laR+ Mendrisiotto

AlpTransit e autostrada a sud, ‘Mendrisio faccia da capofila’

I commissari della Pianificazione controfirmano il Piano direttore comunale. Con una serie di emendamenti e proposte ‘extra’

Messo l’accento anche su insediamenti e aziende di qualità
(Ti-Press)
30 settembre 2023
|

Non è che la prima fase di un lungo percorso, in divenire. Certo è che a Mendrisio si stanno per mettere le fondamenta delle strategie territoriali del futuro. Ci sono voluti sette anni – dal primo atto nel 2016 – per stringere tra le mani il Piano direttore comunale (PDc) ed è servito un biennio – dal 2021 – alla Commissione della pianificazione per consegnare il suo rapporto. Oggi, però, l’esame del dossier è finito e il 9 ottobre prossimo il Consiglio comunale deciderà dove orientare la bussola. E ciò che più conta, il legislativo sa di avere di fronte un parere controfirmato da tutti i gruppi politici. Anche se, strada facendo, il dibattito al tavolo dei commissari non è certo mancato. Il risultato è un documento figlio, in alcuni punti, del compromesso, che ha voluto anche guardare oltre gli ambiti toccati dal Municipio, mettendo l’accento sulla realtà lavorativa e imprenditoriale così come sulla mobilità (parcheggi inclusi). A dirla tutta, la Commissione va ancora oltre e sprona il Municipio della città a diventare un vero punto di riferimento, a livello regionale e nei confronti delle istituzioni superiori, e a farsi promotore di una nuova lettura delle direttrici ferroviaria e autostradale nord-sud. A cominciare dal prolungamento della Trasversale alpina sotto Lugano.

Fra le proposte scritte in rosso è quella che, di sicuro, attira subito l’attenzione. La Commissione nel mettere quel suggerimento (avanzato da un suo membro) nero su bianco sa di essere andata un po’ fuori dai margini del PDc, ma l’obiettivo vale la candela (eccome). Quel traguardo, del resto, è “di più ampio respiro e senz’altro ambizioso”. Ma non solo: darebbe, come si legge nel rapporto di cui saranno relatori Giampaolo Baragiola (Alternativa), Mario Della Casa (Lega-Udc-Udf), Gianluca Padlina (Centro) e Cesare Sisini (Plr), “un segnale forte non solo a livello comunale e regionale, ma soprattutto nei confronti delle istanze politiche superiori”. Cosa ci si attende da Mendrisio? Che coinvolga i Comuni del Distretto e, da un lato, perori la causa del completamento di AlpTransit e, dall’altro, promuova “la realizzazione di un nuovo tracciato dell’autostrada Bissone-Capolago/Mendrisio” – senza escludere la tratta Mendrisio/Coldrerio-Chiasso –, e con essa la copertura dell’A2 tra la zona di San Martino (piscina comunale) e la trincea fra il parco dell’Osc e la Valle della Motta.

Viabilità A2, c’è un’unica via

Dentro le stanze della Commissione pianificazione, in effetti, ci si è interrogati sulle ricadute del potenziamento autostradale fra Lugano e Mendrisio, quell’operazione PoLuMe che “non fa l’unanimità”. A maggior ragione dopo aver constatato come “finora in nessun ambito istituzionale è stata presa in considerazione la situazione che accadrà alle uscite autostradali nel caso in cui fosse realizzato il progetto”. Non si può escludere a priori, fanno notare i commissari, che l’intervento “sposti il problema un po’ più a sud e un po’ più a nord dell’arteria autostradale, creando quindi immani disagi nei territori che si trovano alle estremità della tratta interessata”. Agli occhi dei commissari, d’altro canto, “l’unica soluzione per migliorare efficacemente la viabilità autostradale a sud del Ponte diga di Melide e correggere gli errori del passato sarebbe la realizzazione di un nuovo tracciato che, in un territorio ristretto e fortemente abitato, non può che scorrere in galleria”. Una visione alla quale si agganciano i progetti che tratteggiano lo spostamento dell’asse dell’A2 anche nel tratto meridionale, verso Chiasso, e che affianca la continuazione di AlpTransit – chiesta pure dal Gran Consiglio con un atto formale – come una “logica conseguenza”.

Insediamenti, aziende e posti di lavoro

Di fatto non ne va solo della viabilità, ma pure, si osserva nel documento, dell’armonia fra ambiente e paesaggio e del benessere dei cittadini, oltre che dell’attrattività della regione. Certo se i settori cardine sono tre – Insediamenti, Paesaggio e ambiente, Spazio pubblico e mobilità –, i nodi sono ben di più. I commissari, per iniziare, mettono l’accento sugli insediamenti – sullo sfondo il dimensionamento delle aree edificabili – e sulla necessità di chiarire subito un punto. Per far convergere le migliori intenzioni dell’esercizio pianificatorio, si motiva, occorre “creare le basi per una pianificazione e progettazione urbanistica che, coordinata alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, favorisca una politica di sviluppo economico sostenibile, creando sinergie tra gli investimenti pubblici e l’imprenditorialità privata”. A far discutere è stata altresì l’importanza delle zone dedicate al lavoro, “purtroppo – si annota – non prese in considerazione” nel messaggio. I commissari hanno, quindi, voluto colmare la lacuna, rendendo attento l’esecutivo sull’esigenza di “favorire l’insediamento di nuove aziende capaci di sviluppare una responsabilità sociale”. E il punto, si ribadisce, non riguarda solo le condizioni contrattuali, ma pure l’ambiente e un tessuto lavorativo di qualità.