laR+ Mendrisiotto

‘Esplosione’ di Tilo a sud: c’è il rischio di sovraffollamento

Solo a Chiasso contati quest'anno oltre 10mila passeggeri. Per il direttore Rossi le soluzioni non sono molte. Da Mendrisio si rilanciano i treni bipiano

Migliaia i passeggeri nella regione
(Ti-Press/Archivio)
27 maggio 2024
|

I numeri a volte parlano, davvero, da soli. E quelli che corrono lungo la rotaia la dicono lunga sull’attaccamento della popolazione del Mendrisiotto alla mobilità ferroviaria. Alle prese ogni giorno con traffico e colonne, in questi anni i pendolari locali hanno mostrato di scegliere con sempre maggiore convinzione il treno. Aperta la galleria di base del Ceneri e potenziato il trasporto pubblico, in un solo anno (dal 2022 al 2023) nel Distretto si è registrato un aumento del 23 per cento di passeggeri alle stazioni (e un 14 per cento in più sui bus). Solo nella prima metà del 2024 i passeggeri giornalieri sono stati 77’800, che rappresentano un primato; e di questi 10’300 fanno capo a Chiasso (l’anno scorso erano 9’400), nei due sensi. Ma pure lo scalo di Mendrisio, come evidenziano i dati della Sezione della mobilità del dipartimento del Territorio, nel 2023 è stato un punto di riferimento in media per circa 4mila persone al giorno (in entrambe le direzioni), facendone il terzo del Ticino. Non a caso più di altre tratte quella all’estremo sud «sta esplodendo», come ha confermato mercoledì sera a Chiasso lo stesso direttore di Tilo Sa Denis Rossi davanti all’assemblea di Ata, l’Associazione traffico e ambiente Svizzera italiana. Un direttore fiero della «crescita stupefacente» che ha conosciuto l’azienda. Basta dire che l’anno scorso ha trasportato in tutto 22,8 milioni di passeggeri (3,7 in più).

Su e giù da vent’anni

L’ondata di viaggiatori, infatti, ha ‘travolto’ anche Tilo, che da un po’ si è abituata ai record e proprio quest’anno taglia il traguardo dei suoi primi vent’anni di vita. In questi due decenni, del resto, questa piccola azienda ferroviaria che ha per azionisti, a metà, Ffs e Trenord, non solo ha accorciato le distanze tra le regioni a cavallo della frontiera, ma è entrata nella consuetudine dei ticinesi. In effetti, nel cantone copre in toto il traffico regionale, assicurando altresì i collegamenti con i quadranti a nord e a ovest della Lombardia. E l’ambizione nel prossimo futuro è di rafforzare le rotte transfrontaliere.

Se oggi esiste un limite è quello della capacità dei 54 convogli che circolano con la livrea della società. Nelle ore di punta dei pendolari non è difficile vedere treni sovraffollati e passeggeri in piedi, gomito a gomito. L’impressione, agli occhi di un gruppo di consiglieri comunali dell’AlternativA a Mendrisio, è che “l’offerta stenta già fin d’ora a seguire la domanda”. Una situazione che fa dire ai politici locali di essere di fronte a un “servizio disdicevole per la nostra cittadinanza”. Tanto più che il cambiamento d’orario delle Ffs dal dicembre 2025 – ora in consultazione – “non sembra voler rispondere alle necessità” degli utenti.

La proposta: treni bipiano

E qui Elia Agostinetti, Gianna Bonina, Giampaolo Baragiola e Monika Fischer Kiskanc mettono sul tavolo un’interrogazione che vale doppio: una proposta concreta per Tilo e un invito pressante all’indirizzo del Municipio della Città a mobilitarsi e far sentire la propria voce per tempo, ovvero “prima che il sovraffollamento diventi tale da disincentivare ulteriormente i viaggiatori del trasporto pubblico”. Torniamo, però, alla proposta dell’AlternativA, che suggerisce di introdurre lungo la linea, in particolare sulla tratta Chiasso-Bellinzona, i treni bipiano, in grado di più che raddoppiare i posti a sedere. Convogli che sulla rotta transfrontaliera incontrerebbero, invece, degli ostacoli tecnici e infrastrutturali.

‘Le alternative non sono molte’

Tilo, insomma, rischia di rimanere vittima del proprio successo?, abbiamo chiesto a Denis Rossi, ospite di Ata. «Al momento non siamo in una situazione grave in Ticino: detto altrimenti, nella quotidianità non siamo ancora in una fase di treni davvero sovraccarichi – ci ha risposto –. Fa parte del normale trasporto ferroviario regionale farsi 10 o 15 minuti in piedi. Abbiamo semmai qualche problema su Milano, dove si devono a volte chiudere i marciapiedi per dare modo ai viaggiatori di scendere e poi salire senza disagi di ordine pubblico. È vero, però, che stiamo crescendo e con numeri importanti: forse tra un paio di anni potrebbe essere questa la situazione. Ma non ci sono grandi alternative – ci ha fatto notare –. I binari e le tracce sono quelli che sono: non sussistono molti spazi per aggiungere treni. Del resto, comprare materiale rotabile, il nostro poi è binazionale, non è semplice. Non possiamo fare convogli più lunghi: i marciapiedi delle fermate sono di 220 metri. E non possiamo prevedere il doppio piano, perché oltre Chiasso non possiamo andare – sotto la galleria di Monte Olimpino non ci passa, ndr –. Le soluzioni, quindi, non sono tantissime. Facciamo il possibile a fronte di vincoli infrastrutturali e tempi di fornitura».

Due idee per il futuro

Agire sarà comunque importante, anche perché si mira ad accrescere l’attrattività transfrontaliera del treno. Tilo, infatti, si prepara a immaginare l’avvicinamento fra Ticino e Lecco, linea a binario unico che verrà elettrificata. Il progetto ha già ottenuto il via libera di Trenord e della Regione Lombardia e i finanziamenti, che poggiano sul Pnrr – il Piano nazionale di ripresa e resilienza post Covid – oggi ci sono. «Siamo sul piano delle idee, ma ci si sta lavorando», ha annotato Rossi. Il cantiere, in effetti, partirà nel 2025: nel 2027 sarà elettrificata la prima tratta da Albate a Molteno e l’anno successivo quella da Molteno a Lecco.

Una seconda ‘idea’ riguarda la Mendrisio-Varese-Malpensa e un collegamento veloce per l’aeroporto, prendendo in considerazione un servizio stile Regioexpress e approfittando dell’opera in corso, che sarà ultimata tra un anno e mezzo circa e disegnerà una bretella verso il Sempione e una verso Gallarate. Come dire una nuova piccola rivoluzione del traffico ferroviario.