Mendrisiotto

Antenne a Mendrisio? Una questione di priorità

La Città delimita territorio e luoghi sensibili secondo criteri di tutela. Nel frattempo, spuntano altre domande di costruzione

Scuole, case anziani e are di svago le più protette
(Ti-Press)
17 novembre 2021
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Quando si parla di telefonia mobile il verbo chiave ormai è ‘disciplinare’. Anche perché la tecnologia avanza e gli impianti continuano a spuntare qua e là sul territorio del Distretto come altrove nel cantone. Perlopiù si tratta di infrastrutture da aggiornare sul piano tecnico, ma non mancano i nuovi impianti. Di recente la Città di Mendrisio si è ritrovata sul tavolo tre domande di costruzione (per altrettanti Quartieri) depositate dagli operatori del settore che annunciano il moltiplicarsi delle antenne. Solo a Ligornetto si prevede di issare sul tetto di uno stabile costruito da poco in via Colombara un triplice ‘ripetitore’. Tant’è che c’è già chi si aspetta delle opposizioni al progetto anche se si innesta in una zona artigianale, ovvero tra i siti in cima alla lista dei luoghi meno sensibili (quindi preferibili). Queste ultime richieste edilizie, del resto, non sono che le ultime di una serie recapitata in questi anni. Non a caso il Municipio ha deciso di accogliere il suggerimento del Cantone e di fare i compiti mettendo a punto – e in pubblicazione dal 22 novembre prossimo e sino al 10 gennaio – una variante di Piano regolatore (Pr) dedicata e comprensiva dell’intero comprensorio comunale. Il Dipartimento del territorio ha già dato il suo nullaosta a maggio, ora i documenti sono al vaglio di tutti gli interessati, al fine di radunare osservazioni e suggestioni di cui si terrà conto nella stesura definitiva che approderà poi davanti ai consiglieri comunali.

La Città detta le sue regole

Alla salute pubblica ci pensa la legislazione federale – con tanto di Ordinanza sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti (Orni) –, ma la salvaguardia della cittadinanza e del territorio locali spetta ai Comuni. Qui il Consiglio di Stato è stato chiaro anche nel ribadirlo fra le righe dell’esame preliminare condotto sulla variante di Pr della Città. Sulla problematica, annota l’autorità cantonale, va data una risposta “alle domande e al disagio espresso dalla popolazione”. Come dire che all’ente comunale tocca regolamentare le condizioni per l’ubicazione e la costruzione delle antenne di telefonia mobile a tutela delle ‘immissioni ideali’ degli impianti “visivamente percepibili”, quindi non nascosti e mascherati in modo adeguato. Il rifermento è a una presenza tale da compromettere, pure dal profilo del mercato immobiliare, un comparto. Per parare il colpo della proliferazione delle antenne il Municipio di Mendrisio ha deciso, dunque, di far suo il cosiddetto modello a cascata, definendo delle nuove norme per ogni sezione del proprio territorio (ovvero per ciascun Quartiere). Un approccio che l’autorità considera più efficace per centrare l’obiettivo. L’analisi sul campo ha restituito la strategia scelta, identificando, come si spiega nel Rapporto di pianificazione consegnato a ottobre, quattro tipi di macrozone da assegnare a quattro gradi di priorità differenti. Modalità che mette al riparo i luoghi più sensibili: ventotto quelli elencati globalmente fra edifici scolastici, istituti, case per anziani, aree di svago e di gioco, ospedali e campus accademici.

Quattro gradi di priorità

Mappa del comune alla mano, più bassa è la priorità, più alta è la possibilità di integrare meglio le antenne nel territorio. Di conseguenza la priorità I è assegnata, di principio, alle zone lavorative, alla zona mista e a quelle destinate ad attrezzature ed edifici di interesse pubblico (Ap-Ep). In effetti, si motiva, “si tratta delle zone edificabili meno sensibili su tutto il territorio comunale e nelle quali la posa di antenne per la telefonia mobile e le conseguenti immissioni ideali comportano la minor minaccia possibile agli interessi pubblici”. Come dire che vengono sopportate meglio. Seguendo l’invito del Dipartimento del territorio, nella categoria sono stati inseriti altresì gli assi di transito autostradale e ferroviario. Al grado di priorità II si iscrivono, invece, le zone residenziali, le zone residenziali speciali, i piani particolareggiati a carattere residenziale e le Ap-Ep – come le zone per il tempo libero – in cui non sono ammessi contenuti con ripercussioni paragonabili a quelle delle zone di lavoro. Sono esclusi, per contro, “i contenuti pubblici relativi a siti protetti o i luoghi di culto, previsti in priorità III e quelli particolarmente sensibili, previsti in priorità IV”.

Salendo di grado, cresce infatti anche la tutela. È il caso, come anticipato, della priorità III che comprende i nuclei di Arzo, Ligornetto, Mendrisio, Meride e Rancate, classificati quali nuclei Isos di importanza nazionale, nonché i rimanenti nuclei tradizionali di Besazio, Capolago, Genestrerio, Salorino e Tremona. Si iscrivono qui pure le zone delle cantine di Capolago, Mendrisio, Rancate e Salorino e i luoghi di culto quali chiese, cimiteri e cappelle. In altre parole, “luoghi aventi un valore sia storico che spirituale“. Va da sé che, come annota la Città, “il carattere esclusivamente residenziale dei nuclei giustifica una protezione aumentata rispetto alle zone residenziali con ammesse attività di produzione di beni e servizi”. Allo stesso modo non si può non considerare l’impatto che le antenne hanno in zone con caratteristiche architettoniche e paesaggistiche particolari e che richiamano alla salvaguardia della “cultura e della tradizione vitivinicola del territorio”, per non parlare del patrimonio storico o religioso.

Infine, vi è la priorità IV, attribuita “alle aree delimitate dal raggio di 100 metri da locali in cui risiedono per un periodo di tempo prolungato persone particolarmente sensibili (anziani, bambini, malati)”. Come detto, i siti indicati sono in totale ventotto ridistribuiti sui dieci Quartieri. Insomma, da scuole (dalla Materna alle Medie), residenze per anziani, campus Usi e Supsi, nonché luoghi frequentati dai bambini si mettono le debite distanze pur non allontanando del tutto l’eventualità di inserire degli impianti per la telefonia. “Questo – si esplicita – permette alle compagnie interessate di edificare tali strutture anche in prossimità di luoghi considerati sensibili, nell’eventualità in cui non ci fossero alternative per assicurare una corretta fornitura dei servizi di telecomunicazione. In questo modo, l’interesse pubblico della salvaguardia delle fasce più fragili della popolazione non interferisce irrimediabilmente con quello della copertura di rete su tutto il territorio”. Ma le condizioni sono chiare.