Il progetto, pur rivisto e corretto, non convince l’associazione promotrice del Parco del Laveggio e un gruppo di residenti
Un ritocco qua e un ritocco là non sono bastati. Per chi già nel dicembre del 2018 si era messo, con convinzione, di traverso alla demolizione del vecchio grotto Valera, a Genestrerio, ma soprattutto alla costruzione di cinque nuove palazzine, lì lungo il fiume Laveggio, la sostanza non è cambiata. Ma ancora di più non è mutato l’impatto che l’operazione immobiliare avrà su un comparto sensibile dal profilo paesaggistico e naturalistico. Modificato il progetto, riconfermate, quindi, le opposizioni recapitate nelle ultime ore al Municipio di Mendrisio, una volta chiusa la procedura di pubblicazione dei piani, che ora passeranno al vaglio dei servizi cantonali (a loro volta censori in prima battuta). A fare muro, come nel recente passato, sono le associazioni ambientaliste e alcuni cittadini residenti nelle vicinanze della proprietà, accomunati nelle argomentazioni messe in campo per controbilanciare le ragioni dei promotori. Le loro intenzioni? Dare forma a un complesso abitativo da 43 appartamenti, già arredati, e pensati su misura per giovani e studenti. Il cantiere, lungo due anni, comporterebbe un investimento di oltre 12 milioni di franchi.
La dichiarata maggiore attitudine verso il territorio e l’area in cui si va a incidere non ha convinto, insomma, i contrari a un tale intervento. Che leggono la revisione del dossier più come una cosmesi che come una reale attenzione per ciò che lo circonda. «L’impatto paesaggistico del complesso residenziale – boccia senza appello Ivo Durisch, che con Grazia Bianchi coordina i ‘Cittadini per il territorio’ e ha tenuto a battesimo il progetto per un Parco del Laveggio – è sproporzionato rispetto alla qualità naturalistica della zona, che anche la Città intende preservare». Come dire che siamo lontani da un inserimento armonioso delle cinque palazzine in quel contesto-paesaggio tanto «delicato».
Detto con molta chiarezza, «dal nostro punto di vista – ribadisce Durisch – il progetto non rispetta le distanze dal fiume – nonostante le rassicurazioni affidate alla Relazione tecnica, ndr –, pensiamo solo all’enorme costruzione prevista e, di conseguenza, agli scavi per le fondamenta. Inoltre, non viene rispettata la vegetazione rituale presente, peraltro protetta. Senza trascurare la mancata aderenza alle norme di attuazione del Piano regolatore comunale». A risultare indigeste sono anche le deroghe che chi si fa garante dell’iniziativa, la Cdl di Lugano, ha presentato a fronte della pianificazione vigente. «Gli elementi di criticità sono molti», chiosa il coordinatore dei ‘Cittadini’, che non hanno mancato di evidenziarli all’autorità comunale e a quella cantonale.
Anche alcuni vicini dell’ex grotto Valera hanno fatto sentire la loro voce in forma ufficiale, come conferma, da noi interpellato, il loro patrocinatore legale, l’avvocato Gianluca Padlina. E anche qui il nodo gordiano è l’inserimento paesaggistico di un complesso abitativo definito di «notevoli dimensioni». Per chi vive accanto al futuro intervento immobiliare, poi, vi è pure un altro aspetto, per nulla secondario, da considerare. «In effetti – ci spiega Padlina –, si pone altresì il problema di agire su un terreno a ridosso del corso del fiume Laveggio, e in particolare all’interno dello spazio riservato alle acque».
Ovvero dentro una sorta di fascia di protezione «molto sensibile», ma soprattutto, fa presente l’avvocato illustrando le ragioni degli opponenti, «suscettibile di essere, di principio, legata solo a opere di riqualifica e rinaturazione naturalistica nel quadro del Parco del Laveggio, e non a interventi privati», come l’edificazione di un immobile. Tant’è che il Consiglio comunale di Mendrisio ha votato una variante ad hoc. Ciò che risulta essere controversa è, dunque, la pianificata modifica dell’andamento del terreno, che va a disegnare «pendenze molto significative», oltre alla costruzione di un’autorimessa da 20 posti (riservati, nelle intenzioni, a sole auto elettriche).
Su questa - come, del resto, su altre operazioni recenti - aleggia poi una incognita: la contenibilità del Piano regolatore. Come dire che c’è una questione importante tuttora aperta. La verifica del dimensionamento delle zone edificabili della Città - così come degli altri Comuni del cantone - è ancora sotto verifica; anzi, da nostre informazioni, la marcia verso il compendio si sarebbe addirittura fermata a fronte della vertenza tra governo cantonale e Confederazione attorno alla scheda di Piano direttore R6. Quindi, viene da chiedersi se il comparto interessato non possa finire nella lista delle aree in cui potrebbero venire rimessi in discussione gli indici, qualora Mendrisio si trovasse a dover ridurre le sue riserve edificabili, specie nelle zone residenziali.
«Di questi tempi – commenta, dal canto suo, Ivo Durisch – sembra esserci una corsa alla licenza edilizia, quando, invece, bisognerebbe, alfine, realizzare il contenimento delle zone edificabili». E il punto sta proprio qui.