L’idea di rivedere il tracciato nel Basso Mendrisiotto convince. Adesso serve uno studio di fattibilità. Pronta la lettera d’intenti per Berna e Roma
Il progetto di ridisegnare e mettere in galleria il tratto finale dell’A2 nel Basso Mendrisiotto non è più solo una chimera. Oggi c’è anche il Consiglio di Stato (CdS) tra coloro – in testa il Comune di Chiasso – che prendono in seria considerazione la possibilità di andare a fondo della questione. Il governo ha messo nero su bianco il suo “interesse” e il suo “sostegno” a uno studio di fattibilità che metta sul tavolo pro e contro di una simile operazione. Un’apertura, quella dichiarata rispondendo alle sollecitazioni di tre deputati Ppd del Mendrisiotto – Maurizio Agustoni, Giorgio Fonio e Luca Pagani –, che corrobora quanto già affermato nel 2020 davanti a una simile idea. Il contributo cantonale, insomma, è assicurato. Del resto, a ricevere adesso il via libera è anche l’approccio scelto a livello distrettuale.
Sarà infatti la Commissione regionale dei trasporti (Crtm) a fare da punto di riferimento, mentre la Regio Insubrica fungerà da coordinatore. Del resto, l’operazione, come fa notare la stessa autorità cantonale, ha delle “complesse implicazioni internazionali”. E l’impostazione data ai lavori viene portata avanti “con concretezza e con il coinvolgimento dei giusti soggetti istituzionali”.
A inizio settimana all’appello della Comunità di lavoro mancavano ancora un paio di istituzioni sul versante italiano, poi completato il giro potrà essere imbucata la lettera d’intenti destinata, su un lato, alla consigliera federale Simonetta Sommaruga a Berna e, sull’altro, al ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini a Roma. Così come si è voluto esplorare, già dai primi mesi dell’anno scorso, il parere degli enti locali e delle dogane su entrambi i fronti del confine prima di bussare ai piani alti; allo stesso modo serve il nullaosta centrale per avviare in maniera congiunta l’analisi che darà modo di radiografare il progetto sul piano giuridico, finanziario e ambientale.
Il CdS si mostra persino ottimista sulla tempistica. “La firma del protocollo d’intesa e la definizione dell’organizzazione di progetto – annuncia – sono attese nel corso dell’anno corrente. In seguito sarà possibile procedere con le ulteriori tappe, a cominciare dall’allestimento di uno studio di fattibilità”.
Visto da Chiasso il passaggio dello studio è un «passo fondamentale», come riafferma il sindaco Bruno Arrigoni, conquistato da subito dall’ipotesi di ripensare il tracciato autostradale a sud. «È il nostro obiettivo per capire se la proposta sta in piedi. Solo un esame di dettaglio ci darà tutti gli elementi utili per tematizzare i vari aspetti. Di conseguenza, sarebbe un peccato rinunciare in partenza. Il nostro intento è quello di risolvere un problema e non di crearne altri», ribadisce il sindaco di fronte all’interesse manifestato, secondo sue informazioni, anche Oltrefrontiera (in particolare dalla Provincia di Como e persino dalla Regione Lombardia).
E al di qua del valico che aria tira? Il fronte dei Comuni del Basso Mendrisiotto è quasi compatto. A manifestare critiche – che il governo definisce “importanti” – e perplessità su una possibile soluzione è stato il Municipio di Novazzano. Tanto da spingere il CdS a parlare di “tematiche locali molto delicate, che necessitano un importante lavoro di mediazione e che giustificano il ruolo di coordinamento assegnato alla Crtm”.
Qual è il punto? La scelta progettuale. In effetti, oggi le proposte in campo sono due. Al primo incarto, ribattezzato ‘Porta sud delle Alpi’ e firmato dall’architetto Elena Fontana, che ha riacceso i riflettori sull’opzione di rivedere il tratto finale dell’A2, se ne è aggiunto un secondo elaborato da un gruppo di lavoro guidato dall’architetto Elio Ostinelli. Opzione, quest’ultima, che convince di più le autorità di Novazzano.
La prima a rispolverare, di recente, l’idea di cambiare, letteralmente, direzione all’A2 è stata, tra il 2019 e il 2020, l’architetto Fontana. La sua visione? Modificare il tracciato autostradale tra Balerna e Chiasso, traslando l’infrastruttura sul lato opposto; passando quindi nella zona del Pian Faloppia ed entrando in galleria sotto la collina del Penz, sbucando in Italia. Questa ipotesi contempla altresì lo spostamento della dogana e la riconquista di parte del territorio della regione.
Nello stesso periodo si è, però, fatto avanti anche il nuovo gruppo di lavoro che ha poi presentato il suo concetto di intervento, diverso nella sostanza ma non nella finalità, al Dipartimento del territorio. In questo caso, come rivela lo stesso CdS, si prevede un interramento in due tappe dell’autostrada tra l’area di sosta di Coldrerio e il valico di Brogeda, attraversando questa volta la collina di San Simone-Vacallo. Il team di Ostinelli, di fatto, riprende un discorso fatto una trentina di anni fa, rimasto senza seguito a fronte di un costo di 200 milioni di franchi.
Ciò che conta, fa capire il sindaco Arrigoni, è che non finisca ancora tutto in un cassetto.