Nessun maestro, non c’è problema. A Riva San Vitale, una decina di persone si riunisce ogni giovedì per dedicarsi alla pratica orientale
È possibile praticare Tai Chi senza una guida? A quanto pare sì. Lo dimostra un gruppo del Mendrisiotto che si riunisce ogni giovedì alle 18.30 al parco Rivalago di Riva San Vitale. Le origini di questa pratica sono cinesi, e si ritiene affondino nel diciottesimo secolo. Nonostante le radici lontane dal Ticino, questo gruppo singolare ha saputo fare della propria memoria un punto di forza. Perché memoria? Quasi ciascuno di loro ha iniziato molti anni fa con lo stesso maestro, il quale teneva diversi corsi nella zona. Egli però ha poi deciso di trasferirsi all’estero. Questo non ha però demoralizzato i partecipanti ma, al contrario, li ha spinti a unire le forze per ricostruire il gruppo e i movimenti necessari per arrangiarsi in maniera indipendente. Il gruppo è infatti oggi autogestito e autonomo, e si affida alla memoria collettiva degli insegnamenti ricevuti. Simona Mazza, membro del collettivo, ci ha raccontato la loro storia, uniti nella passione per il Tai Chi. «Non volevamo smettere e così, parlando abbiamo deciso che avremmo proseguito autonomamente – ha illustrato–, Per farlo però abbiamo dovuto radunare il materiale necessario e la memoria di tutti ha permesso di ricordare gran parte degli esercizi, ognuno ricordava qualcosa di diverso, è stato come costruire un puzzle. Sta funzionando proprio perché c’è il piacere di ritrovarsi e ritrovare i movimenti che da soli avremmo faticato a ricordare. Ora abbiamo un gruppo whatsapp, e siamo circa una decina. Chiunque voglia provare o praticare insieme a noi è il benvenuto».
«Di regola, il Tai Chi, non ha indicazioni precise da seguire, ma si basa sull’osservazione e la ripetizione dei movimenti, che ogni volta cambiano. Per questo, quando arrivano nuove persone, siamo felici di poter spiegare da capo gli esercizi. Non è una perdita di tempo, al contrario, ci consente di rivedere i movimenti e migliorarli sempre e questo è un sistema che integra tutti». «Non c’è una performance da fare – ha spiegato Mazza –, né tanto meno un giudizio. È un momento personale in cui concentrarsi, si tratta di una meditazione attiva, e per noi è quasi come una vacanza fuori dagli schemi di pressione che viviamo ogni giorno. Ma non è solo individuale, significa anche condivisione perché lo si pratica in gruppo, anche se ognuno cerca di migliorare sé stesso». In effetti, tradizionalmente, i principi del Tai Chi venivano trasmessi a voce e non tramite documenti scritti, ed è quindi consigliato seguire direttamente dei corsi, piuttosto che impararlo dai libri.
L’obiettivo del Tai Chi è di ottenere attraverso l’armonia del corpo quella dello spirito. L’esecuzione dei movimenti serve a comporre le varie "forme" che mimano il combattimento con un ipotetico avversario. Questa pratica punta a sviluppare l’energia interiore dell’individuo, ovvero il Chi, considerata ben più potente della semplice forza fisica. Le sue basi poggiano sul concetto taoista di equilibrio tra gli opposti, tra Ying e Yang. Da qui si parte verso una riscoperta del proprio essere interiore e il miglioramento di sé. Le attività del Tai Chi non sono vincolate a spazi chiusi, al contrario, sono piuttosto diffusi corsi che prevedono la sua pratica all’aria aperta, più a contatto con la natura e l’ambiente circostante. «Durante la stagione estiva – ha confermato infatti Mazza –, preferiamo trovarci all’aperto e abbiamo quindi deciso di trovarci nel bellissimo parco di Riva San Vitale. D’inverno invece dovremo trovare un altro spazio. Probabilmente, come in passato, se si potrà, torneremo a riunirci all’Istituto Canisio».
«Come il Tao, i movimenti che pratichiamo vanno e vengono, non si fermano. Ci piace iniziare con un riscaldamento, eseguiamo degli esercizi di Qi Gong (ovvero movimenti fisici per il controllo del respiro e della mente), il saluto al sole e poi iniziamo la pratica di Tai Chi per un’ora e mezza o due, insomma finché abbiamo tempo e voglia. Il bello è che nonostante il nostro maestro ora viva all’estero, ogni tanto ritorna e ci illustra delle nuove sequenze».