Alla vigilia del voto popolare Gianluca Padlina propone un'alternativa. ‘Se passasse il no ci metteremmo subito all'opera’
A Mendrisio la temperatura del dibattito tra favorevoli e contrari allo skatepark sta salendo. A poco più di una settimana dalla votazione popolare che segnerà il destino del progetto comunale da 2,6 milioni globali immaginato nel comparto dell’ex Macello, lì all’ingresso del Borgo, ecco fare capolino una mozione che spariglia le carte. La firma il consigliere comunale del Centro Gianluca Padlina, tra i membri del Comitato civico interpartitico che ha lanciato il referendum (forte di 1’749 firme), il quale, con una mossa a sorpresa, tenta così di disinnescare uno degli argomenti che il fronte dei sostenitori rimprovera a quello degli oppositori. A chi ha affermato – “strumentalmente” – che il test del voto ha l’obiettivo di “affossare un progetto per poi non fare nulla di concreto per i giovani”, oggi Padlina risponde depositando in Cancelleria una proposta tramite la quale “si compie formalmente il passo che permette di rimettere immediatamente il dossier sul tavolo delle autorità comunali”. Detto altrimenti: dovessero prevalere i ‘no’, l’idea del consigliere del Centro è di creare un freestyle park – e non uno skatepark – nel solco di quanto realizzato a Cadenazzo nel 2020 – quindi aperto anche alle competizioni –, individuando un terreno pubblico sul territorio cittadino. Un’area, certo, lontana dall’ex Macello.
Su un punto, pro e contro, sembrano convergere: a Mendrisio serve un’area di svago per ragazze e ragazzi, attesa da anni. I nodi da sciogliere, adesso, sono dunque quelli dei contenuti da dare a questo spazio, del luogo prescelto e, non da ultimo, della tempistica. Se il progetto verrà bocciato, prima di dare concretezza alla mozione ci vorranno, in effetti, degli evidenti tempi tecnici. In ogni caso, ci fa capire Padlina, una alternativa ora esiste, come vi sono le risorse a cui attingere. Con la mozione, chiarisce, si popone “di utilizzare diversamente questo importo di 2’630’000 franchi, invertendo l’ordine delle priorità e, dunque, destinandone la maggior parte alla realizzazione dell’infrastruttura sportiva (e non di semplice svago)”. Data la precedenza all’impianto, si procederebbe – “in separata sede” –, alla creazione del posteggio di servizio a vantaggio del Centro di pronto intervento e in seguito, con la somma rimasta, alla “sistemazione decorosa” dello spiazzo. Padlina, insomma, rilancia chiedendo di cambiare l’approccio, rafforzando gli sforzi a favore del freestyle park, ovvero dei cosiddetti sport da strada, allargando l’accesso, oltre che allo skateboard, pure a monopattini, pattini a rotelle e biciclette bmx. In buona sostanza, per il consigliere “sarebbe da ritenere una scelta più lungimirante quella di optare per una struttura che sia dimensionata in modo tale da poter accogliere anche delle competizioni sportive”.
Resta da capire, come detto, dove collocare l’infrastruttura. E Padlina mette nel piatto alcune opzioni, peraltro già evocate nel rapporto di minoranza di cui è stato relatore e che ha accompagnato il progetto del Comune dibattuto in Consiglio comunale e votato a maggioranza. Tutto ciò con la consapevolezza che “il punto di partenza fondamentale deve essere necessariamente quello di una riflessione a livello pianificatorio finalizzata all’individuazione di un comparto adatto ad accogliere una struttura degna di una città come Mendrisio”.
La prima possibilità ritenuta “idonea” e messa in campo punta lo sguardo sulla zona di San Martino, nelle vicinanze dei posteggi della piscina comunale: dismesso il pozzo, rilancia il consigliere, si potrebbe “trovare una nuova destinazione”. Non solo, in quello stesso spazio “potrebbe trovare una nuova e migliore ubicazione anche la pista di inline hockey di Capolago”; in più “si presterebbe anche ad accogliere un campetto da basket (streetball), magari nel quadro di un progetto che non dovrebbe necessariamente essere sviluppato immediatamente per intero ma, eventualmente, anche a tappe”. Certo, riconosce Padlina, la vicinanza dell’autostrada “pone evidentemente la questione relativa al carico fonico”, rispettivamente evidenzia la “necessità di prevedere una sua adeguata schermatura”. Un aspetto, quello dei decibel di troppo, che non si è risparmiato censurando la scelta dell’ex Macello, nonostante una perizia favorevole al progetto. Di conseguenza, si confida che il Municipio si attivi per assicurarsi le misure compensatorie previste dall’Ustra, che prevedono la posa di ripari fonici a tutela della piscina, della zona delle cantine e dell’area residenziale.
C’è poi, suggerisce ancora Padlina, l’opportunità di prendere in considerazione il comparto studi, al centro di un masterplan del governo e “fondamentale”. Tanto più, osserva l’esponente del Centro, che “nonostante si tratti di una proprietà cantonale, è assolutamente inammissibile che la sua (ri)pianificazione, rispettivamente la sua riorganizzazione, sia portata avanti dal Cantone senza alcun coinvolgimento dell’autorità comunale, come sembra essere stato il caso sino a questo momento”. Uno sviluppo che “deve essere concertato”, anche a fronte della popolazione studentesca presente a Mendrisio. Nella lista Padlina ci scrive altresì i campi da calcio all’Adorna: pure lì, rimarca, sussiste il potenziale per fare posto a un tale progetto. In fondo, ricorda, anni fa ci si era concentrati su quell’area per un progetto di skatepark, poi abbandonato. Senza escludere altre proprietà pubbliche, magari a lago.
In conclusione, l’autore della mozione mette sul tavolo un altro tema, non esplorato. Ovvero il fatto che, anche in questo caso, non si sia avviata una riflessione sul piano regionale. Tanto più che a Stabio è partito il cantiere dell’area che farà posto a Parkour, Street Workout e Pumptrack, mentre a Balerna, superata una fase di ricorsi, il progetto di skatepark si è rimesso in moto: obiettivo, inaugurare la nuova struttura entro la primavera del 2024. “Quella della città di Mendrisio – chiosa Padlina – appare, di primo acchito, un’ubicazione più che ragionevole per una struttura di questo tipo. In ogni caso, un coordinamento a livello regionale è quantomai necessario, nell’ottica di un impiego più razionale ed efficiente delle risorse”.