Il nodo siccità nel capoluogo momò e la ricerca di una strategia capace di far fronte all’emergenza idrica
Una doppia risposta per due interrogazioni, entrambe incentrate sulla tematica, presente in questa lunga e calda estate, della siccità. A prendere la parola il Municipio di Mendrisio che non ha mancato di sottolineare, in entrata della risposta alle interrogazioni, la "portata eccezionale del clima meteorologico che si sta vivendo alle nostre latitudini in queste settimane, soprattutto reso critico anche dalle scarsissime precipitazioni avute nello scorso inverno, che non hanno permesso di costituire le normali riserve presso gli acquiferi della regione. Le fonti idriche preposte alla produzione di acqua potabile, segnatamente quelle sorgive, sono così sottoposte a un fortissimo stress e si stanno riducendo ai minimi termini in quanto a produzione". Una grave situazione che ha portato al divieto emanato dalle Aim e comunicato alla popolazione di uso di acqua per irrigazioni, riempimento piscine e biotopi, lavaggio piazzali e auto.
Quanto dunque la possibilità di prevedere la messa in esercizio, per necessità, dei pozzi di captazione in disuso? "Effettivamente con questi pozzi – si dice d’accordo l’esecutivo – sarà opportuno eseguire uno studio di fattibilità e un business plan per verificare la possibilità di costruire un acquedotto industriale; ovviamente con un tale acquedotto si potrebbero sgravare le fonti di acqua potabile da consumi importanti. Chiaro che se si realizzasse un tale acquedotto i relativi pozzi dovrebbero essere poi manutenuti regolarmente e i relativi costi messi a carico nell’ambito dell’esercizio dell’acqua industriale". Quale strada seguire per contrastare questa emergenza, anche in futuro? Il Municipio è chiaro: "Pensare di voler allacciare ogni abitazione anche con una condotta di acqua non potabile oltre che con quella potabile è illusorio. Da capire piuttosto se incentivare ulteriormente la facoltà dei proprietari di case a creare delle cisterne per la raccolta dell’acqua piovana a scopo non potabile".
Una situazione idrica che può essere considerata ‘difficile’: "Se ognuno rispetta le restrizioni di consumo messe in atto al momento le Aim riescono a gestire la situazione – non manca di annotare il Municipio –. Per la zona di Arzo, Besazio e Tremona, che è approvvigionata da una sola fonte (la sorgente Fontanella), è stato organizzato, tramite autobotte atta al trasporto di derrate alimentari, anche un apporto giornaliero di acqua potabile dalla rete del piano. Nel frattempo le Aim hanno messo parzialmente in servizio il Nuovo Pozzo Prati Maggi che già alimenta la rete di Mendrisio e Rancate; nelle prossime settimane verranno completati i collaudi dei vari sistemi di gestione e di comando. A medio termine le AIM prevedono la costruzione di un pompaggio di acqua potabile dalla pianura via Rancate nella rete di Arzo e Besazio per coadiuvare, in future situazioni analoghe di penuria, la sorgente della Fontanella nell’approvvigionamento dei comuni della Montagna".