La struttura scolastica ha cambiato in modo radicale l’istruzione nel Comune. Dal prossimo anno si punta al label ‘Scuola dell’Energia‘
‘Il Cinquantesimo’. È questo il titolo del nuovo giornale pubblicato in conclusione dei festeggiamenti di mezzo secolo dedicati a una costruzione innovativa di Giovanni Battista Carloni: la scuola elementare di Stabio.
L’anno appena trascorso nell’istituto è stato ricco di eventi per ricordare la creazione dell’architetto nativo della Val Mara, meglio conosciuto come Tita Carloni. Si è iniziato con una serata pubblica a fine marzo dal nome ‘Un’opera architettonica sempre attuale’ che, come ci spiega Mauro Durini a capo del dicastero Formazione e Pianificazione del territorio di Stabio, «ha attirato molta partecipazione» fino alla creazione di un giornale, distribuito a tutti i fuochi del Comune. «Dopo la conferenza che era incentrata sulla questione architettonica e storica – continua –, abbiamo voluto creare per la popolazione qualcosa di diverso e, su consiglio del curatore Giacomo Agosta (giornalista de LaRegione e cittadino di Stabio, ndr), abbiamo ideato un giornale per raccogliere le testimonianze di chi ha vissuto l’istituto e di chi lo vive, cioè i bambini». Lo stampato è ricco di testimonianze di docenti, rappresentanti della vita politica del Paese fino anche a giovani ex allievi che ricordano i loro anni passati tra i banchi.
«Questa struttura ha cambiato l’idea di istituto scolastico a Stabio – aggiunge ancora Durini –. Prima del 1973 le classi erano disperse in più edifici sul territorio comunale perché non c’era abbastanza spazio nel vecchio istituto scolastico (dove ora c’è il Museo della Civiltà contadina). Su mandato diretto, per trovare in fretta una soluzione, è stato deciso di affidare la progettazione a Tita Carloni» che in quegli anni era stato anche incaricato di allestire il nuovo piano regolatore di Stabio. A distanza di 50 anni, l’opera «è ancora all’avanguardia. L’architettura dell’edificio con ampi spazi comuni ha aiutato e aiuta ancora oggi i docenti nel loro compito».
A chi osserva per la prima volta l’edificio si rende subito conto che non si tratta di una scuola convenzionale. Già all’esterno lo spazio aperto, è circondato dall’edificio scolastico formando una piazza alberata, un concetto che si vede anche in strutture scolastiche più moderne come il Campus Est Usi-Supsi costruito a Viganello e inaugurato nel 2021. All’interno invece le aule modulabili con grandi porte scorrevoli creano spazi aperti per le lezioni.
Il direttore dell’istituto scolastico Daniele Gaffuri sottolinea come i 200 allievi «hanno la fortuna di avere, oltre alle aule di classe, uno spazio comunicante che permette una maggior flessibilità nelle attività. A differenza di altri istituti, la visione moderna di Carloni invita la collaborazione fra docenti che a quel tempo non era prassi. Fin dagli anni 70 qui si è creata una comunità educante di condivisione anche tra allievi di età diverse che svolgono attività in comune».
Anche se lo stabile è un bene culturale, non vuol dire che non debba subire delle modifiche. Come sottolinea Durini «alcune limitazioni rimangono perché bisogna rispettare il luogo, ma come Municipio stiamo valutando di creare una centrale termica centralizzata, magari con il cippato. Per ora siamo ancora nella fase di progettazione».
Un dato certo è invece l’idea di trasformare l’edificio in una ‘Scuola dell’Energia’ che ha come obiettivo quello della riduzione continua del consumo energetico e dei relativi costi dell’edificio scolastico, dell’incremento della quota di energie rinnovabili nel consumo energetico complessivo e dell’assunzione di un ruolo esemplare nella società attraverso un impegno tangibile per la protezione del clima. Per Gaffuri questo progetto che verrà lanciato dal prossimo anno scolastico, «intende educare i bambini e la cittadinanza. Si vogliono anche realizzare delle migliorie strutturali in ambito ecologico che al momento sono forse l’unica pecca di questo edificio». Già ora ci sono attività di questo genere come il pedibus o l’orto, «ma dal prossimo anno scolastico – conclude il direttore – con il label potranno nascere più collaborazioni e implementeremo quanto già facciamo».