La casa degli anziani Parco San Rocco è stata aperta il 10 ottobre e ospita attualmente 46 residenti. Il terzo piano sarà operativo a inizio marzo 2023
Non camere ma abitazioni. Perché i 46 residenti che dallo scorso 10 ottobre vivono nella casa degli anziani di Coldrerio possono continuare a sentirsi cittadini e mantenere le loro relazioni sociali. Quello appena trascorso è stato il primo Natale al Parco San Rocco di Coldrerio. Con l’apertura della struttura e l’assegnazione dei primi appartamenti a misura d’anziano edificati dalla Fondazione Croci – a cui va ad aggiungersi il centro polivalente – il centro polivalente – il nuovo quartiere intergenerazionale al centro del paese è operativo a tutti gli effetti: oltre agli edifici è pronta e utilizzabile anche la nuova piazza con area verde che ha ospitato il mercatino di Natale. Il nuovo quartiere «è stato accolto bene – conferma il sindaco Alain Bianchi –. Il centro è stato ridisegnato dal punto di vista architettonico-edificatorio, ma soprattutto sociale, culturale e di relazioni umane. C’è molto movimento e stanno nascendo molte attività». Il Municipio di Coldrerio ha informato le società del Comune su regolamento e condizioni di affitto delle sale. «I nuovi spazi sono a disposizione anche per loro – spiega il sindaco –. Un valore aggiunto anche per enti e società del paese che usufruiscono di altri spazi e che possono ora venire nel centro del paese». Con l’arrivo del nuovo quartiere, «Coldrerio, con la sua centralità e i suoi servizi, è sempre più attrattivo per tutte le fasce della popolazione: la casa anziani era l’ultima grande opera che ci mancava».
Coldrerio mette a disposizione 79 posti letto. «Da subito abbiamo registrato una forte richiesta – commenta il direttore del Parco San Rocco John Gaffuri –. Nella prima settimana le ammissioni sono state 35 e, a oggi, abitano da noi 46 residenti, seguiti da 75 operatori (che diventeranno 120 quando la struttura sarà completa). Abbiamo cittadini di Coldrerio che da anni aspettavano la costruzione della casa anziani, residenti di Coldrerio che abitavano in altre strutture che hanno scelto di tornare nel loro Comune e anche anziani che hanno scelto di trasferirsi nella nostra casa». Attualmente sono operativi il primo piano, che ospita il nucleo Alzheimer e demenze e una piccola comunità di 8 posti letto per anziani relativamente autonomi, e il secondo piano, con un reparto di 29 posti letto. «Molto probabilmente apriremo il terzo piano all’inizio di marzo», aggiunge Gaffuri. In quel momento la rete Parco San Rocco avrà due strutture che lavorano a pieno regime. Per completare il progetto iniziale mancherà la casa anziani di Vacallo. «Ci crediamo ancora perché è un tassello fondamentale per completare la nostra rete – sottolinea Gaffuri –. Così come strutturato, il progetto è molto innovativo proprio nell’ottica di promuovere il legame intergenerazionale, fare comunità e creare il numero di posti letto nella regione previsto dalla pianificazione».
Le scelte della Fondazione San Rocco sono chiare e, dopo essere state introdotte a Morbio Inferiore, sono riproposte a Coldrerio. «La casa deve essere al centro del paese – spiega ancora Gaffuri –. Con l’autorità comunale abbiamo creato un quartiere intergenerazionale dove la casa degli anziani è il cuore pulsante e ospita una serie di attività a beneficio degli abitanti, ma nel contempo anche della comunità di Coldrerio». Gli investimenti condivisi con il Comune sono una sala polivalente modulabile (dove, per esempio, si è riunito il Consiglio comunale e si è svolta la tombola dei Belegott), il servizio pasti per la scuola dell’infanzia e le camere mortuarie. Al pianterreno si trovano anche una panetteria-pasticceria, il bar con il ristorante e una gelateria. «Con il Comune – aggiunge il direttore – ci siamo attivati per avere a breve termine l’autorizzazione a locale ristorazione, che permetterà di poter venire a pranzare in casa anziani, incontrando così le persone di Coldrerio e incrementando vita e relazioni sociali dei nostri residenti».
Come spiegare il fatto che alcune persone abbiano scelto di trasferirsi in casa anziani? «Ci sono fattori plurimi – risponde ancora Gaffuri –. Le persone non sono malate ma non più autosufficienti ed è responsabilità della casa anziani, oltre all’assistenza, offrire il mantenimento delle relazioni sociali». La struttura di Coldrerio si presenta inoltre «al passo coi tempi» ed è stata studiata su «tre livelli»: camere con spazio decoroso, spazi comuni ai piani e uno spazio di socializzazione al pianterreno, il salone, «dove c’è permeabilità con la comunità». Ultimo, ma non per importanza, «è fondamentale creare una cultura dell’accoglienza, dell’inclusività, che fa della diversità un punto di forza: l’anziano, il giovane e la generazione di mezzo hanno bisogni diversi ma questo vuole essere un luogo che valorizza quelli di ognuno». Le attività che sono state organizzate in questi primi mesi con le varie associazioni del Comune, vanno proprio in questa direzione.
Le varie attività, conferma il responsabile riabilitazione Matteo Orefice, «vogliono creare contesti e occasioni affinché nelle relazioni ci possa essere un valore aggiunto per i nostri residenti e per le persone che frequentano la casa. Un obiettivo forse ambizioso, ma è il modo che permette agli specialisti dell’animazione di dare vita al piano terra costruito in poli-divisione con il Comune». Il centro diurno anziani, il preasilo, lo Scoiattolo e un suonatore di piva che ha ricreato il classico ambiente natalizio sono solo alcune delle animazioni che hanno coinvolto i residenti. «Sono già germogliate diverse iniziative e abbiamo accolto diverse persone che hanno chiesto di poter fare volontariato. Il volontariato che sta nascendo oggi, e che fa la differenza, va in una logica di relazione simmetrica con persone che mettono a disposizione le loro competenze e l’esserci per l’altro». La trasformazione di questa figura «è molto importante – conclude Orefice – perché ci permetterà di ampliare ulteriormente l’offerta, dando così la possibilità a chi vive in questa casa di scegliere se partecipare a uno o l’altro tipo di attività e non trovarsi costretto a vivere quello che l’istituzione vuole che viva, sia in termini di esperienza che relazionali».
L’inaugurazione del Quartiere è slittata alla prossima primavera. «I commenti sono positivi – spiega Tatiana Solcà Audrino, capodicastero Socialità di Coldrerio –. Abbiamo cercato di dare ordine con l’apertura dell’autosilo, nuove strutture moderne e più facilmente accessibili e nuovi servizi come biblioteca, ludoteca e offerte pre e post scolastiche gestite dalle Famiglie diurne. Siamo fiduciosi che il quartiere e la sua piazza diventino un punto d’incontro, essendo uno spazio accessoriato e facilmente utilizzabile, ampio e senza traffico». Già oggi aperti alla comunità, i servizi legati alla salute (fisioterapia, ergoterapia e podologia) dalla primavera saranno erogati anche a domicilio alle comunità di Coldrerio e Morbio Inferiore con l’obiettivo di «costruire percorsi integrati socio-assistenziali ed essere un punto di riferimento per i familiari – conclude John Gaffuri –. Iniziamo a farci conoscere e a incentivare a frequentare i nostri spazi».