Il Municipio di Riva San Vitale nega la licenza edilizia alla società e si dice preoccupato anche per la sicurezza
Niente da fare per la Pm Ecorecycling. Il Municipio di Riva San Vitale ha, infatti, negato la licenza edilizia alla società, intenzionata a trasferirsi in zona Segoma e a rimettere in piedi la sua attività di recupero e smaltimento di pneumatici. Sul tavolo il preavviso favorevole dei servizi cantonali, l'esecutivo ha declinato però appieno la sua autonomia facendo leva di fatto sul Piano regolatore (Pr). Pianificazione che in quell'area prevede l'insediamento di industrie e che ha in serbo di tratteggiare una ‘zona lavoro’, oggi al vaglio del Consiglio di Stato.
In buona sostanza il deposito previsto dalla ditta e parte del progetto al centro della domanda di costruzione non rientra nei parametri fissati dal Comune. Quindi, come si evince dalla decisione dell'autorità locale, "non può chiaramente essere considerata un’attività industriale". Detta altrimenti, essendo "volta a creare un vero e proprio centro logistico per pneumatici e non può certo essere assimilata a un’attività industriale poiché non volta alla produzione".
Il ‘no’ calato dal Municipio dà seguito, d'altra parte, alle opposizioni presentate da alcuni confinanti alla richiesta della società e tiene conto delle 652 firme raccolte dalla petizione e determinate a fare muro all'arrivo dei copertoni.
A preoccupare l’esecutivo del Borgo sul Ceresio, oltre al potenziale viavai di camion, c'è il rischio che possa ripetersi quanto accaduto per due volte alla sede di Mendrisio, mandata in fumo per opera di mani rimaste ignote. Al di là del parere positivo della Sezione protezione aria, acqua e suolo, "non sono complessivamente comunque dati – si legge nelle motivazioni – i presupposti atti ad avere sufficienti assicurazioni che non possa ripetersi un analogo evento, questo indipendentemente dal fatto che la domanda non è comprensiva di un piano di intervento dei pompieri".
E ancora: "In una simile evenienza, che non può essere esclusa a priori nonostante le condizioni specifiche e le assicurazioni di parte istante, le ripercussioni sarebbero rilevanti, già oggi facilmente immaginabili e comunque sufficienti per non accogliere la richiesta. Non da ultimo si porrebbe il problema legato al transito costante di autocarri su arterie già ora trafficate in modo importante".