Dopo l’annuncio della Fondazione Il Gabbiano, i Comuni del Distretto sono pronti a ripartire su nuove basi. Coinvolgendo anche Mendrisio
Rammarico e un pizzico di amarezza. Sono questi i sentimenti che, martedì sera, hanno attraversato i capidicastero e i municipali seduti al tavolo per ragionare di Servizio operatori di prossimità (Sopr) del Mendrisiotto. La decisione, vestita di ufficialità, dei vertici della Fondazione Il Gabbiano di lasciare il campo ha spiazzato i Comuni del Distretto. Quelle stesse autorità locali alle quali l’ente, chiamato nel 2019 a gestire il progetto, ha riconsegnato le chiavi; e che adesso dovranno riaprire il dossier non solo, come previsto, per ridiscutere i termini degli accordi in corso. Una cosa è certa, fa sapere da subito a ‘laRegione’ Roberta Pantani Tettamanti, responsabile del dicastero Socialità di Chiasso (cittadina che a suo tempo ha tenuto a battesimo la fase pilota dell’iniziativa), a questa esperienza nessuno vuole rinunciare.
«Quando ci hanno comunicato la loro scelta alla riunione – ribadisce la capadicastero di Chiasso – da parte di tutti c’è stato un grande dispiacere e un po’ di delusione. Anche per il fatto che questo progetto, di fatto, si sarebbe interrotto alla fine dell’anno con le convenzioni in scadenza (al 31 dicembre 2022, ndr). Infatti, ci saremmo dovuti ritrovare per discutere una modalità di rinnovo della collaborazione, magari con contenuti nuovi. Invece, abbiamo preso atto che il progetto così come è strutturato attualmente non potrà più andare avanti».
A prima vista si tratta di una battuta d’arresto. «Credo che da parte di tutti sia stato ribadito che il Servizio sia comunque necessario e che vale la pena mantenerlo – mette un punto fermo –. Giunti sin qui tutti noi apriremo ora la discussione all’interno dei nostri Municipi: riporteremo la comunicazione della Fondazione, poi saranno gli esecutivi a riflettere sul da farsi. È altrettanto vero che ci siamo dati un nuovo appuntamento: come Comuni ci ritroveremo entro brevissimo tempo per discutere di proposte alternative per l’organizzazione e il mantenimento del Servizio».
Tra i portavoce presenti martedì all’incontro l’impegno è preso, e con convinzione. Tanto che ci si è dati pure un orizzonte temporale: fra un mese se ne riparla di nuovo, e con le idee più chiare. «Per allora ciascuno si sarà confrontato con il rispettivo gremio. Naturalmente – anticipa Roberta Pantani Tettamanti – a questa nuova riunione dovrà essere presente anche Mendrisio». Una dichiarazione d’intenti, quest’ultima, che vale un invito all’indirizzo della Città, la quale il giugno scorso, proprio in vista dello scadere dell’intesa formale che reggeva il Servizio regionale, ha imboccato la strada dell’autonomia; e in tal senso ha già pubblicato il bando di concorso per l’assunzione di un operatore di prossimità, scaduto giusto nei giorni scorsi.
Il Distretto, insomma, sembra intenzionato a ricucire la rete che sino a ora ha sostenuto il progetto. Sta di fatto, che si deve ripartire daccapo? «Purtroppo sì. E questa è stata un po’ la delusione di tutti – riconosce la capadicastero –. Dopo quattro anni (dalla collaborazione stretta con la Fondazione Il Gabbiano, ndr) ci toccherà ricominciare dall’inizio. In origine come Comune di Chiasso avevamo portato avanti questo progetto e ci era sembrato giusto, poi, affidarlo alla Fondazione per il suo proseguimento. Faremo tesoro dell’esperienza di questi anni e cercheremo di proporre una soluzione alternativa». Sulla strada da imboccare per il futuro, fa capire Pantani Tettamanti, è ancora prematuro esprimersi. Ripeto – chiarisce – credo sia importante che il Servizio venga mantenuto, magari migliorato. Ma cerchiamo di andare avanti con questo progetto».
Tutto è nato puntando sulla regionalità dell’approccio: resterà una caratteristica del Servizio operatori di prossimità, visto la conformazione del nostro territorio? «Lo scopo di farne un progetto regionale è dettato dalla mobilità dei giovani all’interno della regione, che non ha confini comunali – annota Pantani Tettamanti –. Era ed è importante, quindi, avere davvero un’antenna sul territorio che possa coprirlo tutto e possa essere d’aiuto a tutti i giovani del Distretto. Ed è da lì che dobbiamo ripartire: mantenendo (ma anche migliorando) e offrendo un Servizio territoriale. Resta da valutare in che modo, a fronte della decisione di Mendrisio. Vedremo come potremo collaborare. Penso che pure loro, come noi, siano consapevoli dell’importanza della territorialità e della possibilità degli operatori di muoversi senza vincoli istituzionali sul terreno». Il lavoro di squadra, del resto, paga sempre, come dimostrato dal gruppo nato dall’intesa dello stesso Servizio con le Polizie locali.