Il Municipio di Mendrisio risponde a un'interrogazione e spiega come si è arrivati a sviluppare, anche con la partecipazione dei giovani, il progetto
Il processo partecipativo che ha portato il Municipio di Mendrisio a presentare il progetto di uno skatepark nell'area dell'ex Macello è partito da lontano. “Le prime riflessioni-schizzi sullo skatepark risalgono al 2005 e prevedevano già la loro ubicazione nel comparto in esame”. A dirlo è il Municipio di Mendrisio, sollecitato da un'interrogazione di Tiziano Fontana e Antonia Bremer (Lista Civica per Mendrisio) presentata per avere dettagli pianificatori e sulla partecipazione dei giovani al progetto. Contro il credito d'investimento di 2,6 milioni concesso dal Consiglio comunale è stato promosso un referendum che chiamerà i cittadini alle urne domenica 19 novembre. La campagna che porterà al voto entrerà nel vivo martedì 24 ottobre, con un dibattito previsto alle scuole Canavee di Mendrisio alle 20.
Piazzale alla Valle prima e l'area temporanea alle scuole medie poi, sono state le due zone utilizzate dai giovani. In entrambi i casi la loro presenza ha incontrato opposizioni e lamentele tra i confinanti. “Da quel momento – spiega il Municipio nella risposta –, Ufficio tecnico, l'allora Ufficio attività giovanili, il servizio di prossimità e il gruppo di giovani (che successivamente fondò l'associazione Momoskateboarding) iniziarono un percorso condiviso per l'individuazione di un luogo adeguato e definitivo, per la soddisfazione di un bisogno emergente, testimoniato anche dal crescente e talvolta improprio utilizzo del pumptrack”. Anche nella ricerca tra pari ‘Dixit’ condotta da un gruppo di ragazzi tra il 2018 e il 2019 è emersa “la carenza di spazi all'aperto nella città di libera aggregazione e fruizione”. Questi “bisogni costantemente rilevati e monitorati“ hanno spinto l'Ufficio tecnico a organizzare un primo incontro informativo sul tema. Tra marzo e settembre 2021 c’è quindi stato “un percorso partecipato, recandosi direttamente nei luoghi d'incontro dei giovani”. Sono poi stati organizzati due incontri al Centro giovani, alla presenza di una ventina di ragazzi, “per discutere un'eventuale soluzione definitiva” e ulteriori “tre incontri di confronto e progettazione dettagliata” con rappresentanti della Polizia comunale e dei Pompieri, dell'Ufficio tecnico e Sport e tempo libero oltre che lo Studio d'architettura Botta e gli specialisti tecnici della Vertical Technink Ag. Entrando nel dettaglio dei numeri, l'esecutivo indica che “nei primi incontri di confronto erano presenti 7-8 ragazzi delle scuole medie, 3-4 dai 15 ai 20 anni e 5-6 dai 20 anni in su”. Agli ultimi due incontri, quelli relativi alla progettazione specifica, hanno partecipato “4 ragazzi sopra i 20 anni e uno frequentante le scuole medie”. Il Municipio aggiunge che “quasi la totalità dei giovani coinvolti dal principio è residente a Mendrisio o Quartieri. Altri giovani appassionati conosciuti successivamente chiedono costantemente aggiornamenti sulla realizzazione del progetto”.
I giovani hanno potuto scegliere liberamente all'interno dell'intero comune di Mendrisio l'ubicazione dove insediare le varie infrastrutture per esercitare lo skate o è stato indicato loro come idoneo solo l'ex Macello? “Dal confronto – risponde il Municipio –, è emerso il parere nettamente favorevole rispetto alla possibilità di abbandonare l'area delle scuole medie, ritenuta non adeguata, mentre per dimensioni viene ritenuta non adeguata una vecchia proposta di sfruttare il parcheggio del Centro giovani”. È quindi emerso “l'interesse per un'area a carattere prettamente urbano in prossimità dei trasporti pubblici”. Puntando il focus sull'area della stazione, “velocemente l'attenzione si è spostata sull'area dismessa dell'ex Macello”. Un luogo “centrale, comodo da raggiungere con i mezzi” e dove, grazie alla sua particolare collocazione, “è impossibile arrecare fastidio ai confinanti”. Un contesto “considerato affascinante poiché la disciplina nasce in aree fortemente urbanizzate”.
Nella sua risposta, il Municipio ha spiegato perché non sono state prese in considerazione altre zone. L'area a ovest dell'autostrada a San Martino “è una zona periferica” e c’è la presenza “di un pozzo di captazione che verrà mantenuto anche in futuro per scopi agricoli”. Per quella a est dell'autostrada, invece, “è prevista una riqualifica paesaggistica che prevede lo spostamento del fiume Morée” e lo stesso “formerà un'ansa che andrà a occupare buona parte dell'area del posteggio”. La collocazione dello skatepark “andrebbe consolidata con una variante di Piano regolatore che implicherebbe una riduzione dell'area agricola” che annualmente ospita la Fiera di San Martino. Il comparto della Campagna Adorna “è preposto per le infrastrutture legate al calcio” e lo spazio per un loro ampliamento “risulta estremamente scarso”. L'area scolastica, infine, “è di proprietà cantonale e il suo sviluppo è coordinato dal Masterplan cantonale che prevede interventi per i prossimi 30 anni e avrebbe dovuto essere adattato, con il consenso cantonale, per l'accoglimento dello skatepark”.
Il Piano direttore comunale approvato di recente considera l'acqua come fondamento del progetto e considera la città di Mendrisio come una città a bordo dell'acqua e la strategia che permette la riqualifica del territorio è quella di stabilire le connessioni della città con il parco del Laveggio, recuperando e riqualificando gli spazi vuoti, e al contempo migliorando e ristabilendo la rete di mobilità lenta. Nel comparto dell'ex Macello “tale strategia è affinata con l'obiettivo di prevedere e realizzare degli spazi aperti a fruizione pubblica, come piazzette e/o giardini”. Anche il concorso di progettazione del Centro di pronto intervento “prevedeva il mantenimento di un vuoto urbano con relativa riqualifica a verde”. La sua eventuale edificazione “andrebbe in contrasto con l'idea portante del progetto, che la vanificherebbe nascondendo gli edifici”. Il Municipio ritiene quindi che “le attività proposte siano compatibili con la riqualifica a verde del comparto e che i relativi costi siano paragonabili ad altri interventi di recupero di un ‘non luogo’ urbano di questo genere”.