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Mendrisio e la battaglia del moltiplicatore

Per Crimaldi (capogruppo Plr) la Città è a un bivio: deve decidere per l’aumento. Per Padlina (capogruppo Ppd) può essere l’inizio di una ‘escalation’

Plr e Ppd, vicini eppure lontani (almeno sulla fiscalità)
(Ti-Press/M. Piccoli)
11 maggio 2022
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I cittadini di Mendrisio è meglio che si preparino. Che comincino a farsi i conti in tasca: l’anno prossimo, infatti, potrebbero veder lievitare di due punti il moltiplicatore. Le previsioni del Municipio lo danno al 77 per cento (dall’attuale 75). Passerà, però, questa linea? Succederà se ci saranno i numeri, non quelli dei dati finanziari bensì quelli dei gruppi politici che siedono in Consiglio comunale. Sulla carta, comunque, pare proprio di sì, che la misura potrebbe avere la meglio. A fare muro oggi a un aumento della pressione fiscale ci sono, di fatto, ‘solo’ Ppd e Lista civica (salvo qualche dissidente sui banchi delle altre forze partitiche). Lo si è visto bene lunedì sera nell’aula consiliare durante il dibattito sul Piano finanziario 2020-2027. Sia chiaro, le loro ragioni non sono del tutto assimilabili, ma le conclusioni sì. E d’altro canto, alla fine è tutta una questione di scelte politiche e di responsabilità istituzionale.

Nel passato recente non è la prima volta

Certo nel passato recente la Città ha sempre fatto un vanto della capacità di tenere basse quelle due cifre, persino di fronte alla crescita dell’‘altro’ moltiplicatore, quello aritmetico (salito oltre l’80 per cento). Farlo riuscendo comunque a far quadrare i bilanci. In effetti, è dal 2014 che il Comune veleggia a quota 75. In quello stesso anno il Consiglio comunale – pure allora diviso – aveva deciso un ritocco verso l’alto, passando dal 70 al 75 per cento appunto. E tra i favorevoli si iscriveva anche il Ppd, schierato all’epoca al fianco della Sinistra. Sul fronte opposto i Verdi, mentre Plr e Lega-Udc-Indipendenti si erano posti nel mezzo, propensi a un aumento più contenuto (di soli 3 punti).

‘È il momento di agire’

A otto anni di distanza circa si è davanti, quindi, a una nuova resa dei... conti. Mendrisio, insomma, è a un bivio inevitabile? «Sì, ci siamo arrivati», Vincenzo Crimaldi, capogruppo del Plr in Consiglio comunale va dritto al punto. Non ha avuto bisogno che la notte gli portasse consiglio: il partito appare compatto dietro al ‘suo’ sindaco (Samuele Cavadini). «È indubbio, aumentare il moltiplicatore – annota subito a ‘laRegione’ – è una decisione non facile e impopolare. Nessuno vorrebbe giungere a tanto: deve essere l’ultima ratio. Ma lo ribadisco, siamo arrivati al momento di agire; di dire cosa si vuole fare». Per Crimaldi non c’è altra via di uscita: o si rivede l’aliquota fiscale – condizione sine qua non per conservare le cose come stanno – o la si lascia dov’è, pena il taglio di qualche servizio. E a essere toccati, richiama il capogruppo, potrebbero essere tutti i settori, dal sociale al ricreativo. A uscirne indenni, su questo punto sono stati chiari anche i sostenitori dell’aumento, saranno gli investimenti. «Se si vuole progredire questo è necessario», commenta.

‘Ci vuole comunicazione’

«È chiaro – rende attenti Crimaldi – ci deve essere più comunicazione fra il Municipio e il Consiglio comunale su questo tema. Esecutivo e legislativo sono chiamati a prendersi, ciascuno, la loro responsabilità, ma insieme». Dallo scranno dell’autorità cittadina lo si è fatto capire in modo nitido. Per il capogruppo Plr la parola chiave, dunque, è condivisione. «Mi aspetto che ogni gruppo – rilancia – porti le sue proposte da discutere».

Sul tavolo, però, ci sono anche i suggerimenti del consulente esterno interpellato un paio di anni fa dallo stesso Municipio. Risultato, un risparmio di 2 milioni e mezzo che la maggioranza della Gestione invita a "leggere in modo critico". «Lo studio esterno – presentato sinora solo ai commissari della Gestione, ndr – dà delle indicazioni, ad esempio sul versante delle manifestazioni. Ma resta il fatto che siamo chiamati a decidere che Città vogliamo».

‘Manca la volontà di andare fino in fondo’

In effetti, il momento è cruciale anche per Gianluca Padlina, capogruppo del Ppd. Ma il riferimento è al cambiamento della ‘macchina’ comunale. Leggere fra le righe del Piano finanziario – messo a punto il dicembre scorso, prima quindi degli stravolgimenti della guerra in Ucraina – che oggi è "indispensabile" aumentare il moltiplicatore l’ha fatto, confessa, saltare sulla sedia. «Per quale motivo? Perché i risultati non arrivano? La verità è che manca la volontà di fare l’esercizio del controllo della spesa pubblica fino in fondo. Esercizio peraltro promesso, da noi sollecitato e più volte rinviato, nonostante il lavoro del consulente. Invece – incalza Padlina –, si preferisce lasciare tutto com’è e modificare il moltiplicatore».

La ricetta del consulente

A proposito dell’operato dell’IQ Center, dall’aula consiliare è salita la richiesta di poter visionare il rapporto (richiesta che non è rimasta inascoltata). Come commissari della Gestione avete avuto modo di averla fra le mani, concretamente qual è la ricetta? «Il lavoro è serio e di qualità – ci risponde Padlina –. Esemplifico, si focalizza con particolare attenzione sul progetto di ottimizzare le risorse umane e finanziarie o sulla nuova amministrazione». Detto in parole povere? «Non si tratta – spiega il capogruppo Ppd – di toccare la socialità o rinunciare alla Sagra del Borgo. Se poi si pensa che Mendrisio è la Città in Ticino che spende meno per cultura e sport... Il potenziale di risparmio, come illustra il consulente, è insito nelle misure di contenimento applicabili alla politica del personale – si parla di circa 200mila franchi, ndr –, nella gestione delle manifestazioni – diverse centinaia di migliaia di franchi, ndr – o degli stabili o degli sportelli comunali – insieme 300mila franchi, ndr –. In fila vengono messi quattordici punti».

‘L’aumento? Solo se costretti e dopo aver risparmiato’

Non c’è verso, allora, che il Ppd cambi idea sul moltiplicatore? «In Gestione abbiamo effettuato due stress test dei bilanci e, pur modificati i parametri, ne è scaturito in entrambi i casi un aumento del moltiplicatore. Quindi, noi non diciamo che in assoluto non si possa arrivare a essere costretti a rivedere la pressione fiscale. Prima, però occorre portare a termine il processo di verifica dei costi del Comune, esplorando e attuando tutto il margine di risparmio esistente».

Se si passa al 77 per cento cosa temete? «Che sia solo l’inizio. Il primo gradino di una scala che rischia di continuare a salire. Insomma, un effetto domino».

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