Balerna, Chiasso, Morbio Inferiore e Vacallo sono pronti a unire acquedotti e condotte. Dal progetto si passa all’atto formale
I Municipi di Balerna, Chiasso, Morbio Inferiore e Vacallo fanno sul serio. Del resto, l’impegno di garantire alla popolazione del Basso Mendrisiotto acqua sicura e a sufficienza è una faccenda di quelle importanti, anzi vitali. Così, consapevoli di essere riusciti a fare breccia già con il solo progetto – presentato il settembre scorso a consiglieri comunali e responsabili delle amministrazioni –, a circa otto mesi di distanza, i governi locali hanno messo sul tavolo il dossier – dagli Statuti al Regolamento – che vale la costituzione formale di un unico Servizio idraulico per l’intera regione entro la fine del 2023. L’acronimo, Sibm, è un po’ ostico da masticare, ma i suoi contenuti sono cristallini... come l’acqua.
I quattro Comuni, insomma, sono pronti a compiere il grande passo: sciogliere le rispettive Aziende acque potabili e mettere in condominio (a titolo gratuito) acquedotti, reti e tubature in nome di un Consorzio al quale affidare l’approvvigionamento futuro di abitanti e imprese. In altre parole, qui nessuno ha remore a parlare di ‘aggregazione’, nel solco peraltro di quel Polo 3 disegnato alla luce dell’Acquedotto regionale del Mendrisiotto. Arm che ha dichiarato di guardare con favore a questa operazione. La nascita di un Consorzio agevolerà rapporti e aspetti organizzativi.
Del resto, occorre guardare in faccia alla realtà. Necessità e consumi sono cambiati nel tempo, i rischi di contaminazioni – nel Distretto se ne sa qualcosa tra clorotalonil e Pfos – sono dietro l’angolo e le infrastrutture non facilitano gli scambi idrici tra vicini. Non da ultimo "nessun Comune dispone più di fonti proprie capaci di garantire qualitativamente e quantitativamente il fabbisogno idrico a lungo termine". Non solo: "Va rimarcato – si legge con tutta evidenza nel documento – come nel nostro comprensorio l’approvvigionamento idrico sia oggettivamente uno dei più complessi e delicati del cantone a causa delle critiche situazioni qualitative e quantitative delle fonti". Il messaggio municipale passato di recente al vaglio dei singoli esecutivi, quindi, parla chiaro e ha trovato il sostegno e l’interesse delle autorità superiori. Un consenso (raccolto anche in occasione della serata informativa di settembre) che, in questo caso, sembra mettere al riparo i Municipi protagonisti da possibili delusioni alla prova del voto consiliare.
Le conclusioni a cui era giunto alla fine del 2018 il rapporto dello Studio Lienhard non avevano, d’altro canto, lasciato spazio a dubbi. Gli esperti interpellati all’epoca in vista della revisione dei Piani generali degli acquedotti avevano evidenziato come "nella nostra realtà geografica e urbana, la soluzione migliore è rappresentata dalla messa in comunicazione delle strutture degli acquedotti dei quatto Comuni". Da quel momento si è lavorato in quella direzione, procedendo passo dopo passo lungo una strada lunga e tortuosa. Un processo complesso che, però, ha dato modo di individuare le soluzioni tecniche, definire la "forma giuridica ideale" (quella del consorzio, appunto) e calcolare le ricadute finanziarie oltre alle tariffe da applicare. A proposito di cifre il futuro Servizio sarà confrontato, da un lato, con gli investimenti legati all’Arm – si parla di 12 milioni e mezzo di franchi , e, dall’altro, con il ‘cantiere’ di messa in rete delle infrastrutture, che comporterà, si annuncia, spese per 15 milioni nell’arco di un decennio.
Certo, creato un unico acquedotto, restano da applicare le tariffe partendo dalla situazione economica delle singole Aziende. Si farà leva così su tasse fisse e tasse al consumo a fronte di una utenza composta per lo più da economie domestiche, dunque con "pochi consumatori grossi e variabili". Si riconosce, di conseguenza, l’esigenza di porre attenzione a eventuali differenze in fattura affinché non si perda l’abitudine a comportamenti virtuosi, al fine di evitare sprechi. A conti fatti, si è valutato che la copertura ideale tramite le tasse fisse si pone in una forchetta fra il 40 e il 50 per cento del fabbisogno finanziario. Mentre le tasse sul consumo al cittadino oscilleranno, tra minimo e massimo, fra gli 80 centesimi e i 2 franchi al metro cubo. Per l’acqua industriale, invece, si andrà dai 60 centesimi ai 2 franchi al metro cubo.
Un altro nodo delicato è il mandato di gestione del Servizio. I quattro Municipi hanno già scelto a chi affidare la cura del Consorzio – che avrà così sede a Chiasso – e delle sue strutture. La guida sarà affidata ad Age Sa, l’Azienda acqua, gas ed elettricità di cui è azionista unico il Comune di Chiasso. Come si motiva questa strategia? Age, si spiega nel messaggio, "rappresenta fondamentalmente la continuazione della situazione odierna". In effetti, si ribadisce, "da oltre un decennio Age Sa gestisce tutti e quattro gli acquedotti con mandati di prestazione, sia con una gestione completa come per Chiasso e Vacallo, oppure di esercizio tecnico come per Balerna e Morbio Inferiore". In buona sostanza, Age mostra di avere le risorse (anche umane) e le competenze per assumere l’incarico, con reciproca soddisfazione, si rimarca. D’altra parte, da custodire e promuovere c’è un vero patrimonio, ovvero condotte per oltre 34 milioni e impianti per oltre 7. Ma ciò che più conta, questa operazione sarà un unicum a livello cantonale con la quale ci si vuole assicurare un avvenire idrico tranquillo.
Per il Municipio di Chiasso, che per primo ha reso pubblico l’incarto recapitato ai consiglieri comunali, il progetto va concretizzato. L’autorità locale, si fa sapere, ne condivide "gli indirizzi di principio, le scelte effettuate e le soluzioni adottate per ogni singola tematica". Ora non rimane che passare all’azione.