Mendrisiotto

Cemea, un’educazione incentrata sull’individuo

Tra le novità di quest’anno un corso sul riconoscimento degli atteggiamenti educativi che possono sfociare in violenza

(archivio Depositphotos)
12 gennaio 2023
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«Favorire un’educazione che metta al centro il bambino, l’individuo e le sue potenzialità. In modo tale che ognuno possa diventare artefice del proprio percorso formativo», è questa l’essenza dei Centri d’esercitazione ai metodi dell’educazione attiva (Cemea), di cui Donatella Lavezzo è presidente per quanto riguarda il Ticino. Al centro dell’operato ci sono i formatori che tengono corsi e incontri in tutto il cantone. Tra le varie formazioni in programma, nel 2023 ne verrà proposta per la prima volta una dal titolo ‘Le dolci violenze’, in collaborazione con Pro Juventute Svizzera italiana e l’Associazione delle colonie estive di vacanza. «Durante la giornata si rifletterà su quali sono le attività e gli atteggiamenti educativi che possono, in un contesto collettivo, generare l’humus che può portare a instaurare violenze più importanti», spiega Paolo Bernasconi, segretario generale di Cemea Ticino, la quale ha sede a Mendrisio. Le formazioni, si rivolgono principalmente a chi è interessato a lavorare in una colonia o centro diurno estivo, a chi opera in ambito educativo, ma non solo. Partecipare a un corso può essere un modo per capire se si tratta di una strada professionale che è nelle proprie corde, dice Bernasconi.

In Ticino il movimento è presente dal 1970 e attualmente collabora con varie realtà del cantone, tra cui l’Ufficio famiglie e giovani del Dss (Dipartimento sanità e socialità), la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, la Federazione delle mamme diurne e recentemente anche con l’Ufficio del medico cantonale per il corso ‘Alimentazione equilibrata e movimento... all’interno di un centro’. Le attività sono inoltre sostenute dal Cantone e dalla Confederazione. Ogni anno partecipano ai vari corsi circa quattrocento persone, indica Paolo Bernasconi, il quale ricorda che negli ultimi 52 anni Cemea Ticino ha formato oltre 12mila persone.

‘Dietro a ogni attività c’è una grande riflessione’

«I Cemea identificano nella formazione degli educatori lo strumento fondamentale per promuovere l’educazione attiva», indica il segretario generale. A tenere i corsi sono volontari che svolgono, o hanno svolto, professioni in ambito educativo. A contraddistinguere queste figure è anche un aspetto di militanza, spiega Bernasconi: «Lo si fa perché si crede in determinati principi». Dietro a ogni attività proposta c’è infatti «una riflessione profonda».

Una realtà internazionale

Discussioni e scambi di idee che avvengono anche a livello molto più ampio, quella dei Cemea è infatti un’organizzazione internazionale nata in Francia nel 1937 e che attualmente è presente in vari Paesi di tutto il mondo, ricorda Donatella Lavezzo. Lo scorso anno Cemea Ticino è stata coinvolta nella redazione del ‘Manifesto dell’educazione nuova 2022’, adottato in occasione della terza Biennale internazionale dell’educazione nuova che si è svolta a Bruxelles dal 29 ottobre al 1° novembre scorsi. Nel testo sono inseriti i principi che accomunano le organizzazioni che fanno parte di ‘Convergenza per la nuova educazione’. Tra gli obiettivi di questo movimento, e dunque anche dei Cemea, c’è quello di trovare soluzioni comuni a situazioni internazionali, di far convergere conoscenze, come pure di coinvolgere la società civile nelle riflessioni, indica Claudio Roncoroni, membro del consiglio direttivo della Federazione italiana dei Cemea. «Il Manifesto è un documento pubblico di carattere politico non partitico. Delinea una visione di ciò che si auspica per il mondo». Questi movimenti «vedono l’educazione in termini di sviluppo individuale e collettivo della persona». Oltre a portare avanti i principi presenti nel Manifesto, la Federazione internazionale dei Cemea, di cui Roncoroni è membro del comitato esecutivo, si sta occupando di vari temi, tra cui la lotta alla mercificazione dell’educazione: «In molti Paesi sono particolarmente presenti sistemi scolastici privati, che non sempre rispettano i programmi formativi dei singoli Stati. I percorsi sono magari proposti da aziende o movimenti di pensiero, che cercano di fare proselitismo o di indurre un modello di società particolare». Fra le altre tematiche vi sono il riconoscimento e la dignità delle varie culture, le migrazioni, la parità di genere. «Questi discorsi vengono affrontati cercando poi di legarli al territorio, di trovare soluzioni concrete».