Mendrisiotto

Con la Cartoleria Grasselli se ne va un pezzo di Chiasso

La scomparsa della titolare, Lucia Grasselli, erede della sorella Carla, chiude un’epoca. Il ricordo di una delle sue commesse

Ritrovo storico per generazioni di ragazze e ragazzi. Nel riquadro Lucia Grasselli
13 gennaio 2023
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Immaginate di stipare un mondo di matite colorate, quaderni a righe e a quadretti, penne stilografiche e libri (tanti libri) in una ventina di metri quadrati. Per decenni quel mondo, lì all’inizio di via Bossi a Chiasso, è stato la ragione di vita di due sorelle, Carla e Lucia Grasselli, e al contempo il paese delle meraviglie di numerose generazioni di chiassesi (e non solo). Un angolo di cittadina che con la scomparsa di Lucia – che se ne è andata giovedì all’età di 90 anni – andrà definitivamente perduto. E pensare che Carla prima e Lucia poi hanno fatto di tutto per perpetuare quella che, di fatto, era una tradizione di famiglia. Una tradizione tutta al femminile – dalle titolari alle commesse – nata nel 1880 e dintorni dalla volontà di nonna Ernesta. Quando a quell’epoca si varcava la soglia della Cartoleria era per acquistare gessi, spugne e strofinacci per pulire, piccolo materiale da cancelleria, oltre a carboncini e matite per scrivere sui vagoni ferroviari (allora si usava così). In seguito, per un certo periodo, si era aggiunta pure una tipografia, chiusa nel gennaio del 1996.

«Ecco perché, quando nel 2014 è venuta a mancare Carla, che per cinquant’anni si è occupata del negozio, a Lucia, maestra della scuola dell’infanzia ormai in pensione, rincresceva chiudere. Così ha deciso di andare avanti, proprio per mantenere vivo il nome Grasselli, e ci ha voluto provare». Doris Vajro la storia della Cartoleria la conosce bene. Per oltre dieci anni è stata, infatti, una delle commesse che nel tempo ha affiancato le due sorelle nella loro attività. Anche se, come Giovanna Cossu che l’ha preceduta, in bottega per quarant’anni, era ben più che una dipendente. «Lucia – ci racconta – considerava tutte noi come le figlie che non ha mai avuto e tutti i suoi allievi dell’asilo – tra i quali per un mese anche la stessa Doris, ndr – come i suoi figli». Quegli alunni di cui, pur a distanza di anni, ricordava ancora nomi e segni distintivi del carattere.

E pensare che per Doris è iniziato «un po’ tutto per scherzo». Dalla valigia dei ricordi affiorano momenti e sentimenti. «La cartoleria della Carla, la mattina, era un po’ un ritrovo per un gruppo di amiche (eravamo in quattro o cinque), per bere il caffè e raccontarci le nostre cose – rievoca –. A lei faceva piacere avere compagnia. A un certo punto Carla ha avuto bisogno di una mano per i suoi acciacchi e ci siamo ritrovate a fare a gara, anche per capire, come in un gioco, chi riusciva a vendere di più. A me, però, piaceva davvero e ne ho fatto un lavoro e non solo un passatempo».

Sulle prime, ci mette a parte Doris, Lucia non aveva dimestichezza con la Cartoleria, quindi, le collaboratrici della sorella si sono rivelate subito un aiuto prezioso. Soprattutto quando negli anni in Cartoleria si è ritagliato uno spazio per i libri, di scuola e non solo, diventando un punto di riferimento storico per tanti scolari e studenti chiassesi e dei dintorni. Se un volume mancava, alla Cartoleria Grasselli riuscivano a rintracciarlo e ad assicurarlo alla ragazza o al ragazzo a caccia di questo o quel titolo oppure di un consiglio di lettura. Tutto merito delle trasferte milanesi. «Anche per noi, soprattutto agli inizi – ci spiega –, andare a Milano era un divertimento. Non ci ero mai stata ed ero curiosa – ho sempre lavorato in ufficio – e lì ho imparato, ma era tanti anni fa. A poco a poco ho rubato il lavoro».

Le competenze delle due sorelle, d’altro canto, erano indiscusse. «Sapevano tutto – fa notare Doris –, anche ricostruire la storia di ogni penna stilografica. Un ricordo o un aneddoto di Lucia? Leggeva molto ed era davvero brava a raccontare le storie. Quando ci si metteva sembrava di vedere ciò di cui narrava: era un suo talento».

Familiari e amici daranno l’ultimo saluto a Lucia lunedì, alle 14.30, nella cappella del cimitero di Chiasso.