Mendrisiotto

Processi doganali in rete, ‘antidoto’ alla corsia per i Tir

Le domande di Alex Farinelli a Berna riaprono il tema. In attesa che il progetto pilota (‘positivo’) venga esteso anche in direzione dell'Italia

La sperimentazione in corso a Brogeda funziona
(Ti-Press)
6 marzo 2024
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I test sin qui hanno dato ragione al processo di digitalizzazione, anche a cavallo della frontiera. Procedure più snelle e tempi d'attesa più brevi in dogana sembrano ormai essere dei punti forti. Del resto, la conferma giunge pure da Berna: l'esperienza condotta, dal 2022, ai valichi di Stabio e Chiasso Brogeda nel solco del programma DaziT dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc) è stata "positiva". Tant‘è che a livello federale si punta all'obiettivo secondo un preciso calendario, meta finale il 2026. Data entro la quale si sarà compiuta la transizione e tutti i processi doganali, di riscossione dei tributi e di controllo, saranno semplificati, ottimizzati e, appunto, digitalizzati.

Un ‘deterrente’ per l'area di sosta sulla A2

Il deputato Plr Alex Farinelli, però, non intende fermarsi qui. La risposta ricevuta oggi, martedì, dal Consiglio federale apre, in effetti, ad altri interrogativi. Sullo sfondo vi è d'altra parte un altro progetto, quello della corsia riservata ai Tir lungo il tratto finale a sud dell'autostrada – tra Coldrerio e Balerna –, promosso da Ustra, l'Ufficio federale delle strade e avversato – in modo politicamente trasversale – dall'intero Distretto. «Con il passaggio digitalizzato – richiama il consigliere nazionale da noi contattato – si risolverebbero diversi problemi, primo fra tutti quello della corsia di sosta degli autotreni che tanto fa discutere il Mendrisiotto. Se ci fosse un sistema di transito dalla Svizzera all'Italia più efficiente e più rapido, di fatto verrebbe usata pochissimo. Di sicuro questa nella regione è una questione che desta un certo interesse».

Si guarda anche verso sud

A corroborare questa visione vi sono le stesse dichiarazioni recenti del governo centrale. "Le operazioni pilota sono stabili e senza problemi significativi – si è confermato dando seguito alle sollecitazioni di Farinelli –. A Chiasso la nuova soluzione è stata sperimentata nel transito internazionale in direzione Italia-Svizzera ed è stata utilizzata in breve tempo in circa il 50 per cento dei casi. A Stabio, questa procedura di transito semplificata è utilizzata in entrambe le direzioni. Tuttavia, l'uso è minore». Il piano operativo, d’altro canto, è quello di procedere su questa strada e ampliare il progetto. "Il prossimo passo – si fa sapere da Palazzo federale – è estendere la fase pilota, in collaborazione con l'Italia, per raggiungere l'obiettivo della digitalizzazione end-to-end".

‘Dobbiamo essere pronti’

C’è pero un nodo da sciogliere. "A causa dei processi italiani – si spiega –, lo sdoganamento completamente elettronico sarà possibile solo con la realizzazione del progetto internazionale ‘BorderTicket’". Ed è qui che si inserisce l'azione del deputato Plr. «Adesso – ci illustra – voglio cercare di capire qual è l'orizzonte temporale dell’introduzione del sistema internazionale». Il grosso tema, infatti, in ottica regionale ora è il transito in direzione dell'Italia. Lungo altre frontiere, quale quella con l'Austria ad esempio, si è già raggiunta una bilateralità dei processi informatici. E come si legge nella nota diffusa l'agosto scorso sul portale della Confederazione, proprio in occasione dell'accordo con l'Austria, "a medio termine, le misure di digitalizzazione concordate bilateralmente tra la Svizzera e i suoi Paesi limitrofi saranno integrate in una soluzione europea"; in tre parole il progetto ‘BorderTicket’.

Non a caso agli occhi del consigliere nazionale è importante non stare a guardare. «C‘è infatti un altro aspetto – ci fa notare –: occorre capire se come Svizzera dobbiamo fare qualcosa in attesa dell’applicazione del sistema europeo, per non farci trovare impreparati».

Car pooling, si può

Dal Canton Ginevra al Ticino?

Da tempo anche in Ticino si spinge, altresì, per convincere i pendolari (a cominciare dai frontalieri) a condividere l'auto, alleggerendo così gli assi stradali. In questi ultimi due anni a catturare l’attenzione di Alex Farinelli è stato un altro progetto pilota messo in campo, questa volta, nella regione di Ginevra, che appare promettente. Filo conduttore, annota il deputato, la possibilità di «semplificare i passaggi attraverso la frontiera per evitare che si creino colonne inutilmente».

Anche in questo caso è il Consiglio federale, anzi il ministro Albert Rösti, a promuovere l'esperienza. "Il progetto cantonale di una corsia speciale per auto con più occupanti, una corsia di carpooling, a Thonex – ha ribadito il capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni –, ha dimostrato che questa soluzione di trasporto è in linea di principio fattibile. La Confederazione, insieme al Cantone di Ginevra e alle autorità francesi, sta attualmente valutando l'introduzione di una corsia per il carpooling al valico di frontiera di Bardonnex. Tuttavia, non sono ancora state prese decisioni in merito alla sua possibile realizzazione".

A questo punto, rilancia Farinelli, «vorrei comprendere meglio cosa sta succedendo a Ginevra, per chiedere di fare qualcosa anche in Ticino. Certo, sono ben consapevole che non risolveremo i problemi del traffico in questo modo. Ma nessuna misura è miracolosa e tutte le misure possono portare un piccolo beneficio. Non fare nulla, infatti, non cambia le cose. Anzi, il problema peggiora. Tanto più che un simile intervento non ha un impatto, anche finanziario, particolare».

Una iniziativa a impronta federale potrebbe, insomma, ridare vigore a una sperimentazione – questa di valenza cantonale – che, come ricorda il presidente della Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio Andrea Rigamonti, non aveva dato i frutti sperati. Varata nell'aprile del 2019 per un anno, la corsia dedicata al valico di Brusata di Novazzano non ha avuto un seguito. Un po’, ripercorre Rigamonti, per la mancanza di una base legale, un po' per la necessità di poter contare su una reciprocità dall'altro lato del confine.