Nicolò e Nina hanno percorso settemila chilometri in 15 giorni. Tanti gli imprevisti, tra docce ghiacciate e cene a base di formaggio d'alce.
Raggiungere il punto più a nord dell’Europa, scattare una foto, e tornare indietro. È la particolare vacanza che hanno vissuto Nicolò Casellini e Nina Conconi, due ragazzi di Mendrisio. «L’idea ci è venuta la scorsa estate, ma tra una cosa e l’altra abbiamo dovuto aspettare quest’anno per poterla realizzare», ci spiegano. In due settimane i due amici hanno percorso 7mila chilometri a bordo di un furgone ‘Trasporter’ da loro sistemato. «Ho installato le tende e montato un letto per la notte. Successivamente ho poi provveduto a tutto quello che occorreva per cucinare, come padelle e fornelli», afferma orgoglioso Nicolò.
Per pianificare il viaggio i ragazzi ci hanno messo meno di quello che si potrebbe pensare. «Una volta inserita la destinazione sul navigatore il grosso del lavoro è stato fatto», racconta ridendo il nostro interlocutore. «Si è poi trattato di fissare le tappe intermedie e stabilire una tabella di marcia. Non abbiamo prenotato in anticipo campeggi od ostelli, volevamo garantirci la possibilità di decidere sul momento». Non sono mancati nemmeno gli imprevisti, specialmente una volta raggiunte le zone più a nord del continente. «In Germania abbiamo trovato un gran traffico, eravamo quasi sempre fermi. Una volta superata Stoccolma è invece iniziata la vera avventura, sembrava di essere davvero ‘into the wild’ con paesaggi selvaggi e renne che attraversavano la strada». A creare i maggiori problemi è stato soprattutto il clima. «Ci aspettavamo di trovare temperature più basse rispetto alle nostre latitudini, ma non così tanto. Il termometro non è mai salito sopra i sette gradi in Norvegia e, nonostante avessimo l'abbigliamento adatto, il freddo si faceva sentire». A rendere più inospitale la meta del viaggio ci ha pensato anche il vento, «era davvero impressionante. Io peso quasi cento chili ma a Capo Nord avevo paura di volare via», ci confida Nicolò. Una situazione che ha costretti i ragazzi a rivedere un po' le loro scelte, rinunciando a dormire spesso nel furgone. «Abbiamo prenotato di giorno in giorno una camera in un ostello o una casetta nei campeggi».
Lungo il tragitto non sono però nemmeno mancati i momenti divertenti e gli aneddoti da raccontare agli amici una volta tornati. «Il nostro obiettivo era arrivare alla meta e tornare indietro. Non abbiamo quindi visitato molto, se non alcune mezze giornate trascorse nelle città principali. A stupirci è stata soprattutto la cucina finlandese». I due viaggiatori hanno infatti avuto la possibilità di assaggiare la carne di renna e il formaggio d'alce. «Non sapevamo che questi animali venissero utilizzati per produrre prodotti caseari. Il sapore era decisamente selvatico, una piacevole scoperta nonostante il prezzo esorbitante». Più difficoltoso si è invece rivelato il riposo, con i paesi del nord che in questo periodo dell'anno possono godere del sole praticamente a tutte le ore del giorno. «Inizialmente ci sembrava una bella cosa. Col tempo, lo ammettiamo, si è però rivelato difficile dormire bene».
Qualche intoppo Nina e Nicolò lo hanno avuto anche durante i loro pernottamenti. «A Capo Nord siamo stati due giorni. Al momento di fare la doccia ho scoperto che per attivare l'acqua calda serviva pagare con una moneta. Avendo utilizzato fino a quel momento la carta ne ero sprovvisto, e mi è toccato fare la doccia gelata prima di uscire e raggiungere, al freddo, il furgone. Sono avventure che racconto con piacere, anche se sul momento non è stato certo simpatico», ci confida il giovane momò. L'ultima disavventura si è poi verificata la sera prima di rientrare in Svizzera, quando i due amici si trovavano a Berlino. «Eravamo stanchi morti e volevamo solo dormire, visto che il giorno seguente ci aspettavano oltre nove ore di guida. Nel cuore della notte siamo però stati evacuati dall'hotel perché un vicino di camera ha acceso una sigaretta in bagno facendo scattare l'allarme». Il bilancio dell'esperienza, nonostante tutto, resta positivo. «È stato bellissimo, la rifaremmo mille volte!», concludono convinti.
Per Nicolò Casellini quella a Capo Nord non è stato il primo viaggio “particolare” con il quale si è cimentato. «Prima della pandemia sono stata a Chernobyl, in Romania, per visitare la zona e l'ex centrale nucleare. Sono rimasto impressionato da quanto il disastro del 1986 incida ancora oggi sulla vita del paese». A differenza di tanti suoi coetanei, il 21enne ha un concetto diverso di vacanza. «Capisco quelli che vanno via solo per cercare divertimento o relax. Questo però non fa per me. I miei viaggi cerco d'impostarli specialmente per poter vivere delle esperienze che mi facciano conoscere nuove realtà e crescere come persona». Dopo aver visto Capo Nord, il prossimo obiettivo sarà quello di raggiungere il punto più a sud dell'Europa? «A dire la verità non ci ho mai pensato, anche se so che si trova in Grecia. Chissà...».