Mendrisiotto

Via libera al PoLuMe, contrari pronti a dare battaglia

Ata, Cittadini per il territorio e Comitato No alla terza corsia reagiscono alla decisione del Consiglio federale

La manifestazione del 17 settembre scorso a Melano (Val Mara)
(Ti-Press)
16 dicembre 2022
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Nessuna deviazione o sosta forzata: sul tratto autostradale fra Lugano e Mendrisio il Consiglio federale punta dritto al potenziamento. Venerdì mattina da Berna è arrivata, infatti, la conferma che il governo centrale ha dato luce verde al progetto firmato da Ustra, l’Ufficio federale delle strade. Il che apre la strada all’introduzione della terza corsia dinamica. Come dire che nelle ore di punta lungo la corsia di emergenza scorrerà il traffico. Unico rimedio secondo Palazzo federale e i suoi tecnici per riuscire a "decongestionare" la viabilità locale. L’operazione, che porterà con sé anche una serie di interventi infrastrutturali – tra gallerie nuove e ampliate e futuri svincoli e semisvincoli – richiederà, del resto, un investimento di circa 1,7 miliardi di franchi.

‘Ignorate le voci contrarie dei cittadini’

Dalle parti del Mendrisiotto e Basso Ceresio c’è chi sotto l’albero avrebbe preferito trovare ben altro regalo. D’altro canto, la decisione federale non ha colto di sorpresa il fronte dei contrari, ovvero l’Associazione traffico e ambiente (Ata), i Cittadini per il territorio e il Comitato No alla terza corsia. Anzi, un po’ se l’aspettavano. Di conseguenza, pur dispiaciuti e delusi, non si lasciano scoraggiare. Ciò che lascia perplessi, come emerge dalla presa di posizione giunta nelle ore successive, è il fatto che il Consiglio federale non abbia tenuto conto della "contrarietà di un’ampia fascia della popolazione, in particolare del Mendrisiotto, né della petizione con oltre 6mila firme consegnata a Berna nel 2021". Tant’è che il settembre scorso in settecento erano scesi per le strade e si erano poi ritrovati a Melano (Val Mara) per farsi sentire e mettersi di traverso alla visione di mobilità proposta da Berna e sostenuta dal Cantone, che parteciperà all’opera con 84 milioni di franchi.

‘Soluzioni adesso, non nel 2042’

A livello federale si dà, dunque, un colpo di acceleratore ai piani, anticipando di dieci anni – il che "rallegra" anche il Consiglio di Stato, come si legge in una nota – il progetto, che ora entrerà nella sua fase esecutiva, in vista della pubblicazione del dossier e del varo dei lavori annunciato per il 2030. Prima di veder attuato il cosiddetto PoLuMe trascorreranno, però, nelle previsioni, una dozzina d’anni. Come dire che tutto sarà pronto nel 2042. E la popolazione, come fa memoria lo schieramento del ‘no’, ha bisogno di soluzioni adesso e non fra due decenni.

‘Affermazioni superficiali’

Il Gruppo No al PoLuMe non nasconde, peraltro, di essere rimasto "di stucco" davanti alle informazioni approssimative fornite sul progetto – "in totale le nuove gallerie saranno quattro e non una" –, alle "affermazioni superficiali" riferite alle strade cantonali e comunali invase dal traffico – che lo sono sempre e comunque, ricordano – e all’asserito "beneficio della qualità di vita della popolazione" evocato tanto a livello federale che cantonale. Ebbene, si rilancia, "chiedete agli abitanti di Melano quanto beneficeranno di questo progetto: la A2 taglierà in due il territorio comunale come oggi, in più si troveranno un nuovo svincolo su un terreno ora verde". L’unica ricaduta positiva riconosciuta in modo trasversale rispetto al giudizio sul potenziamento autostradale, è l’aggiramento dell’abitato di Bissone.

Aria di referendum

Sta di fatto che la strada verso l’approvazione del progetto definitivo, rendono attenti Ata, Cittadini e Comitato No alla terza corsia, "è ancora lunga". In effetti, in Svizzera l’opposizione nei confronti dei piani di potenziamento della rete autostradale sta crescendo in molte regioni. "La Città di Berna – si corrobora – ha inoltrato ricorso contro uno dei cinque progetti che saranno votati nel 2023 dalle Camere federali, mentre le associazioni ambientaliste pensano al lancio di un referendum una volta che i relativi crediti saranno votati". E il pensiero della consultazione popolare sta sfiorando anche la realtà locale.

Sul PoLuMe si porterà la battaglia fino in fondo? «I progetti Oltregottardo sono più maturi e nel 2023 verranno votati i crediti, quindi lì si potrà già fare referendum. Da parte nostra – ci dice Caroline Camponovo Berardi, segretaria di Ata – saremo al fianco di queste associazioni nella raccolta firme. Che sarà un segnale anche per il PoLuMe. Ci auguriamo, insomma, che il giorno in cui dovremo mobilitarci contro il nostro progetto, riceveremo lo stesso sostegno. Insomma, è verosimile che si lanci un referendum». In effetti, la rete dei contrari a una visione che, sul piano nazionale, mette in concorrenza strada e trasporto pubblico si sta tessendo da tempo, fa capire la portavoce di Ata.

‘È il tempo di una presa di coscienza collettiva’

I punti di scontro, d’altra parte, non mancano. Chi non crede alla soluzione del potenziamento dell’A2 ha digerito male, ad esempio, l’uscita del governo federale che ritiene l’offerta odierna di trasporti pubblici e di altre forme di mobilità alternative "non sufficiente a rispondere alle esigenze attuali e future della regione". «Questa – taglia corto Caroline Camponovo Berardi – è una grande sciocchezza. In Ticino il trasporto pubblico è appena stato potenziato. La popolazione non ha ancora avuto, come ha detto anche lo stesso direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, il tempo per testare, abituarsi e convincersi della bontà dei nuovi servizi. Occorre dare la possibilità di una presa di coscienza collettiva. Adesso a portata di mano. Invece, chi è in colonna ora con l’auto, lo sarà anche da qui al 2042. Anzi, con i cantieri in vista sarà pure peggio».

Trasporto pubblico e potenziale di crescita

Difficile, dunque, credere per i contrari alla buona volontà di Berna di "approfondire e coordinare le differenti soluzioni attualmente allo studio nel quadro dei progetti infrastrutturali della regione", nel solco di uno sviluppo sostenibile. Il riferimento è al "prolungamento in galleria dell’autostrada a sud di Melano e la nuova ferrovia ad alta velocità a sud di Lugano". «Ma questa – annota ancora la segretaria di Ata – non è musica dell’immediato futuro. Mentre con i collegamenti che abbiamo si sono fatti dei passi avanti nel trasporto pubblico, che in Ticino oggi ha un maggiore potenziale di crescita rispetto al resto della Svizzera».

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