La sfilata mascherata si riappropria del centro cittadino tra guggen, gruppi e carri (venuti anche da fuori) e le cannonate di coriandoli da Sion
Quelli del Nebiopoli l‘hanno proprio apparecchiata bene: sole splendente, un cielo sempre più blu e un mare di gente. Uno, due, tre: il Carnevale di Chiasso ha alzato il volume della festa, riprendendosi la scena e aprendo al meglio la stagione ticinese dei bagordi e dei coriandoli targata 2023. Patacca d’ordinanza al bavero ci mischiamo tra la folla. E il Corteo mascherato non delude, soprattutto le aspettative delle migliaia di persone accorse lungo il centrale Corso San Gottardo per lasciarsi travolgere dal ritmo battente di gruppi e guggen e godersi l’imponenza dei carri. Un corteo da ‘effetto wow’, come i ’canon à confettis’ giunti da Sion e che hanno sorpreso il pubblico facendo esplodere cascate di coriandoli (rigorosamente di carta riciclata). Perché questa edizione della sfilata - la numero 61 per la cronaca -, mai come questa volta è andata oltre i confini della cittadina, attirando a sé gruppi dal Sotto e Sopraceneri, così come dalla Romandia (oltre a Sion hanno marcato presenza guggen da Moudon e Belfaux). In prima fila la migliore espressione dei Carnevali momò, non si sono persi il corteo neppure i ‘colleghi’ della Capriasca e di Roveredo, di Tesserete, di Biasca e di Carasso. Un mix riuscito di satira dai quattro angoli della Svizzera italiana.
Ad aprire le danze, da copione, è il carro su cui si è issato il Primo Ministro Silvano Pini, affiancato dal fido leone chiassese. Il tempo di ruggire il via ed ecco, al seguito, il gruppo nutrito (come non mai) di re e regine in carica dei vari regni del Carnevale in visita alla libera Repubblica di Nebiopoli. S’inizia in musica e si entra subito nel vivo della presa in giro e dello sberleffo, mentre ai bordi della strada adulti in stile ‘animalier’ segnano il tempo e i più piccoli, in larga maggioranza mascherati da supereroi - prendiamolo come un buon auspicio per il futuro -, fanno a gara a gettarsi coriandoli e stelle filanti.
In una ipotetica classifica dei temi più gettonati quest’anno spiccano la querelle attorno al lupo e la crisi energetica, incluso il (sovra)prezzo della benzina. E non poteva essere diversamente: dopo aver tenuto banco nelle cronache quotidiane, questi tormentoni hanno spopolato pure a Carnevale. A colpire l’immaginario dei maghi della satira in cartapesta anche l’invito dell’allora ministra Simonetta Sommaruga a risparmiare acqua ed energia facendo la doccia in due. Alla sfilata ci si è andati a nozze, con punte di ‘divertissement’ davvero apprezzabili (come con i Volabass di Capriasca o i Grezz di Carasso, o ancora il Club ‘74 di Mendrisio e i Cucù di Chiasso, e gli Ncs di Novazzano). Godibili anche le hit del momento (e anche quelle più vintage) riadattate per l’occasione e che ci fa dire che il dialetto resta la migliore declinazione della satira in salsa nostrana: vedi i Pincirö di Balerna o i Ranat di Coldrerio.
Di sicuro piacevoli le variazioni sul tema, come quelle proposte da I Micit di Salorino (sull’Armando Cerun), I Mistun di Mendrisio (con la zanzare tigre) e gli Ester@fatti di Chiasso (con la lotta tra Carnevali). Merita anche questa volta una menzione a parte il carro della Castello Bene di Castel San PIetro; che ci ha proprio preso con i premi di cassa malati che vanno su. Per la serie che "tra un pu g’avrem più i danee par tö i calzun…".
Dopo trentasei numeri (contando due volte il Primo Ministro, in testa e in coda) e una scorpacciata di guggen, gruppi e carri (per la statistica 16 gruppi, 11 guggen e 8 carri) si può anche lasciare il Corso, con l’animo più lieve. Perché il cielo è sempre più blu (cit. Rino Gaetano).