Mendrisiotto

A Chiasso il moltiplicatore va giù di due punti

La maggioranza del Consiglio comunale ha scelto di scendere a quota 88 e lanciare un segnale. La politica locale però si divide

(Ti-Press)
23 gennaio 2023
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Mendrisio va su. E Chiasso va giù. Dopo cinque anni di stabilità la cittadina di confine mette mano al moltiplicatore, che dal 90 per cento - lì dal 2018 - quest’anno scenderà all’88 per cento. Due punti in meno che, lunedì sera, hanno surriscaldato il dibattito in Consiglio comunale, lanciando al contempo un chiaro segnale politico. In effetti, a conti fatti per larga parte della popolazione questo sgravio non darà modo di pagarsi neanche una pizza al mese. Ma per il Municipio e la maggioranza del legislativo - 25 i ‘sì’, 16 i ’no’ - è il gesto quello che conta. Anche perché questo, come promette il sindaco Bruno Arrigoni, non è che il primo passo: adesso il vero obiettivo a medio termine è toccare quota 85. Arrigoni l’ha detto chiaro e tondo prima di incassare il voto favorevole alla linea dell’esecutivo e ai Preventivi 2023.

«Siamo convinti sia la soluzione migliore», ha scandito il sindaco perorando la causa della riduzione della pressione fiscale. Una mossa che, pur in modo speculare, ha diviso, come detto, qui come nel capoluogo in modo netto la politica locale. Una spaccatura - su un fronte (quello dei favorevoli) Plr e Lega-Udc, sull’altro (quello dei contrari) Ppd-Gg-Verdi liberali-Ind. e Us-I Verdi-Ind., autori di un emendamento che sosteneva il mantenimento del 90 per cento e che non ha fatto breccia - che non ha incrinato, in ogni caso, le certezze dell’autorità comunale. A confortare, ha chiarito Arrigoni, ci sono le tendenze del settore immobiliare e dell’economia, che sta «spostando posti di lavoro».

‘Proposta coraggiosa’

Sono solo due punti in meno, ma per Davide Rampoldi (Plr), la proposta del Municipio è di quelle «coraggiose». Allo stesso modo, però, ha esortato il consigliere comunale, occorre che l’esecutivo osi, mettendo in campo «una strategia di contenimento della spesa che già nell’immediato abbia effetti tangibili per le casse del Comune». È giunto il momento, ha fatto capire, di mettere un freno ai costi, in continua crescita. In effetti, «nonostante i molteplici appelli della Commissione della gestione degli ultimi, almeno, 8-12 anni», il fabbisogno si mostra in un «continuo crescendo e sembra ormai inarginabile».

Di conseguenza, rilancia Rampoldi, «se dobbiamo e possiamo essere impavidi nell’adottare strategie favorevoli per la fiscalità, nel contempo dobbiamo avere ancor più coraggio nel prendere decisioni, anche difficili e a volte dolorose per il bene del nostro Comune a breve, medio e lungo termine». Cosa chiede il Plr al Municipio? «Di essere più proattivo nella ricerca di progetti, idee e soluzioni che diano in futuro una stabilità finanziaria, e al contempo di essere finalmente maggiormente rigoroso nella gestione delle finanze pubbliche prendendo anche decisioni difficili».

‘Una mossa folle’

Il rigore, il punto è questo. I liberali radicali, del resto, non sono i soli ad attendersi molto dall’esecutivo chiassese. Da Sinistra e dai Verdi ci si aspetta, infatti, soprattutto di poter contare su un Comune «forte e attrattivo, quindi con finanze sane e solide». In realtà, ha sottolineato con forza Denise Maranesi, «Chiasso è in difficoltà finanziarie: da alcuni anni si è confrontati con cifre che lasciano pochi margini di manovra. E ora il Municipio ha la faccia tosta di presentare un messaggio con un disavanzo (di quasi 1,4 milioni, ndr) e propone di diminuire il moltiplicatore: una mossa folle – ha detto, bollando in modo negativo la scelta –. È un attentato ai principi di buon governo e prudenza. Per cosa? Propaganda politica».

‘Non buttiamoci nella battaglia del moltiplicatore’

Tra i contrari ci si è domandati altresì se davvero un ritocco verso il basso aiuterà a strizzare l’occhio ai vicini di comprensorio in ottica aggregativa. «Qui si confonde la riduzione del moltiplicatore con una maggiore attrattività – ha rilanciato Amedeo Mapelli (Ppd) –. Pur più basso, il moltiplicatore di Chiasso resta comunque il più alto del Basso Mendrisiotto. Non dobbiamo buttarci nella battaglia fratricida dei moltiplicatori: sono altri i punti forti su cui scommettere – ha tenuto a sottolineare –. Oggi la priorità è rappresentata da casse comunali in salute». E allora, ha esortato il consigliere, meglio attendere gli effetti dell’andamento positivo dell’economia locale prima di prendere l’ascensore verso il basso.

‘In futuro occorre essere audaci e scendere anche di 10 punti’

Sui banchi del gruppo Lega-Udc, invece, questa manovra la si attendeva da tempo. Già in occasione del preventivo 2018 – ha ricordato Claudio Schneeberger – ci eravamo opposti all’aumento al 90. Siamo quindi lieti di accogliere questa diminuzione del moltiplicatore, e diamo fiducia al Municipio e alle sue previsioni. Anzi, lo responsabilizziamo a voler perseguire la via del risparmio, affinché questo sia l’inizio cambiamento. Con un obiettivo audace: la diminuzione di almeno 5 o 10 punti della pressione fiscale, divenendo attrattivi per le aziende ma soprattutto per il cittadino».

‘Vantaggi infimi’

Tra chi non credeva alla panacea dell’abbassamento del moltiplicatore, in realtà le ricadute a vantaggio della popolazione sono viste come «molto basse, se non infime». Andando al sodo, ha richiamato Omar Trapletti (Us-I Verdi-Ind.), «dai dati raccolti rispetto alla stratificazione dei contribuenti (del 2018) e secondo una simulazione, di un calo di 2 punti del moltiplicatore beneficerebbe meno del 10 per cento delle persone fisiche, per il 78,4 per cento dei contribuenti, dunque i tre quarti, il vantaggio è inferiore a 85 franchi l’anno, ovvero 7 franchi al mese: cifre che non si possono ignorare».

‘Un segnale per la piazza finanziaria’

Bruno Arrigoni, però, è rimasto fermo sulle sue posizioni: «La popolazione è sobillata da continui aumenti di spese. Quindi un abbassamento, peraltro sostenibile, non può che giovare. Insomma, i timori sono leciti, ma sono convinto che i vantaggi della riduzione sono superiori alle preoccupazioni di chi vorrebbe mantenere il moltiplicatore al 90 per cento». Di conseguenza, ha detto rivolto ai banchi di Sinistra e Verdi, dove (come ha rilanciato Marco Ferrazzini) si rimane in attesa dei rimedi per contenere la spesa pubblica, non bisogna essere «troppo catastrofici». Quanto all’aspetto politico, «è vero – ha ribadito il sindaco –, la pressione fiscale chiassese resta la più elevata del comprensorio, ma stare fermi al 90 creerebbe ancora più perplessità». Morale, questo è «un segnale per promuovere la piazza finanziaria chiassese».