Mendrisiotto

Partecipò alla truffa dei garage, condannato

Pena sospesa per l'ex consulente che aveva aiutato a ingannare le assicurazioni dichiarando danni falsi

Solo un piccolo episodio di un’inchiesta molto più ampia
(Archivio Ti-Press)
7 luglio 2023
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È una sorta di ‘spin-off’ di una lunga serie televisiva, quello andato in scena oggi, venerdì, davanti alla Corte delle assise correzionali di Mendrisio (in Lugano). Protagonista della vicenda, un ex consulente assicurativo chiassese, reo di aver partecipato al ciclo di truffe alle assicurazioni messe a segno da quattro garage-carrozzerie del Mendrisiotto. L'inchiesta, coordinata dal procuratore generale sostituto Andrea Maria Balerna, ha già visto la condanna di diverse persone coinvolte, e ha riguardato centinaia di casi. L'imputato presente oggi davanti alla Corte presieduta dal giudice Marco Villa, è stato riconosciuto colpevole di truffa e complicità in truffa, entrambe ripetute e in correità con il responsabile di un garage e una carrozzeria di Capolago, sul quale pendono diversi altri capi d’imputazione e che probabilmente apparirà in aula nei prossimi tempi. All'ex assicuratore, 43 anni, è stata inflitta una pena di 90 aliquote da 30 franchi, sospese per tre anni; in più dovrà pagare una multa di 300 franchi. In ogni caso una pena inferiore rispetto alle 130 aliquote sospese per quattro anni e una multa di 700 franchi, chieste dall'accusa.

Un ruolo minore all'interno della vicenda

All'interno dell'inchiesta, che come detto riguarda centinaia di casi, il ruolo del 43enne può essere considerato relativamente minore, dal momento che è stato coinvolto in soli cinque casi di truffa, e due di complicità, tra il 2015 e il 2016. La prassi è sempre più o meno la medesima dei casi di questo genere, con danni inflitti appositamente (se non talvolta falsamente dichiarati) alle vetture, con lo scopo di ottenere il risarcimento da parte dell'assicurazione. La cifra di cui il carrozziere si è indebitamente appropriato ammonta a poco più di 27mila franchi, mentre all'ex assicuratore spettava circa il 10 per cento del profitto.

Contestati tutti i fatti

L'uomo, difeso dall'avvocato Andrea Rigamonti, ha da subito contestato tutti i fatti. Il nome del 43enne è emerso dopo che il carrozziere lo ha identificato come parte della truffa. Secondo il condannato, il suo nome sarebbe stato fatto per ripicca. Contestualmente, gran parte dei capi di imputazione sono riconducibili alle dichiarazioni fatte dal carrozziere, mentre questi si trovava in carcerazione preventiva. L'arringa della difesa contestava infatti queste dichiarazioni, affermando che il 43enne «era un uomo di successo e un assicuratore in gamba, con uno stipendio annuo che arrivava a superare i 100mila franchi. Non vi erano ragioni per prestarsi a questa truffa solo per portarsi a casa poco più di duemila franchi».

Tesi che non ha convinto, però, la Corte, che ha ridotto comunque la pena richiesta dall'accusa, anche considerando la precaria situazione dell'uomo che al momento vive a beneficio dell'assistenza con due figli a carico.

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