È fresco di stampa l’ultimo libro di Sandro Mombelli, Eliana Lunati e Marco Della Casa sui modi di dire dialettali. Un invito a scoprire usanze perdute
“I modi di dire sono fortemente ancorati al tempo, nel nostro caso in particolare a una civiltà contadina che non esiste più”. È quanto si può leggere nell’introduzione presente nel nuovo ‘libro dei modi di dire in dialetto’ scritto da Sandro Mombelli, Eliana Lunati e Marco Della Casa e presentato a Stabio nelle scorse settimane.
Come ci spiega Mombelli, cultore del dialetto dati i suoi studi in filologia e dialettologia e già professore di italiano per oltre 30 anni, «il dialetto sta scomparendo. È evidente. La gente anziana lo parla ancora, ma le nuove generazioni spesso non osano avvicinarsi a questo idioma poco internazionale». Questi testi vogliono pertanto aiutare a rimanere in vita il dialetto: «Non vogliamo essere nostalgici e ricordare semplicemente il passato, ma vorremmo salvare un patrimonio culturale linguistico che potrebbe andare perso».
«Anche se non sono testi con una precisione scientifica – continua –, questo è un lavoro che non si improvvisa, un lavoro di raccolta sulla base di un crogiuolo di mio papà e di altre persone, che man mano si è accumulata, portando una trascrizione alla portata di tutti, dialettofoni e neofiti». Per il momento i lettori paiono appunto essere variegati: «Già il libro pubblicato l’anno scorso e dedicato ai proverbi l’abbiamo dovuto ristampare; in men che non si dica le 500 copie della prima tiratura sono andate a ruba. Con l’ultima pubblicazione uscita a fine ottobre ne abbiamo già vendute altrettante. I lettori sono principalmente adulti, ma ci sono giovani che ci contattano anche solo per curiosità». Come ad esempio per scoprire frasi un po’ allegre come ‘L’è méi spüzà da vin che da òlisant’ che parafrasando viene tradotto come ‘meglio essere spensierati e vivaci che avere prospettive di morte’, o altri modi di dire che ai giorni nostri sarebbero tacciati come termini scurrili, ma che «nel contesto dialettale perdono il senso di volgarità. Nel dialetto non ci sono tutte queste censure e queste espressioni hanno diverse forme di ilarità».
Oltre a voler salvaguardare il dialetto, con la vendita di questo libro l’obiettivo è quello di aiutare le opere di Fra Martino. «Il suo impegno a favore dei meno fortunati è ammirevole – conclude Mombelli –. Noi siamo contenti di poter dargli una mano per il bene che fa, e inoltre tra noi e l’Opera è nata anche un'amicizia». Chi volesse comprare questi volumi, può contattare direttamente Marco Della Casa scrivendo a della@massimiliano.com o telefonando allo 091 647 15 41.