Cinque le associazioni di volontariato premiate da Telefono Sos infanzia, ciascuna delle quali ha ricevuto in donazione 5mila franchi
È in una sala gremita di persone che sabato 2 dicembre, a Chiasso, Telefono Sos Infanzia ha consegnato il premio Federico Mari, dal valore di 5mila franchi, a cinque associazioni ticinesi attive nell’ambito del volontariato. Aletheia Rcs - Refugee Camp Support, Ridere per vivere Ticino, Chajra Runaj Masis, Solidarietà con i bambini del Congo - RDC e ‘Noi ci siamo!’, sono i nomi delle associazioni in ordine di premiazione. La cerimonia di consegna dei premi ha permesso sia di presentare chi ha dato vita alle iniziative scelte quest’anno, sia i progetti che vengono portati avanti dai volontari. Filo conduttore la capacità di regalare un sorriso ai bambini.
La parola greca ‘Aletheia’ indica qualcosa che non è più nascosto, che non è stato dimenticato. Ed è proprio sul principio del ‘non dimenticare’ le condizioni di vita precarie dei rifugiati in Grecia che si fonda l’omonima associazione umanitaria, istituita da 13 ragazzi a Balerna nel 2019. Il loro impegno si traduce nella salvaguardia dell’integrità fisica, sociale ed economica dei profughi, offrendo loro vari spazi di accoglienza e di supporto sia a Corinto che ad Atene. Per Aletheia Rcs hanno ritirato il primo premio Elisa Rossini e Noa Viganò. «Il nostro progetto di Corinto, che è stato avviato a maggio 2021, fino a oggi ha potuto sostenere 1’439 famiglie, 704 minori, di cui 407 sotto i dodici anni. Mentre ad Atene collaboriamo con tante altre Ong, cercando di lavorare in rete per portare un sostegno a famiglie e minori in situazioni particolarmente vulnerabili. A oggi – hanno concluso – sono state seguite e assistite 153 famiglie, con 160 minori e 147 sotto la fascia dei dodici anni». L’associazione ha inoltre recentemente prodotto, insieme a Vasilika Moon e One Bridge to Idomeni, il documentario realizzato da Between the Platforms, dal titolo ‘To whom it may concern’, che ruota attorno alle storie di otto persone migranti arrivate in Grecia con la propria famiglia o da sole.
Il secondo premio è stato consegnato all’associazione Ridere per vivere Ticino. Un nome che già racchiude in sé l’obiettivo di questa realtà. Attraverso la comicoterapia, i volontari portano infatti emozioni positive a chi si trova in situazioni di disagio sanitario, sociale o scolastico. «Siamo dei clown dottori formati – ha spiegato la presidente Antonella Ficara – e operiamo in tutti i contesti sociosanitari, con bambini, adulti e anziani. A volte ci chiedono come facciamo a portare il sorriso in contesti di dolore. Mettiamo in campo un’energia, un amore, una forza vitale che ci permette di portare un cambiamento. Abbiamo la capacità di non guardare la malattia, noi ci concentriamo sulla parte vitale delle persone. E attraverso l’empatia, il tocco leggero della mano riusciamo veramente a entrare in comunicazione con loro».
Oggi, ha aggiunto Stefano Scricciolo, membro del comitato, «è scientificamente provato che il corpo non è più una cosa a sé come si pensava ai tempi. È confermato che le emozioni, i pensieri agiscono sul corpo. Quindi noi abbiamo studiato un metodo per lavorare sul pensiero, sulle emozioni, sulle relazioni, sul corpo e sullo spirito. Un’emozione, oltre che mentalmente può cambiarti anche fisicamente». Ridere per vivere Ticino offre oggi anche un servizio di clownterapia a domicilio, in collaborazione con Gipsy e la Società psicoanalitica italiana (Spi). «Siamo molto orgogliosi di questo progetto. Perché abbiamo modo di agire nel contesto di una casa, dove c’è tutta la famiglia, oltre alla persona malata». In conclusione, regalarsi un sorriso la mattina davanti allo specchio è il consiglio che Scricciolo ha dato ai presenti.
Al centro di Chajra Runaj Masis, è la figura del contadino. L’associazione si occupa infatti delle popolazioni contadine del Dipartimento di Cochabamba in Bolivia. A raccontare la storia di questa realtà è stato il presidente Ivano Lurati. «Nel 1992, a partire dalle attività realizzate per i 500 anni di lotta e resistenza delle Nazioni Originarie del Abya Yala (America), nasce l’idea di collaborare con il movimento contadino. Nel 1999 ci siamo consolidati come vera e propria associazione, con l’intenzione di continuare a sostenere moralmente e finanziariamente l’équipe boliviana che lavora al servizio dei contadini delle provincie di Cochabamba».
I progetti, tra cui il più recente ‘Abejas y Buen Vivir’ – che mira a rafforzare le imprese economiche familiari contadine con l’apicoltura, in modo che siano indipendenti nella produzione e la vendita di miele e migliorino così la loro qualità di vita – hanno l’obiettivo di fungere da appoggio e migliorare le condizioni di vita rispettando la storia, la cultura e la religione della popolazione boliviana.
Il quarto premio è stato consegnato all’associazione Solidarietà con i bambini del Congo RDC. Nata nel 1989 per volontà della docente Rosanna Graf, opera a Kikwit, a Djuma e a Kahemba, tre centri del Bandundu, una delle regioni più povere della Repubblica Democratica del Congo. «I progetti di cui ci occupiamo – ha raccontato il vicepresidente Corrado Noseda – sono tutti destinati ai bambini: denutriti, ciechi, orfani, analfabeti. Il primo progetto è stato quello dell’orfanotrofio di Djuma, abbiamo poi creato due centri nutrizionali, la scuola ‘Bo ta mona’ per ragazzi non vedenti o ipovedenti di Kikwit, il laboratorio delle donne vedove, il foyer ‘Karibu’ per giovani orfani. Il nostro contributo è forse una goccia nell’oceano, però se manca anche quella singola goccia non c’è più niente».
Infine, ma non da ultimo, il quinto premio è stato donato a ‘Noi ci siamo!’. Una realtà che dal 2014 contribuisce attivamente all’informazione e alla sensibilizzazione della popolazione in Svizzera circa la fibrodisplasia ossificante progressiva (Fop) e altre malattie rare, sulle necessità e i supporti di cura e di sostegno di ogni tipo (terapie, luoghi di cura, primo intervento) per i soggetti e i loro familiari che ne vengono colpiti. A ritirare il premio è stato il vicepresidente Giampietro Bianchi. Lo scorso anno il premio è andato all’associazione Franca, Young4helpchat, l’associazione Progetto genitori del Mendrisiotto e Basso Ceresio, Ntarabana project e Africa for Africa.