Mendrisiotto

‘In Ucraina vedo quello che è successo anni fa alla mia Georgia’

Padre Witold opera come missionario nel Paese al confine con la Russia. ‘Dal Ticino un sostegno e un amore fondamentale’

Anna Socchi, Padre Witold e Carla Bernaschina
(Ti-Press)
21 marzo 2022
|

La guerra in Ucraina e le immagini dei civili che soffrono toccano anche il cuore di chi, come padre Witold, si occupa da anni di aiutare persone bisognose o in fuga dalla guerra. «Quando accendo la televisione e vedo i bombardamenti a Kiev o Mariupol mi sembra di fare un tuffo nel passato. Mi torna subito alla mente quanto ha vissuto la Georgia nel 2008», ci spiega durante un incontro alla sede dell’associazione miracolosa di Mendrisio, dove viene a trovare quando può i volontari e le volontarie che dal Ticino non fanno mai mancare il loro sostegno. «La similitudine che vedo è proprio nelle modalità di guerra da parte dei russi. Vogliono distruggere e mettere paura alla popolazione. Mi ricordo un episodio: durante il conflitto in Georgia ho visitato un villaggio attaccato, non era rimasta in piedi una sola casa. Dopo le bombe i soldati di Mosca hanno saccheggiato e dato alle fiamme le abitazioni. Solo la chiesa è stata risparmiata».

‘Non volevo andare, ora sono qui da 30 anni’

Proprio la chiesa è stata per padre Witold lo strumento per mettersi a disposizione del prossimo. «Sono arrivato in Georgia nel 1999, dalla Polonia. Non avevo nessuna voglia, anche perché quasi nessuno in Polonia amava questa parte del mondo sovietico». La situazione in cui versava il paese ha però convinto il religioso a dedicarsi anima e copro nell’aiuto dei più bisognosi. «A Tbilisi non c’era corrente elettrica o riscaldamento. Abbiamo aperto la Caritas e cercato di dare il nostro contributo alla società», spiega il prete polacco. Un sostegno che non si è esaurito nel tempo, ma ha al massimo cambiato la sua forma. «Oggi le nostre principali operazioni sono l’assistenza a domicilio agli anziani soli, che hanno una pensione davvero irrisoria, troppo alta per morire e troppo bassa per vivere, come dicono loro. Andiamo a portargli i pasti e ad aiutarli nelle faccende domestiche – prosegue padre Witold, che negli ultimi anni ha fondato una nuova associazione per aiutare i ragazzi –. Abbiamo creato un convitto dove i 18enni che escono dall’orfanotrofio e non hanno nessuno possono trovare accoglienza. Diamo loro da mangiare, e non è una cosa così scontata, e insegniamo loro un mestiere per potersela cavare una volta diventati adulti».

‘In Georgia stanno arrivando tanti russi’

«A complicare la situazione c’è la crisi causata dalla guerra in Ucraina. Fino a 10 giorni fa erano circa 3mila i profughi ucraini arrivati in Georgia. Ho sentito proprio ieri un mio conoscente che si è messo in salvo da Karkhov, la sua casa è stata completamente distrutta ma era felice di essere in salvo e al sicuro». Non tutti i profughi vengono però dal paese invaso dall’esercito del Cremlino. «Con mia grande sorpresa stanno però arrivando anche tanti cittadini russi. Si tratta di famiglie che vogliono portare i figli in salvo dall’obbligo di leva militare, temono che possano essere chiamati alle armi e spediti in guerra. Abbiamo visto dai filmati che girano tra televisione e internet come molti di loro sono davvero giovani». Questo potrebbe complicare il sistema d’accoglienza in un paese che non dispone certo di grandi mezzi finanziari. «I georgiani hanno poco, ma sono pronti a dividerlo se necessario. Si ricordano bene l’aiuto ricevuto in passato».

‘Un forte legame con il Ticino’

Oltre a lunghi anni nell’Est dell’Europa, padre Witold ha potuto vivere e conoscere la realtà ticinese. È infatti stato parroco per alcuni mesi nella comunità della Valle di Blenio. «In Svizzera mi sono trovato molto bene, fin troppo. Non sono diventato prete per vivere nel lusso e così ho subito chiesto di poter tornare in Georgia ad aiutare chi aveva più bisogno. Ricevevo infatti continuamente messaggi di richieste d’aiuto, non potevo rimanere fermo».

Un soggiorno breve, quello ticinese, che ha comunque permesso al prete polacco di stringere un forte legame con la Svizzera italiana. «Ho incontrato tante persone, anche giovani, davvero sensibili nell’aiutare il prossimo e di buon cuore». Tra loro ci sono anche Anna Socchi e Carla Bernaschina, due volontarie che tramite le associazioni Medaglia Miracolosa di Mendrisio e Amici per la pace inviano regolarmente un contributo economico in Georgia.

«Mandiamo quando possiamo quello che riusciamo a racimolare. In passato abbiamo organizzato anche dei container con beni di prima necessità, ma è un’operazione complessa che richiede un grande sforzo organizzativo. Con Padre Witold inoltre siamo sicuri che l’importo inviato andrà speso interamente in favore dei poveri e bisognosi», ci confidano le due signore con lo spirito di chi bada più alla sostanza che alla forma.