Il gruppo Lega-Udc-Udf chiede al Municipio di Mendrisio di fare il punto della situazione
Lo slancio solidale verso i cittadini ucraini segnati dalla guerra è stato importante, anche nelle realtà locali. Una solidarietà che si è espressa, come richiama il gruppo Lega-Udc-Udf di Mendrisio in una interrogazione, attraverso donazioni, invio di beni di prima necessità e accoglienza in Ticino. "Se nell’emergenza – si annota per voce della prima firmataria Simona Rossini – è regnata un po’ di confusione sul ruolo e sulle responsabilità dei privati che hanno accolto e delle istituzioni, adesso questa situazione dovrebbe essere chiara e regolamentata". Si sommano però, si aggiunge, le preoccupazioni per le ricadute sul piano degli aumenti generalizzati e della penuria di materie prime "che mettono in crisi artigiani e produzioni". Ciò, si ribadisce, ha portato la popolazione "a guardare alla situazione con occhio più critico".
E qui si innestano le domande volte, si motiva, a dare delle risposte ai cittadini e a tracciare una sorta di bilancio di quanto messo in atto in questi mesi, facendo il punto sulla condizione dei rifugiati. In buona sostanza, si chiede, quanti alloggi sono stati messi a disposizione in Città? E quanti cittadini ucraini si sono registrati al controllo abitanti di Mendrisio? Di conseguenza, si domandano lumi sul numero di bambini scolarizzati oggi e di quali sono le previsioni alla riapertura delle scuole a settembre. Quindi, si domanda ancora, "le nostre sedi scolastiche sono conformi per l’inserimento di questi scolari?". E di seguito, nelle scuole dell’infanzia "ci saranno bambini residenti di 3 anni che dovranno rinunciare a essere inseriti?".
L’interesse del gruppo si sposta poi sulle figure professionali che sono state introdotte nelle scuole comunali: "In che numero? Che costi si prevedono per l’amministrazione cittadina?" Inoltre, si insiste, "questa integrazione potrebbe rallentare o peggiorare l’istruzione nelle nostre scuole comunali per un problema di inserimento e di lingua?".
Al momento, si sollecita poi, il Municipio è "già a conoscenza di quanti profughi intendono far ritorno al loro Paese a breve?". E d’altro canto, "ci sono profughi che hanno trovato un posto di lavoro o che esercitano una attività indipendente?".