Il gran consigliere Ps del Mendrisiotto, rieletto, confida nel sostegno dei colleghi della regione. ‘In passato le battaglie sono state trasversali’
Alla fine il Ps ha contenuto le perdite, lasciando sul terreno elettorale un solo seggio in Gran consiglio. Il punto è quell'unico posto in meno è momò. Ivo Durisch, riconfermato appieno, non avrà più infatti un compagno di banco, dopo l'uscita dalla scena politica cantonale di Anna Biscossa. Sin d'ora, però, confida nel sostegno di Nara Valsangiacomo, neoeletta nei Verdi, già alleata (fuori dal Palazzo) di tante battaglie ambientali. Pure la giovane deputata, del resto, è rimasta da sola a dare voce al suo gruppo (gli uscenti del Mendrisiotto, Claudia Crivelli Barella e Andrea Stephani, che non si sono ripresentati, erano due). E pure in questo caso a pagare pegno alla posizione persa dai Verdi è la regione più a sud, dove le urgenze tematiche non mancano di certo.
Il primo commento di Durisch vale un auspicio: «Spero – ci dice –, che con la compagine attuale si possa lavorare bene sulle problematiche del Mendrisiotto e a vantaggio della regione». Quali sono i problemi? È presto detto. «Innanzitutto, il territorio – ricorda Durisch –, ma anche il salario minimo, che va alzato rispetto a quello odierno. D'altro canto, garantendo posti di lavoro adeguati nel Distretto, si avrà anche meno traffico, dunque meno trasferimenti verso il Luganese».
L'indebolimento dell'area rosso verde, proprio qui nel Mendrisiotto, avrà un effetto sui nodi politici locali? «Spiace ritrovarci con due gran consiglieri in meno, ma non credo che questa situazione inciderà sui dossier regionali – annota Durisch –. Nel passato recente le battaglie importanti hanno visto mobilitarsi tutta la deputazione momò. E mi riferisco, ad esempio, ai letti a minor intensità a favore dell’ospedale regionale della Beata Vergine di Mendrisio o al comparto di Valera. Una intesa che non si è trovata sul progetto PoLuMe – il potenziamento dell'autostrada tra Lugano e Mendrisio, ndr –: peccato. Vedremo come andrà su altri temi, come la mobilità aziendale: da ripensare».