Mendrisiotto

San Giorgio, si fa il punto sul Museo diffuso transfrontaliero

Sette i progetti realizzati a cavallo del confine grazie ai finanziamenti Interreg. Previsto un incontro di presentazione

La miniera Tre Fontane
(Ti-Press)
17 novembre 2023
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«Siamo al triplice fischio che sancisce la fine di una partita di calcio». Paolo Sartorio, presidente della Comunità Montana del Piambello (venti Comuni del Varesotto a ridosso del Canton Ticino) si rifà al linguaggio in uso ai cronisti sportivi per introdurre l'incontro di domani, sabato 18 novembre, a Lavena Ponte Tresa sul tema ‘Dal progetto Interreg Museo diffuso transfrontaliero del Monte San Giorgio al piano di valorizzazione turistica. Un evento conclusivo per un nuovo inizio’. Un incontro, quello in agenda, previsto dal programma. Infatti, una volta realizzati gli interventi previsti nei progetti transfrontalieri, gli stessi debbono essere illustrati pubblicamente.

«Se la partita è terminata, il campionato continua», aggiunge Paolo Sartorio, che dell'appuntamento di Lavena Ponte Tresa è il padrone di casa essendo la Comunità Montana del Piambello l'ente capofila italiano del progetto Interreg (mentre sul versante svizzero è la Fondazione del Monte San Giorgio). «Il campionato continua in quanto, al di qua e al di là della frontiera, occorre darsi da fare per mettere in rete quanto abbiamo realizzato grazie ai finanziamenti ottenuti (1,6 milioni di euro da parte italiana e 150mila franchi dal versante svizzero, ndr) – continua Paolo Sartorio –. Quindi incentivare i turisti a visitare quello che siamo riusciti a realizzare. Interventi per la presentazione, interpretazione e protezione del patrimonio naturale del Monte San Giorgio». Quel Monte San Giorgio che, ricordiamo, nel 2003 è stato riconosciuto Patrimonio dell'umanità dall'Unesco; riconoscimento che nel 2010 è stato esteso anche ai Monti Orsa e Pravello.

In estrema sintesi, ecco i progetti realizzati (cinque sul versante varesino, due su quello ticinese). A Clivio è stato potenziato il Museo insubrico per portare studenti e studiosi a confrontarsi con i fossili sul posto; a Saltrio è stato ristrutturato un piccolo stabile della polizia per adibirlo a centro di informazione e servizi per turisti. Mentre a Porto Ceresio (dove arrivano treni, natanti della navigazione Lago di Lugano, oltre a mezzi privati) c'è un portale d'accesso alla zona paleontologica. A Besano, invece, si è intervenuti per dare lustro alle cave delle Piodelle, ovverosia il sito dove sono stati rinvenuti i primi fossili della regione. Infine, ci si è dati da fare per dare lustro alle cave di Viggiù, considerate una meraviglia architettonico-geologica, una sorta di cattedrali gotiche sotterranee.

I progetti sul versante ticinese hanno puntato su interventi per la valorizzazione della storica miniera di Tre Fontane e dell'Aula didattica nel bosco dalle parti dello scalo paleontologico di Acqua del Ghiffo. Insomma, tesori da far conoscere.