Mendrisiotto

Riparte il Carnevale, e le guggen uniscono le forze

Per sopperire alla mancanza di persone, due storiche guggen del Mendrisiotto hanno deciso di collaborare e aiutarsi a vicenda

(Ti-Press)
25 gennaio 2023
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Due anni senza Carnevale sono anche due anni senza guggen. Due anni di stop che possono essere debilitanti per molte associazioni, ma in maniera particolare per una band musicale che basa la propria attività su un evento che non ha potuto aver luogo per ragioni sanitarie. Oltre al non potersi esibire, anche solo il trovarsi per le prove è stato reso difficoltoso dalle restrizioni, portando molte persone ad abbandonare definitivamente questa attività. Ciò ha portato alcuni gruppi storici ad allearsi per far fronte alla penuria di membri, come ad esempio con la collaborazione tra la guggen Spacatimpan di Vacallo e la Riva de Janeiro Band di Riva San Vitale, che da quest’anno faranno fronte comune per far divertire e ballare i cittadini carnascialeschi.

Una collaborazione necessaria

«Tra i nostri gruppi c’era già una bella amicizia – ha dichiarato Maria Antonietta Marucci, presidente della Spacatimpan – anche perché i Carnevali ormai sono questi e tra guggen ci si conosce sempre». Ma più che per amicizia, questa collaborazione è nata per necessità, come spiega il presidente della Riva de Janeiro, Vladimiro Sciammarella: «Si è andata a creare questa situazione dove a entrambi mancavano persone in diversi ambiti (a noi mancavano i fiati, alla Spacatimpan le percussioni), e unendoci siamo riusciti a sopperire a questa mancanza». È bene precisare che non si tratta però di una fusione tra i due gruppi, che rimarranno distinti e legati al loro territorio, ma di una collaborazione. Se questa sarà temporanea o meno, si vedrà in futuro. «Vedremo se col tempo riusciremo a recuperare gli elementi persi lungo il cammino» aggiunge Marucci.

Suonare tra chiusure e restrizioni

Entrambi i gruppi, durante lo stop pandemico, hanno visto ridursi drasticamente il numero dei propri membri, ritrovandosi coi numeri praticamente dimezzati. «Abbiamo fatto delle piccole cose per continuare a trovarci e non perdere il gruppo – rivela Marucci – ma i problemi gestionali sono stati molti, come ad esempio escogitare delle soluzioni per suonare assieme o trovare dei luoghi all’esterno per poter fare le prove». C’è poi stato il sempre scottante tema delle vaccinazioni, infatti «c’è stato un periodo dove potersi trovare era necessario essere vaccinati e c’erano persone che non erano intenzionate a farlo».

La difficoltà nel trovare nuove leve

Ma pandemia a parte, alla radice di questo deterioramento pare esserci anche una sorta di disaffezione verso il mondo delle guggen. «Personalmente non capisco questa mancanza d’interesse verso il far parte della vita sociale – afferma amareggiato Sciammarella –. E a me dispiace che per colpa di quanto successo si rischi di perdere per strada le nostre tradizioni». Trovare giovani interessati a far parte della vita di banda, sembra essere diventato più difficile rispetto al passato. «È difficile trovare giovani non solo per le guggen ma per le bande in generale. Sempre in meno prendono in mano uno strumento, e quelli che suonano talvolta vanno a studiare Oltre Gottardo e non tornano più in Ticino» afferma Marucci. «I social poi hanno cambiato le dinamiche e i modi incontrarsi dei giovani. E ovviamente le amicizie hanno il loro peso: se tutti i tuoi amici giocano a calcio, è probabile che giocherai a calcio anche tu».

Vi è infine un’altra problematica più logistica: nelle guggen i minorenni devono essere accompagnati da un genitore. «Non siamo insegnanti o educatori, quindi non possiamo prenderci la responsabilità di badare a loro durante feste e sfilate – dichiara Marucci –. Questo chiaramente complica ulteriormente le cose, perché è necessario che un genitore si renda disponibile per essere presente tutte le volte, e al giorno d’oggi mi rendo conto che non è facile. Da questo punto di vista la Riva de Janeiro è messa meglio, perché molte persone che suonano lì, portano a loro volta i propri figli a suonare. Hanno più ricambio generazionale che non è cosa da poco: non si può fare Carnevale per sempre, e i membri più anziani a un certo punto vogliono andare giustamente in pensione».

«Invito la gente a tornare ad avvicinarsi al mondo delle guggen, perché quando viene vissuto dall’interno il Carnevale è un mondo estremamente divertente ed edificante» aggiunge Sciammarella.

‘Carichi a molla per la nuova stagione’

Tutto sembra essere pronto per la stagione carnascialesca 2023, che per queste due guggen comincerà a febbraio al Nebiopoli di Chiasso, dove saranno presenti tutto il weekend, e proseguirà per una quindicina di carnevali, arrivando anche in Svizzera francese. «Siamo carichissimi, non vediamo l’ora! – esclama entusiasta Marucci – Abbiamo iniziato le prove a settembre e da novembre è cominciata la collaborazione, quindi abbiamo avuto modo di trovarci ed entrare in sintonia».

«Siamo carichi come molle – afferma Sciammarella –. Non vediamo l’ora di tornare a divertirci e a far divertire con i nostri colori e la nostra musica».