – come nelle intenzioni – nelle ore di punta – dalle 5 alle 8 e dalle 16.30 alle 19.30 – dei giorni feriali. Come dire che, conclusa anche l’ultima fase del cantiere che da un anno a questa parte interessa le vie centrali di Ligornetto, saranno... liberi tutti.

Questione di decibel

Già nella loro prima sentenza, nel giugno del 2023, i giudici federali erano stati chiari. Senza un risanamento fonico delle aree del territorio sotto l’influsso del traffico – in particolare transfrontaliero – che le attraversa, non è possibile introdurre una segnaletica che, giocoforza, riversa su altre strade – incluse quelle del vicino (Stabio) – i veicoli allontanati dal nucleo di Ligornetto. E questo a maggior ragione se il trasferimento di traffico risulta essere “significativo”, come nel caso del nucleo di San Pietro di Stabio, dove, osservava l’Alta Corte in prima battuta, già sono presenti “superamenti dei valori di immissione”, tanto da essere soggetto a risanamento. Di fatto, ribadisce oggi il Tf, il progetto chiamato a porre rimedio ai decibel di troppo non ha tenuto conto dell’aumento del carico veicolare indotto dalla chiusura parziale a Ligornetto, i cui effetti “non sono stati esaminati e chiariti”. Di conseguenza, concludono i giudici losannesi, “per decidere con cognizione di causa” occorre infatti ancora “eseguire accertamenti e valutazioni supplementari sotto il profilo fonico e coordinare le procedure in applicazione della Lcoord (Legge sul coordinamento delle procedure)”. In alte parole segnaletica e ‘bonifica’ fonica devono procedere di pari passo.

Lacune galeotte

Ecco perché il Tribunale federale la sua prima volta ha rinviato il dossier alla Corte cantonale – ovvero il Tribunale cantonale amministrativo (Tram) –, la quale il dicembre scorso aveva rilevato che “le prescrizioni locali concernenti il traffico non potevano essere adottate prima di accertare l’incremento delle immissioni foniche causate dall’aumento del traffico sul territorio del Comune di Stabio e di rivalutare conseguentemente il progetto di risanamento fonico, riesaminando altresì le facilitazioni concesse dal Dipartimento del territorio”. Carenze di fronte alle quali le nuove regole sulla circolazione nel Quartiere, pianificate un decennio fa – sollevando peraltro anche le resistenze di alcuni privati –, sono state annullate. Una decisione risultata indigesta per il Municipio Mendrisio, che si è appellato all’istanza superiore e rimesso la diatriba nelle mani del Tf, ritrovandosi adesso con un nulla di fatto.

‘Siamo ai piedi della scala’

«Annullata la pubblicazione della segnaletica, oggi ci ritroviamo ai piedi della scala – commenta Samuel Maffi, a capo del Dicastero sicurezza e prossimità, che ha seguito l’incarto sin dall’inizio –. Il dubbio adesso è capire cosa fare. Anche perché la volontà del Comune di Stabio è piuttosto chiara. Quindi di fronte a qualsivoglia nuovo passo nella stessa direzione, si potrebbe aprire un iter decennale. Resta da valutare – annota ancora Maffi – se vi sono altre vie d’uscita, che rimangono comunque tutte da esplorare. Bisogna ragionarci su. Nell’immediato non è previsto nulla». Sullo sfondo la prospettiva, si lascia intendere, di ritrovarsi con investimenti da centinaia di migliaia di franchi per studi e approfondimenti su un intervento che rischia di non ricevere neanche un consenso minimo al’intenro del comprensorio.

Mendrisio, in ogni caso, difende la sua azione tenace a favore della chiusura del nucleo di Ligornetto al traffico ‘parassitario’. «Dal canto nostro – rimarca ancora Maffi – abbiamo cercato di fa rispettare la volontà popolare ricevuta in eredità dal Quartiere di Ligornetto. Dunque non abbiamo lasciato nulla al caso e non abbiamo ceduto di un millimetro dal profilo giuridico e delle prove». In effetti, tra la Città e Stabio si è innescato un vero e proprio braccio di ferro. Non vi è mai stato un margine per il compromesso? «Stabio ha fatto capire di non volere neanche un’auto in più. Ma da questo punto di vista i miracoli non si possono fare e la strada a Ligornetto non è adatta a quel carico di traffico. Certo – riconosce il capodicastero – è un dato oggettivo che, chiuso il nucleo, parte dei veicoli si spostano su Arzo, Gaggiolo e San Pietro di Stabio». Come dire che la problematica si avvita su se stessa. «Per quanto mi riguarda, comunque, non posso dirmi deluso: si è fatto ciò che si poteva».

‘Non si pensi solo al proprio orticello’

Spostandosi a Stabio, il bicchiere è decisamente mezzo pieno. Anche perché da subito, fin dal primo ricorso, si è evocata la necessità di poter contare su ulteriori misure ambientali. «La conclusione è di sicuro positiva – ci conferma il sindaco Simone Castelletti –. Come abbiamo, però, già avuto modo di dire a preoccuparci sempre è la situazione del traffico di transito nel Mendrisiotto, come abbiamo fatto presente di recente in occasione dell’incontro fra i sindaci della regione e i rappresentanti del Consiglio di Stato. E dalla sentenza del Tribunale federale emerge come gli aspetti fonici e ambientali siano importanti. Di conseguenza ognuno deve fare la sua parte e non può pensare solo al suo orticello». Castelletti non ha esitazioni: «La problematica va affrontata tutti insieme e con tutti gli attori coinvolti, dalla Confederazione, al Cantone, ai Comuni. E di questo noi siamo molto consapevoli, al di là della soddisfazione per l’esito della vertenza. Le soluzioni possibili? Ragionare, ad esempio, sul telelavoro e sulla possibilità di diversificare l’inizio delle lezioni a scuola a vantaggio del trasporto su gomma». Il dibattito è dunque quanto mai aperto.

Cantiere, battute finali

Nell’immediato, nel frattempo, c’è già chi conta i giorni che lo separano dalla fine dei lavori in corso nel centro di Ligornetto. Un cantiere lungo, articolato e che non ha mancato, pure in questo caso, di suscitare polemiche, soprattutto nelle fasi iniziali. E ciò a dimostrazione che il nucleo è un luogo sensibile sul piano viario. Le opere di carattere infrastrutturale curate dalle Aziende industriali lungo via Carlo Colombara e via Eugenio Bernasconi saranno ultimate per l’11 ottobre prossimo. Di fatto, comunque, il nucleo è transitabile. Con il ritorno tra i banchi è stato riattivato il trasporto scolari, mentre sono garantiti i collegamenti collettivi su gomma.

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