Lo ha affermato il consigliere di Stato Norman Gobbi in occasione dell’allocuzione della Festa nazionale tenutasi a Stabio
Una giornata da un estremo del Ticino all’altro. Norman Gobbi, dopo aver iniziato la giornata davanti ai suoi concittadini leventinesi ad Airolo e una fermata a Giubiasco ha concluso i festeggiamenti a Stabio.
In occasione della sua allocuzione ha voluto ricordare la grande solidarietà dei ticinesi rivolta alla Valle Maggia e al Grigioni italiano: “Di fronte a tanto dolore abbiamo assistito a una gara di solidarietà, a dimostrazione che questo valore tipicamente elvetico non è parte della retorica che utilizziamo sempre durante i discorsi del Primo agosto, ma un valore effettivo, tangibile, concreto. Questo ci deve rendere tutti fieri e, a nome del Governo cantonale, esprimo quindi il mio grande grazie per quanto tutti hanno fatto”.
Gobbi ha toccato anche altri temi attuali come i rapporti istituzionali con l’estero: “Alcuni criticano la mia partecipazione alla Comunità di lavoro della Regio Insubrica. Per me, questo impegno trova motivazione proprio per affermare sempre questa necessità di un rapporto win-win e per affrontare e risolvere temi e problemi che non si fermano da questa parte o dall’altra parte del confine. Se vogliamo estendere il concetto a una realtà ancora più globale, ecco perché sono decisamente molto critico sui rapporti che la Svizzera intrattiene con l’Unione europea: perché il rapporto win-win non è effettivo. Anzi, noi svizzeri lasciamo sul campo e sull’altare dei rapporti con questo organismo sovranazionale molti dei nostri valori, come la democrazia diretta, la supremazia del diritto interno e la neutralità”.
In conclusione della sua orazione, il consigliere di Stato ha voluto sottolineare anche alcuni punti d’attualità: “Nel giorno in cui festeggiamo la Svizzera siamo chiamati a guardare anche ciò che succede nel resto del mondo per rinsaldare le nostre sicurezze. Da qui la necessità di mantenere un esercito in grado di affrontare le crisi, così come lo è la salvaguardia della nostra neutralità. Una neutralità che deve essere effettiva, senza derive, come invece si rischia di questi tempi. Siamo tornati a parlare di neutralità solo a causa del conflitto in Ucraina e abbiamo visto che il nostro Governo federale ha adottato le stesse misure imposte dall’Unione europea. Una scelta miope, anche perché, nella realtà geopolitica odierna dei conflitti in ogni parte del mondo, la Svizzera ha il dovere di essere credibile e imparziale anche al di fuori dell’Europa, che oggi rappresenta solo meno del 10 per cento della popolazione mondiale”.