La novità ha preso avvio il 1° giugno, quando a Mendrisio - davanti alle autorità politiche comunali e cantonali - è stata presentata l’équipe
È ufficialmente il partito il Servizio prossimità giovani del Mendrisiotto. Ieri, 1° giugno, una cerimonia svoltasi nella sala del Consiglio comunale di Mendrisio ha dato il via al progetto, di fronte alle autorità politiche dei Comuni aderenti: Balerna, Breggia, Castel San Pietro, Chiasso, Coldrerio, Mendrisio, Morbio Inferiore, Novazzano, Riva San Vitale, Stabio e Vacallo. Presente anche Marco Galli, capoufficio del Sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani (Ufag) del Dipartimento sanità e socialità (Dss). Il nuovo servizio è infatti finanziato dai Comuni del distretto ed è sostenuto dall’Ufag.
L’appuntamento istituzionale è stato anche l’occasione per presentare la nuova équipe di operatrici e operatori che si occuperanno del progetto. La loro percentuale di lavoro è del 220% ed è suddivisa fra due poli: uno a Nord coordinato da Mendrisio (120%) e uno a Sud coordinato da Chiasso (100%). Il nuovo servizio, ricordiamo, si dovrà interfacciare con i/le giovani tra i gli 11 e i 30 anni del Mendrisiotto, recandosi in quei punti di ritrovo pubblici e informali, strategici per presenza, tendenza e attività condivise dai giovani. Le sedi di riferimento degli operatori saranno il Centro giovani/Ufficio famiglie e giovani di Mendrisio per il polo Nord e il Centro di socializzazione di Chiasso per il polo Sud. Avranno a disposizione due furgoni che saranno presenti sul territorio e nei luoghi di ritrovo.
In una nota, la Città di Mendrisio ricorda le finalità del Servizio. Che sono: la promozione dell’autodeterminazione, dell’agio e del benessere, sostenendo progetti, iniziative dei giovani e tutte quelle situazioni o contesti funzionali all’inclusione sociale, alla partecipazione e all’autorealizzazione; la prevenzione, adottando strumenti e strategie a fronte di comportamenti e situazioni a rischio di devianza o emarginazione sociale, attraverso l’informazione, il sostegno, il supporto, la costruzione di relazioni significative e di reti sociali; la riduzione del rischio o del danno, nel limite del proprio mandato; la promozione del lavoro di rete con altri enti, servizi e realtà del territorio che per loro funzione si occupano di giovani e famiglie.
“Le équipe – si legge – avranno come paradigma di riferimento l’approccio dialogico-relazionale, promuovendo l’empowerment, sostenendo i/le giovani a prendere coscienza delle proprie potenzialità allo scopo di spronarli ad attivarsi socialmente e a uscire da potenziali situazioni sfavorevoli. Si prevede il massimo grado di coinvolgimento possibile delle e dei giovani nelle decisioni che li riguardano e nello sviluppo di progetti territoriali, promuovendo la co-progettazione, la partecipazione attiva o il peer support”. Un progetto, messo in piedi in tempi brevi, che è “un esempio di collaborazione virtuosa tra i Comuni del territorio” secondo la capa del Dicastero politiche sociali e politiche di genere Françoise Gehring, mentre per la capa del Dicastero socialità di Chiasso Roberta Pantani si tratta di un progetto che “ha riconosciuto e valorizzato le competenze dei due Comuni polo nell’avvio della fase sperimentale”.
La scelta del logo e del nuovo nome del progetto sarà lasciata ai e alle giovani attraverso un processo partecipativo ‘dal basso’ che avverrà nel corso dell’anno, coinvolgendo e valorizzando l’autodeterminazione e la partecipazione diretta.