Mendrisiotto

InterCity a sud: ‘Il governo cantonale solleciti Berna’

La Commissione regionale dei trasporti accoglie ‘con favore’ l'azione del capo del Datec Rösti. Che incrocia la lettera inviata al Cantone

Convocati Ufficio federale dei trasporti e Ffs
(Ti-Press)
16 giugno 2023
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Prossima fermata Chiasso/Mendrisio. Nel Mendrisiotto attendono da tempo di sentir risuonare questo annuncio sui treni a lunga percorrenza. Il via libera delle Camere alla mozione firmata da Marco Romano aveva ridato vigore, infatti, alle aspirazioni momò. Del resto, a quel punto l'impegno a livello federale era preso. Poi, all'improvviso, la primavera scorsa gli InterCity diretti a sud hanno rallentato la loro corsa verso la reintroduzione del servizio a sud: se ne sarebbe riparlato nell'ambito del concetto dell'offerta 2035, prospettando il messaggio al parlamento nel 2026. Una doccia fredda per questo lembo di Svizzera. Almeno sino a giovedì e all’interessamento personale del consigliere federale Albert Rösti, oggi a capo del Datec, il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni. I tempi adesso potrebbero, in effetti, accorciarsi; e di molto. Anche perché il capodipartimento avrebbe già chiesto un incontro con l'Ufficio federale dei trasporti e le Ferrovie federali (Ffs). Gli stessi interlocutori che secondo il presidente della deputazione ticinese alle Camere, Fabio Regazzi, sulla questione "fanno melina".

Rigamonti, Crtm: ‘Abbiamo appena scritto al Consiglio di Stato’

L'azione di Rösti è stata accolta con fiducia dalle parti del Mendrisiotto. Qui, in effetti, si era già pronti a farsi sentire per tentare di sbloccare la situazione a favore delle fermate locali e degli utenti della regione. «Giusto la settimana scorsa – conferma a ‘laRegione’ Andrea Rigamonti, presidente della Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio – abbiamo inviato una lettera al Consiglio di Stato (CdS), chiedendo proprio di farsi parte attiva nei confronti dell'autorità federale. E questo per evitare un'attesa lunga 12 anni per l'implementazione delle due fermate InterCity come, invece, prospettato dalle Ffs e dallo stesso governo federale. Di conseguenza, abbiamo preso atto, alfine, favorevolmente dell'iniziativa del consigliere federale Rösti».

In questi mesi si è fatto fatica, del resto, a digerire la delusione per i tempi lunghi annunciati a Berna e la prospettiva di dover attendere il Programma di sviluppo strategico dell’infrastruttura ferroviaria per l'attuazione della fase di ampliamento 2035. «D'altro canto – ricorda Rigamonti –, 12 anni per apportare delle modifiche sono veramente troppi». Ricuora, quindi, che «passo dopo passo ci si muova».

E il Cantone conferma l'obiettivo

E a puntare a centrare l'obiettivo di prolungare i treni InterCity fino nel Mendrisiotto c’è anche il Consiglio di Stato, come ribadisce lo stesso governo rispondendo nei giorni scorsi all'interrogazione del deputato Plr Alessandro Speziali sui progressi nella gestione della mobilità ticinese. Il Cantone fa sapere, insomma, che "sarà sua premura far inserire questa richiesta nel messaggio che il Consiglio federale è chiamato a sottoporre al parlamento per la rielaborazione e il consolidamento del programma d'offerta 2035".

Giunti sin qui non rimane, dunque, che confidare che l’incontro del capo del Datec con l'Ufficio federale dei trasporti e le Ferrovie sia "fruttuoso" quanto la riunione che la deputazione ticinese alle Camere ha avuto con Rösti. E c’è già chi incrocia le dita.

Mobilità, la strategia messa in campo dal 2014

Sebbene le analisi numeriche, come ribadisce il CdS, restituiscano una stagnazione del volume del traffico registrato tra il 2016 e il 2019, "in modo particolare nel Mendrisiotto", e un calo ulteriore nel 2022 (rispetto a tre anni prima), nel Distretto si fatica a percepire un miglioramento della situazione. E questo nonostante dal 2014, come fa memoria ancora il governo, si sia messa in atto una "strategia per affrontare le sfide della mobilità": dal potenziamento del servizio ferroviario regionale Tilo e dell'offerta del trasporto pubblico – ripagato da un "aumento del 56 per cento delle prestazioni" – al "recupero e rilancio della mobilità ciclabile", dalla "promozione della mobilità aziendale" – tra navette e ‘car pooling’ si è riusciti a "togliere dalle nostre strade circa 2'300 automobili al giorno – alla controversa tassa di collegamento.

In vista Tilo a due piani

Il futuro prossimo, in ogni caso, promette ulteriori progressi, così da spostare verso i mezzi pubblici il viavai dei pendolari, anche a cavallo del confine. Per cominciare, all'orizzonte si stagliano treni Tilo più lunghi e capaci. Anche se per ragioni tecniche, fa sapere il Cantone, bisognerà attendere sino alla fine del 2024 per veder circolare le nuove composizioni. "Non escludiamo – conferma il CdS – che a breve-medio termine Tilo possa testare l’impiego di treni a due piani fra Chiasso e Bellinzona". Mentre sulla linea Bellinzona-Locarno e sulla tratta Chiasso-Como, "la sagoma libera non consente attualmente il passaggio di treni a due piani; prima di poter utilizzare questo tipo di composizioni devono essere adeguati gallerie e sottopassaggi, ciò che a medio termine non è per il momento previsto".

Bus transfrontalieri in stallo

Non sembra fare passi avanti neanche una delle misure legate al progetto Interreg Smisto. Identificati tracciati e cadenze per il servizio di alcune nuove linee di bus transfrontaliere, come attraverso la dogana di Bizzarone, oggi, annota il Cantone, "la situazione risulta in una fase di stallo in quanto per i servizi transfrontalieri su gomma tra Svizzera e Italia vige ancora il divieto di cabotaggio". Tant'è che il tema è finito sul tavolo dei colloqui tra Berna e Roma.

A questo punto, chiarisce il governo, "solo se la situazione a livello ministeriale non dovesse sbloccarsi sarebbe ipotizzabile intavolare delle trattative con i partner lombardi per concretizzare singoli elementi di quanto previsto in Smisto, nonostante il vincolo del divieto di cabotaggio, in particolare dove il potenziale di domanda è particolarmente elevato (ad esempio attraverso il valico di Bizzarone)".

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