Tutti presenti oggi in aula penale, giudice, difesa e pubblica accusa. Mancava solo il 66enne accusato di aver ingannato almeno 19 persone
Tutti presenti oggi in aula penale per un processo per truffa: giudice, difesa e pubblica accusa. A mancare era però l’imputato che, da informazioni da noi raccolte, sembrerebbe essere irreperibile sia per corrispondenza sia telefonicamente. Un caso, quindi, di contumacia, quello odierno alla Corte delle Assise correzionali di Mendrisio. L’imputato, un 66enne cittadino italiano, non ha presentato alcuna giustificazione. Ma in sua assenza l’atto d’accusa, firmato dal procuratore pubblico Daniele Galliano, ne ripercorre comunque i presunti capi d’imputazione per truffa aggravata per quasi due milioni di franchi. Il 66enne, tra l’agosto 2012 e il marzo 2014 e tra Chiasso e Lugano, si sarebbe procacciato un indebito profitto (agendo anche in correità con più complici) attraverso operazioni finanziarie a discapito di almeno 19 clienti.
L’uomo si sarebbe rivolto inizialmente a un fiduciario, con la richiesta di aprire una succursale a Chiasso di un’azienda attiva nella consulenza per l’ottenimento di crediti bancari in favore di clienti. Succursale di cui sono divenuti dirigenti i due complici, l’amico e la ex-fidanzata. Parallelamente, il 66ene avrebbe preso contatto con un altro fiduciario, dicendogli di essere interessato ad acquistare delle società vuote allo scopo di vendere a una potenziale clientela italiana. Dal fiduciario avrebbe ottenuto il pacchetto azionario di ben cinque aziende, oggi quasi tutte radiate.
Grazie a questi sotterfugi, l’uomo avrebbe descritto delle operazioni finanziarie complesse e proposto degli investimenti finanziari fittizi, facendo credere che la succursale – con a capo i suoi complici – e una delle aziende da lui acquistate avevano accesso a ingenti investimenti, garanzie bancarie e linee di credito milionarie. In questo modo, si sarebbe fatto versare dai propri clienti un anticipo in denaro al fine di concretizzare le operazioni finanziarie promesse. Promesse che in sostanza, secondo l’accusa, non si sarebbero mai realizzate. Inoltre, per contattare il maggior numero di persone possibili, il 66enne avrebbe ingaggiato anche consulenti e procacciatori di clienti.
La sua clientela era composta da almeno 19 persone in difficoltà finanziaria. Dieci di loro sarebbero stati truffati attraverso la succursale con sede a Chiasso, versando ingenti somme per degli investimenti finanziari mai effettuati. Alcuni gli avrebbero versato addirittura 300’000 euro, con la speranza – mal riposta – di ottenere milioni in cambio. Ai restanti nove sarebbe capitata la stessa sorte, ma attraverso un’altra azienda di investimento. Le linee di credito proposte alle vittime derivavano dai più disparati progetti: dalla costruzione di un campo da golf in Croazia, alla riattivazione di un impianto minerario in Canada.
La Corte delle Assise correzionali di Mendrisio, presieduta dalla giudice Francesca Verda Chiocchetti, si riunirà attorno al caso il prossimo 27 gennaio. L’imputato, rappresentato dall’avvocato Marco Masoni, si presenterà questa volta?