Il segretario Quattrini confida in un ripensamento. E la Fmg chiarisce: ‘Sempre pronti a collaborare’. Per alcune personalità non è un segnale positivo
Nel Mendrisiotto anche le montagne hanno due anime: una sul versante svizzero e l‘altra su quello italiano. Come il San Giorgio - per questo doppiamente un bene Unesco -, anche il Generoso è un monte di frontiera. Non per nulla possiede due nomi (anzi, in realtà sono tre). Chi lo conosce profondamente e ha confidenza con ogni sasso che calpesta e ogni peonia che si schiude al sole, sa bene che dalle nostre parti è per tutti il Generoso, ma appena al di là del valico lo chiamano confidenzialmente pure Calvagione (se non si trascura che lo si riconosce altresì come Giónnero, come ricordato qualche anno fa sulla rivista ’Vivere la montagna’). E visto che niente capita per caso, bastano questi pochi indizi per capire il legame che questa vetta ha con un territorio a cavallo del confine, condiviso da quelle parti da Valle di Muggio e Valle d’Intelvi. Scoprire, quindi, che la Ferrovia Monte Generoso (Fmg), proprietaria dell’iconico trenino a cremagliera, si è chiamata fuori dalla Comunità di lavoro Regio Insubrica, di recente ha fatto sussultare alcune personalità ticinesi. Tant’è che in occasione dell’ultima assemblea a Locarno Achille Crivelli, già segretario generale della Regio Insubrica (nonché ex Cancelliere dello Stato), non ha potuto trattenere il suo stupore, dando voce a un interrogativo: come mai la Fmg ha dato le dimissioni?
In realtà, se l’è chiesto anche Francesco Quattrini, l’attuale segretario generale della Comunità di lavoro che ha la sua base operativa a Mezzana, quando si è ritrovato fra le mani le poche righe con le quali i vertici della Ferrovia rinunciavano a sedere al tavolo della Regio. Si è dato una risposta, gli chiediamo? «Ogni anno ci sono enti che aderiscono e altri che ci recapitano una disdetta. Ho voluto, però, capire le ragioni e ho chiamato alla Fmg - spiega a ‘laRegione’ Quattrini -. All’origine, se ne deduce, vi è il cambio di dirigenza. Mi è stato detto che non conoscono la Regio Insubrica e che fanno fatica a vedere quale ruolo possa svolgere oggi la Ferrovia all’interno della Comunità di lavoro». Insomma, se in passato se ne vedeva l’utilità ora non si comprende il motivo di versare la quota di adesione. Dietro questa scelta, lascia intendere ancora il segretario generale, non ci sono riflessioni politiche o strategiche particolari.
Per saperne di più ci siamo così rivolti direttamente alla Ferrovia Monte Generoso. «Abbiamo illustrato le nostre ragioni sia a voce che per iscritto - ci risponde Monica Besomi, responsabile marketing e vendite -. Lasciamo, è vero, la Comunità di lavoro sul piano formale, ma non veniamo meno al nostro impegno e alla disponibilità, dichiarata, di continuare a collaborare su temi specifici e che interessano la nostra zona. D’altra parte - precisa ancora -, le nostre risorse sono limitate e non ci pareva corretto restare soci senza poter dare un contributo attivo. Ma lo ribadisco, rimaniamo aperti a una collaborazione con loro come con altri enti che ne fanno parte. Noi ci siamo, anche se non formalmente», conclude rimarcando che la ‘separazione’ è stata «collegiale».
Alla sede di Mezzana, in ogni caso, la ‘fuoriuscita’ della Fmg non ha lasciato indifferenti. Infatti, la Segreteria ha tutta l’intenzione di mantenere i contatti. «Innanzitutto - ci conferma Quattrini -, la inviteremo a partecipare al tavolo tecnico sulla mobilità, proprio per mostrare come funziona la Regio Insubrica e quali vantaggi porta farne parte». Del resto, l’impegno a migliorare la comunicazione è costante, annota ancora il segretario generale. Ci sarà, però, un altro appuntamento importante che potrebbe catturare l’attenzione anche della Ferrovia Monte Generoso. «L’obiettivo principale nel 2022 - conferma - sarà l’organizzazione, per la prima volta, degli Stati generali del turismo e della cultura nella regione dei tre laghi. Ci ripromettiamo, dunque, di coinvolgere pure la Fmg. Con la speranza che riprenda il suo ruolo dentro la Regio Insubrica».
In un modo o nell’altro, in effetti, chi fa turismo è legato al territorio, doppiamente se ci si trova su una frontiera. Lo si tocca con mano nelle giornate terse, quando dalla vetta si riesce ad allungare lo sguardo fino alla Madonnina che dal duomo domina Milano. È chiaro che il rapporto con la Regio non è solo una questione di adesioni e di quote, come comprende bene pure Quattrini. Il suo essere transfrontaliero il Generoso in passato lo aveva mostrato peraltro in più occasioni, proprio per mano della Ferrovia, tra progetti e iniziative: una su tutti la collaborazione con l’Università degli studi di Milano per dare visibilità alla Grotta dell’orso e alle sue scoperte (ruolo che oggi si è assunto l’Organizzazione turistica regionale).
Ecco che l’allontanamento dalla Regio Insubrica a taluni appare solo come l’ultima tappa di un cammino che sembra non voler troppi legami con la territorialità di appartenenza. Solo un’impressione? Alla realtà del Mendrisiotto brucia ancora il trasloco al Gürten dell’Osservatorio astronomico in vetta, meta di appassionati di entrambi i lati della frontiera. Un trasferimento deciso dalla direzione della Fmg e che ha lasciato l’amaro in bocca anche alle autorità locali.
Agli occhi del professor Remigio Ratti, presente a Locarno all’assemblea, una ferrovia come quella del Generoso è nata «nel territorio e per il territorio». Una vocazione storica a ben vedere. «Non posso non pensare a quando - storicizza il professore - Gottlieb Duttweiler (fondatore della Migros, ndr) ha salvato la linea a cremagliera negli anni della Seconda guerra mondiale, nel 1941-42. L’intento era offrire un servizio pubblico alla popolazione. In quegli anni, come si è visto pure in questi ultimi tempi di pandemia, il turismo ticinese viveva del turismo svizzero, conoscendo un boom anche per il Generoso». Per Ratti l’attuale gestione non pare, però, essere in sintonia con Duttweiler. Al plenum, fa capire, non si è fatto altro che sollevare il problema. Anche perché nel settore turistico a livello transfrontaliero il ruolo di mediatrice della Regio Insubrica potrebbe rivelarsi utile.
Alla Fmg, però, non ci stanno a sentirsi dire che stanno prendendo le distanze dal territorio. «Non è corretto tirare questa conclusione - chiarisce Monica Besomi -: semmai è proprio il contrario. Ci vantiamo di collaborare con questo territorio. Lo ribadisco di nuovo, l’impegno c’è sempre. È la direzione in cui stiamo andando. La dimostrazione che ci teniamo a questo territorio è l’azione promossa a favore dei residenti in Ticino, ai quali viene riconosciuto il 50 per cento di sconto».