A Chiasso la Commissione della legislazione è divisa sulla proposta di creare il consiglio comunale dei bambini e delle bambine
“Il progetto di Consiglio comunale dei bambini e delle bambine appare lontano dai bisogni reali degli allievi e mira a sensibilizzarli su azioni che potranno mettere in atto solo in un futuro per loro troppo lontano”. È questa la motivazione che ha spinto la maggioranza della Commissione della legislazione di Chiasso a rilasciare un preavviso negativo, firmato da esponenti di Plr e Lega-Udc, alla mozione presentata nel novembre 2021 dai consiglieri comunali del Centro Arianna Cattaneo (che nel frattempo ha dimissionato dal legislativo) e Amedeo Mapelli. Il rapporto di minoranza sarà invece firmato da Centro e Us-I Verdi e chiederà lo sviluppo del progetto.
La proposta è stata presentata dopo che Mendrisio ha istituito il suo Consiglio comunale dei bambini e delle bambine. Al Municipio della cittadina di confine è stato chiesto di istituire l’organo nella formula adottata dal capoluogo, con l’invito a coinvolgere il corpo docenti nella definizione dello stesso così come di chiedere il riscontro a chi ha già messo in atto progetti simili. A mente dei mozionanti, il coinvolgimento dei bambini delle scuole elementari porterebbe i giovani ad avvicinarsi in maniera quasi naturale alle istituzioni. La maggioranza dei commissari ricorda che “all’istituto scolastico e ai docenti è riconosciuta l’autonomia nello svolgimento dei propri compiti, nel rispetto delle direttive del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport”. Accettare la mozione “significa mettere ogni consigliere comunale nella condizione di sentirsi legittimato, in futuro, a proporre altri progetti che ritenga, a titolo personale, interessanti e didattici, questo in contrasto con quanto previsto dalla Legge sulla scuola”.
Nel rapporto viene ricordato che “il corpo docenti ha espresso in maniera chiara ai mozionanti la perplessità sul progetto e il disagio ad accettare che la politica comunale entri in maniera invasiva nell’attività didattica”. I firmatari “intendono obbligare la scuola a occuparsi del Consiglio comunale dei bambini e delle bambini malgrado venga riconosciuto da qualsiasi esperto del settore quanto sia negativo imporre un progetto che non sia condiviso”. I commissari si chiedono quindi se “è questo il modo corretto di collaborare con la scuola”.
Vi è poi un discorso di inclusione. “La scuola ticinese lavora sull’inclusione di ogni allievo e sulla sua partecipazione attiva in ogni progetto che mette in atto. Il compito dell’insegnante è di coinvolgere tutti gli allievi nelle attività proposte in classe e sviluppare tali attività secondo i bisogni che nascono dagli allievi”. Il progetto specifico “prevede una parte iniziale condivisa da tutti gli allievi di quarta e quinta elementare (circa 120 bambini), seguita da una votazione tramite la quale saranno eletti alcuni rappresentanti di classe (massimo 20 bambini, forse anche meno) che dovranno portare avanti delle discussioni e far valere le loro idee in Municipio”. A vivere attivamente il Consiglio comunale “sarà solo 1/6 dei bambini, i quali dovranno poi tornare in aula e mettere al corrente i compagni dell’esperienza da loro svolta”. Situazione che “creerà una palese disuguaglianza nella fruizione del progetto all’interno delle classi, tra chi farà parte del Consiglio (una minoranza) e chi no”.
La maggioranza dei commissari evidenzia inoltre che “quando si propone un progetto non si può solo ragionare in astratto sulla sua validità ma occorre tenere conto della realtà in cui esso si inserisce”. La maggior parte degli allievi che frequentano le scuole di Chiasso “sono stranieri”. Un elemento che “non si può ignorare”. Al momento di presentare l’organo del Consiglio comunale “sarebbe inevitabile spiegare loro che, nella realtà, solo i cittadini svizzeri possono avere un ruolo politicamente attivo. Tacere questo fatto sarebbe ingannevole nei loro confronti”. È importante “che la nostra scuola promuova progetti che includano tutti gli allievi, indipendentemente dalla nazionalità, e nei quali tutti gli scolari possano attivamente accrescere il loro senso di appartenenza alla società e al comune”. Devono quindi essere “progetti accomunati da un principio fondamentale della sensibilizzazione: toccare argomenti che fanno parte della realtà dei bambini e possono influenzare nell’immediato i loro comportamenti”. Le scuole di Chiasso collaborano con l’Azienda cantonale dei rifiuti, con il Gruppo visione giovani della Polizia cantonale e con il Servizio autoambulanza del Mendrisiotto.